Laura Pausini va agli Oscar 2021 con “Io sì”

«Questa nomination porta tanta gioia in un periodo così difficile per tutti. È un contrasto talmente forte che spero possa essere anche motivo di conforto per tutti gli italiani, non solo per i miei fan ma anche per chi non mi segue e non ama la mia musica. La sento quasi come una responsabilità nei confronti del mio Paese». È di lunedì 15 marzo la nomination agli Oscar 2021 di “Io sì (Seen)”, brano di Laura Pausini candidato come “miglior canzone originale”.

Il brano è nato dalla collaborazione con la pluripremiata compositrice statunitense Diane Warren (undici nomination agli Oscar), Bonnie Greenberg e Niccolò Agliardi, con cui la Pausini ha scritto il testo e collabora da quindici anni.

La nomination

La nomination arriva dopo due settimane dalla vittoria dei Golden Globes, riconoscimento che la Pausini ha celebrato esibendosi nella serata del mercoledì del Festival di Sanremo 2021, là dove tutto è partito nel 1993 con “La Solitudine”.

«Oggi che sono passati 28 anni – ammette la cantante – sono una donna con molte cose in comune con quella ragazzina di 18 anni. Ho sempre le stesse paure e mi chiedo continuamente perché sia capitato proprio a me. Da quel giorno, però, è nato anche in me il desiderio di non accontentarmi. Quello che sento per la vittoria del Golden Globe e per la nomination agli Oscar è un grande senso di responsabilità. Sono cose che mai mi sarei immaginata, troppo grandi per me. Sono riconoscimenti bellissimi, che mi sento di prendere come un nuovo punto di partenza. Non sono traguardi, perché ogni volta cerco sempre di cominciare con qualcosa che non conosco. Certo dopo gli Oscar che si può fare? Alcuni compagni di scuola mi dicono che ora mi aspettano le Olimpiadi ma è impossibile: lo sport proprio non mi piace».

Scherza e si commuove la Pausini mentre parla di una gioia troppo grande da riuscire a esprimere a parole. «Siamo di nuovo chiusi in casa – dice dalla sua abitazione romana –. Come faccio a far conciliare questa felicità con tutto quello che ci ruota intorno? Come lo spiego a mia figlia? Perché è successo a me? È difficile trovare un motivo a una contraddizione così grande».

L’emozione

C’è del magone nelle parole di Laura Pausini che non riesce a trattenere le lacrime: «Sono sempre stata abituata a viaggiare in continuazione, in un anno stavo solo 20 giorni a casa. Mi manca tanto viaggiare e portare la mia musica in giro» ammette. 

E ringrazia anche per un momento di condivisione come quello di una conferenza stampa via Zoom. «È emozionante vedervi – dice Laura Pausini –, perché come tutti voi non sto vedendo molte persone ultimamente. Come state? Come stanno le vostre famiglie?».

Persino di fronte alla nomination dell’Academy lascia spazio per l’umanità e la condivisione. Anzi, rimane se stessa con la speranza (e quasi la paura) di riuscire a rendere felice la sua Italia.

«Quando vado all’estero ho meno paura di esultare – spiega –, perché per loro è normale. Qui in Italia, invece, sento sempre una grande responsabilità di spiegare perché quella cosa sia successa, anche verso me stessa. Provo più ansia e agitazione a incontrare i vip italiani che quelli stranieri. Sarà perché questo è l’unico Paese al mondo in cui ho fatto gli stadi, cioè nel mio Paese, in Italia, a casa mia. Sono gli italiani ad avermi insegnato come vivere e questa cosa mi emoziona ancora. Per questo quando ho vinto il Golden Globe ho urlato “Italia abbiamo vinto ancora”. Non ho detto “mamma” ma “Italia”. Sono orogliosa di essere italiana e di vivere questo momento emozionante con voi».

“Io sì”

La canzone nominata dall’Academy è l’original song del film prodotto da Palomar per Netflix “The life ahead/La vita davanti a sé”, regia di Edoardo Ponti. La pellicola ha visto il grande ritorno di Sophia Loren, madre del regista. La storia incentrata sul tema dell’accoglienza, dell’integrazione e della condivisione si sposa non solo con l’attitudine della Pausini, ma anche col periodo dettato dalla pandemia. 

Il videoclip di “Io sì”

«Quando impari a sopravvivere accetti l’impossibile» è un verso del brano che tutti noi, volente o nolente, stiamo mettendo in pratica nelle nostre vite. E non è stato tradotto in inglese.

«La canzone è nata prima in inglese – spiega la Pausini –. Poi, provandola sulle immagini, Edoardo non era convinto e mi ha chiesto di cantare qualche frase in italiano. Alla fine è stata Diane a chiedermi di farla tutta in italiano. È stato anche complicato rendere il senso di “Seen”, il titolo in inglese. Io e Niccolò ci abbiamo lavorato ininterrottamente per un mese»

E poi c’è «quando essere invisibile è peggio che non vivere». «Quando la canto, dopo tutto quello che è successo nell’ultimo anno – ammette la cantante – mi commuovo. Sentirsi invisibile oggi è facile per tutti noi che siamo distanti persino in famiglia. Per questo vedo la canzone come il vero significato dell’Oscar: è il senso di questo momento, quello che vogliamo cercare. E penso sia questo ad aver aiutato aiutato l’Academy a sceglierlo. Ora sta esplodendo in radio in America: la cantano in italiano. Questo è davvero un gran successo»

Del messaggio del film si è innamorata anche Diane Warren. «Lei è molto gasata, punta tanto su questa vittoria, ci crede. Alla fine ora un po’ ci spero anch’io. Mi sono sempre detta “meglio pensare di non vincere, così non mi illudo”, ma ora persino nelle interviste in America tutti mi dicono che ci credono tanto. Voglio farlo anch’io».

Che vittoria sarebbe…

Se Laura Pausini dovesse vincere l’Oscar 2021 come “miglior canzone originale”, sarebbe la prima a conquistarsi la statuetta per un testo italiano. Finora il premio è andato a Giorgio Moroder ma solo per la musica: uno nel 1979 per la migliore colonna sonora col film “Fuga di mezzanotte” e altri due per la migliore canzone nel 1984 con “Flashdance… What a Feeling” di “Flashdance” e nel 1987 per “Take My Breath Away” di “Top Gun”

La Pausini è la sesta italiana a ricevere la nomination, la seconda per un testo scritto in italiano, dopo Tony Renis che nel 1999 ricevette la candidatura per “The Prayer” dal cartone animato “Quest for Camelot” (“La spada magica”) cantata da Céline Dion e Andrea Bocelli, ma non vinse.

Senza contare che, alla sua dodicesima nomination, riuscirebbe anche a far vincere finalmente la Warren. Insomma, incrociamo tutti le dita per lei. 

Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.