Irama: tampone negativo ma non basta e rischia l’esclusione. E’ giusto?

Irama è risultato negativo al tampone, ma questo non basta. Il fatto che un suo collaboratore sia risultato positivo al test covid ha causato il suo “stand-by” dal palco. Al suo posto, Noemi.

Ma cosa prevede il regolamento se un cantante o un suo collaboratore risultano positivi ai test molecolari?

Lo ha detto ieri sera Amadeus in diretta: il cantante viene escluso dalla gara.

La domanda sorge spontanea: e se oggi ci fossero un altro paio di cantanti con lo stesso problema? La settimana è lunga, impossible evitare totalmente i contatti con l’esterno, per addetti ai lavori ed artisti. E se succedesse che, facciamo un esempio, ci siano 8, 9 o 10 artisti coinvolti in una positività da covid, cosa succederebbe? Alla finale arriverebbero solo le canzoni di chi è riuscito a non contagiarsi?

Si torna alla casella del via, quando si diceva che questo Sanremo non s’ha da fare?

Quando scrivevo “God only knows e Amadeus non è God“, intendevo proprio questo. Pertanto che il direttore artistico sostenga di aver provveduto a far si che il festival si svolga in totale e piena sicurezza, ieri sera è stata la pronta smentita a cotanta sicurezza.

In gara le canzoni e non i cantanti

L’esclusione è una forte penalità, la massima pena in un qualsiasi concorso. Ma in questo contesto, l’esclusione dalla gara è profondamente ingiusta per la canzone stessa. Se questo è il festival della Canzone Italiana, e non del cantante, ritengo, ma è un’opinione personale, che sia profondamente ingiusto che la “punizione” ricada sul brano.

Nella mia diretta sui social ieri sera ho espresso il mio personale giudizio.

Credo sia una grossa falla nel sistema-Sanremo.

La canzone dovrebbe andare avanti, interpretata da un altro artista.

Una cosa da prevedere, in un Sanremo così eccezionale dal punto di vista delle regole e delle norme. In realtà, è un punto critico anche delle altre edizioni.

Vero è che un brano prevede mesi d i preparazione, per chi si deve poi esibire. Ma altrttanto vero è che il Festival, ripeto è della Canzone e non del cantante. Pertanto dovrebbe essere previsto sempre un “piano B” nel caso succedesse qualcos, come, ad esempio, l’anno scorso al brano di Bugo e Morgan, o quest’anno, con Irama.

La nostra lettrice Daniela M., mi pone questa domanda:”Ma se il Festival è della canzone e non del cantante, possiamo far cantare Renato Zero a gigi D’Alessio? Non so se Irama (o chi nella stessa situazione) sarebbe contento. Non rischi di perderla? di regalarla, dopo averci lavorato mesi?

La canzone è sovrana?

E’ proprio questo il punto. Molti brani sono “prestati” alle voci degli interpreti. La stessa Arisa, cantautrice, porta un brano di Gigi D’Alessio. Dietro un brano esistono autori, musicisti e arrangiatori che, come gli interpreti, hanno lavorato mesi. Il loro brano è riuscito ad essere selezionato tra migliaia di altre proposte che sono arrivate sul tavolo del direttore artistico.

Non li vediamo, ma sono parte del brano stesso e sono in gara eattamente come chi ci mette la faccia e la voce.

E’ giusto che il loro lavoro venga penalizzato? O sarebbe più giusto che il brano venisse interpretato da una “riserva” prevista da regolamento?

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”