Il debutto discografico di Maurizio Costanzo con l’album “La faccia delle persone” è un viaggio poetico tra malinconie, memorie e delicate riflessioni sulla vita.
Uno stile musicale che richiama gli anni Ottanta. Un approccio poetico e descrittivo tipico di certi cantautori “impegnati”, caratterizzato da una scrittura che segue schemi evocativi e poetici: tendenza che sta un po’ passando di moda. E ancora: incipit elettronici e atmosfere morbide create da chitarre che aiutano a dare rilievo a un gusto a volte ermetico, con giochi letterari e riferimenti che invitano a riflettere, sfruttando al massimo il potenziale immaginativo della nostra lingua.
Queste caratteristiche si riflettono nel primo lavoro discografico “La faccia delle persone”, del cantautore bolognese, ma con radici calabresi, Maurizio Costanzo. Pur lasciando intravedere alcune influenze nei metodi di composizione che richiamano lo stile di Battisti, l’artista riesce comunque a preservare un tocco di unicità e a mantenere una certa distanza dalle tendenze musicali italiane più recenti.


La faccia delle persone
“La faccia delle persone”, uscito per Parametri Musicali e disponibile in formato fisico, in digital download e su tutte le piattaforme streaming, prende vita dopo un incontro tra il cantautore bolognese e Roberto Costa, da 40 anni figura storica di riferimento nel mondo della musica pop italiana: arrangiatore e collaboratore di Lucio Dalla, Ron, Luca Carboni, Mina, Gianni Morandi. Un incontro cercato e voluto da Costanzo, che ha sempre riconosciuto in Costa “un grande talento in studio di registrazione: un ricercatore appassionato di suoni e creatore di trame sonore mutevoli. Le sue capacità permettono di mettere in risalto e scandire la narrazione dei testi, rendendo ogni brano un’esperienza sonora molto coinvolgente”.
Maurizio Costanzo
Maurizio Costanzo nasce in Calabria, dove completa gli studi in conservatorio. Poi si trasferisce a Bologna per frequentare l’università. Inizia dunque l’attività di musicista classico (suona l’oboe in diverse orchestre sinfoniche e gruppi di musica da camera in Italia e all’estero), successivamente svolge la professione di giornalista, (collabora con diversi quotidiani nazionali) e cura per la casa editrice, Kore Edizioni, riviste di design e architettura. Da qualche anno è titolare della cattedra di oboe presso il Conservatorio di Cosenza.
Track by track
Le otto tracce presenti nell’album si configurano come piccoli spaccati di vita, scene di tutti i giorni che catturano momenti vissuti, narrati attraverso un mix di musica e parole a volte fluide e descrittive altre ermetiche e evocative. Questi otto brani rappresentano in modo efficace il percorso artistico dell’autore: dal sentimento intenso di “Cercami”, brano dedicato agli amori perduti e a quelli che si ritrovano nei meandri più reconditi dei ricordi, alla dolcezza di “Mi perdo in un bicchiere”, in cui si prediligono sonorità acustiche semplici e atmosfere d’intensa malinconia.
Qui la voce calda e avvolgente si mescola delicatamente al ritmo morbido delle percussioni, (“io mi perdo in un bicchiere / o in mezzo al sale / su questa tavola da apparecchiare / c’è chi fa il santo e chi confonde le parole / che non sanno più parlare / in silenzio o in fila come in una processione / tra le regole da stabilire e quelle da dimenticare”); dalla commovente “Biancaneve”, in cui l’intensa volontà e resilienza delle donne viene tratteggiata dal tono intimo e colloquiale di Costanzo, al brano “Come in una favola”, che mescola atmosfere folk e sonorità britpop, descrivendo il desiderio di una profonda unione con la persona amata, per raggiungere maggiore felicità e benessere.
La prima traccia dell’album, Tutto quello che rimane, riflette sulla capacità di comunicare e mettere al centro delle nostre attenzioni le relazioni sociali. Ma molto spesso non ci si riesce e così tutto quello che rimane da mostrare agli altri sono solo le nostre facce.
Mia madre ha il Parkinson
È il brano più autobiografico dell’album, attualmente in rotazione radiofonica. Il cantautore bolognese racconta la sua esperienza accanto a una persona costretta a vivere con una malattia degenerativa (“negli angoli della ragione le tue frasi non hanno più voce / si confondono col soffio del vento / in un giorno, in un gesto o nel silenzio”). La melodia, intima e malinconica, accompagna perfettamente il racconto di una vita sofferente e vulnerabile: una vita che ineluttabilmente scivola lentamente negli abissi di un dolore profondo.
La tracklist completa (testi e musiche di Maurizio Costanzo): Tutto quello che rimane, Cercami, Mi perdo in un bicchiere, Biancaneve, Mia madre ha il Parkinson, Come in una favola, L’ultimo giorno, Aspettando amore.
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