Luci d’artista 2024 a Torino, il grande museo a cielo aperto di installazioni luminose, opere di artisti nazionali e internazionali, è arrivata alla sua ventisettesima edizione. Ma niente paura… c’è ancora tempo per vederle fino al 12 gennaio 2025. Ce ne sono ben 28 più altre 17 chiamate collaterali.
Alcune Luci storiche cambiano sede rispetto alla precedente edizione: Palomar di Giulio Paolini, da sempre in via Po, torna dopo dieci anni in via Garibaldi. Per la prima volta in largo Montebello Ice Cream Light di Vanessa Safavi in una inedita configurazione. Luì e l’arte di andare nel bosco di Luigi Mainolfi trova nuovo spazio lungo via Carlo Alberto e al suo posto e per la prima volta in via Lagrange si potrà ammirare Volo su… di Francesco Casorati.


Luci d’artista 2024 le novità
Per la 27° edizione, Luci d’Artista 2024 si arricchisce di due nuove installazioni : Scia’Mano e VR Man, firmate rispettivamente da Luigi Ontani e da Andreas Angelidakis
VR Man di Andreas Angelidakis Piazza Vittorio Veneto angolo lungo Po Cadorna


La Luce VR Man di Andreas Angelidakis è ripresa dall’iconografia classica della scultura greca e romana, immaginario su cui l’artista lavora da molti anni. Ed è stata realizzata per l’occasione dei FISU World University Games Winter in programma nel mese di gennaio 2025 a Torino e in Piemonte. Ma la figura si fonde con un altro elemento portante della classicità, ovvero un capitello all’altezza della testa che lo trasforma in una moderna cariatide.
Scia’Mano di Luigi Ontani Giardini Sambuy – Piazza Carlo Felice, lato via Roma


La Luce Scia’Mano del Maestro Luigi Ontani è, come dichiarato dal titolo, legata alla figura universale dello Sciamano. mano. Il soggetto evoca la tradizione magica di Torino e la posizione dell’opera, sul bordo nord dei Giardini Sambuy, dialoga con il punto in cui aveva sede la libreria e casa editrice Fogola frequentata dall’artista in passato, di cui è sopravvissuta un’insegna.
Tappeto Volante (1999) Piazza Palazzo Di Città, di Daniel Buren


Il Tappeto volante è composto da 1536 lanterne cubiche di plexiglas colorate di rosso o blu alternati al bianco, nelle strisce di 8,7 centimetri che caratterizzano tutte le opere di Daniel Buren, a prescindere dalla grandezza e dal luogo per cui vengono concepite. Uno «strumento visuale» che permette a chi osserva di non concentrarsi solo sull’oggetto, ma sul rapporto che esso intrattiene con il luogo che lo ospita. L’opera diventa così un segnale d’attenzione verso il contesto.
In alcune edizioni passate di Luci d’Artista, Tappeto volante è stata allestita in altre location del centro cittadino, e in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 è stata modificata sostituendo il verde al blu per celebrare i colori della bandiera italiana.
Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime (2004), Piazza Carlina, di Nicola De Maria


Nicola De Maria ha realizzato Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime intervenendo sui lampioni preesistenti di piazza Carlo Emanuele II, attorno ai quali ha avvolto elementi tubolari in metallo su cui si agganciano i fili di fibra ottica che riflettono la luce come una matassa luminosa, evocando l’immagine del nido.
Il titolo, che compare più volte nella ricerca di De Maria, riflette l’ambizione “cosmica” dell’artista di abbracciare tutti i mondi possibili all’interno della sua opera. Rendendo così visibile il trascendente. Il tutto una ricerca di armonia carica di componenti spirituali. La sua produzione pittorica trova espressione anche nei titoli o nelle frasi tracciate con grafia sottile che talvolta compaiono sul tessuto pittorico. Parole e segni rimandano a una dimensione interiore in dialogo con l’assoluto.
Planetario (1998), Via Roma, di Carmelo Giammello


Il Planetario di Carmelo Giammello è costituito da trentaquattro strutture che presentano vari tipi di costellazioni. Tra fedeltà scientifica e invenzione creativa, solo alcune di esse sono riconoscibili, come l’Orsa Maggiore, l’Orsa Minore o il Centauro, mentre altre rispondono semplicemente al disegno dell’artista.
Dopo gli studi in scenografia all’Accademia Albertina, Carmelo Giammello è stato responsabile degli allestimenti scenici del Teatro Stabile di Torino dal 1989 al 2002, lavorando nel frattempo anche in altri contesti e affiancando alcuni dei registi e degli autori teatrali più noti, da Massimo Missiroli a Dario Fo, da Ugo Gregoretti a Giancarlo Sepe.
Piccoli Spiriti Blu (1999), Monte dei Cappuccini, di Rebecca Horn


Piccoli spiriti blu è composta da 72 cerchi luminosi di diverse dimensioni, installati inizialmente attorno alla chiesa Gran Madre, e poi sul Monte dei Cappuccini, dove circondano la chiesa estendendosi fino a un’ala dell’ex convento. In entrambe le sedi, l’opera contribuisce a modificare la percezione dello spazio creando un’atmosfera di sospensione dai toni irreali.
Rebecca Horn lavora con diversi linguaggi e media. Nelle sue prime performances negli anni Settanta indaga il rapporto tra corpo e spazio attraverso le «estensioni corporali», strutture e maschere da indossare alle quali sono presto subentrati complessi dispositivi meccanici, macchine cinetiche che interagiscono con l’ambiente attraverso elementi e oggetti quali specchi, imbuti, piume.
Vento Solare(2004), Piazzetta Mollino, di Luigi Nervo


Il bosco dei maghi è l’installazione luminosa che Luigi Nervo presentò per Luci d’Artista a partire dalla prima edizione del 1998. Si componeva di dodici bassorilievi rappresentanti i segni zodiacali nella consueta iconografia zoomorfa. Quando, per ragioni conservative, non fu più possibile esporre Il bosco dei maghi, lo stesso bassorilievo del sole divenne il centro della nuova opera realizzata da Nervo, Vento solare, che si configura appunto come un sole che emana i suoi raggi di neon luminosi, arrivando a lambire il profilo del bassorilievo della luna, aggiunto in questa fase.
Nervo ha esordito come designer alla metà degli anni Cinquanta e dal 1973 a 1998 ha insegnato scultura all’Accademia Albertina.
Amare le differenze(2005), Antica Tettoia dell’orologio, Porta palazzo, di Michelangelo Pistoletto


Amare le differenze è la frase tradotta in 39 lingue che compare sul mercato alimentare più importante della città, nel quartiere multietnico di Porta Palazzo. N
L’opera è parte di Love Difference – Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea dell’Ufficio Politica di Cittadellarte, che «unisce l’universalità dell’arte all’idea di transnazionalità politica e focalizza la sua attività nell’area mediterranea in quanto in essa si rispecchiano i problemi della società globale». Love Difference si situa in continuità con il percorso di Pistoletto e in particolare con il manifesto Progetto Arte del 1994 e la creazione di Cittadellarte, fondazione biellese nata nel 1998 dall’esigenza di «ispirare e produrre un cambiamento responsabile nella società attraverso idee e progetti creativi». La vocazione sociale della Luce Amare le differenze è potenziata dal contesto di Porta Palazzo, quartiere popolare, vero e proprio crocevia di persone e merci provenienti da diversi Paesi.
NOI (1998), Via Po, di Luigi Stoisa


L’installazione di Luigi Stoisa consiste nella successione di quindici coppie formate dai profili di un uomo e una donna che si congiungono all’altezza delle teste, come a formare il timpano di una capanna. Anche la scelta di una colorazione monocroma stempera il rimando festivo per evocare piuttosto una sensazione di calore, protezione, e i valori dell’unione, della condivisione e, sostanzialmente, dell’amore.
Ancora una volta (2012), Via Monferrato, di Valerio Berruti


Ancora una volta si compone di dieci elementi che, come fotogrammi luminosi, si accendono uno dopo l’altro per poi restare illuminati contemporaneamente per qualche istante.
È proprio la sequenza a fornire all’immagine la mobilità necessaria a evocare i salti di un gioco infantile che si svolge sopra la testa dei passanti, con i quali sembra interagire il profilo del bambino accovacciato.
Il lavoro di Berruti è popolato di figure infantili disegnate con pochi tratti, che trascurano i dettagli per far emergere la semplicità delle forme.
Luci d’artista 2024, tutta la mappa dei luoghi
Si riconfermano nelle collocazioni precedenti le Luci di Mario Airò, Cosmometrie in piazza Carignano con una sempre nuova configurazione decisa dall’artista, che come ogni anno segue l’allestimento della sua Luce. Orizzonti di Giovanni Anselmo, in piazza Carlo Alberto. Vele di Natale di Vasco Are in piazza Bodoni. Ancora una volta di Valerio Berruti in via Monferrato. Tappeto volante di Daniel Buren in piazza Palazzo di Città. Nicola De Maria, Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime in piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina).
Marco Gastini, L’energia che unisce si espande nel blu in Galleria Umberto I. Carmelo Giammello, Planetario in via Roma. Azzurrogiallo di Giorgio Griffa ai Giardini Sambuy di Piazza Carlo Felice. Jeppe Hein, Illuminated Benches in piazza Risorgimento. Rebecca Horn, Piccoli spiriti blu sul Monte dei Cappuccini. Cultura=Capitale di Alfredo Jaar sulla facciata del Museo Diffuso della Resistenza. Renato Leotta, Io, sono nato qui, in corso Spezia 70, sul tetto dell’Ospedale Sant’Anna. Mario Molinari, Concerto di parole in piazza Polonia.
Luigi Nervo, Vento solare in piazzetta Mollino. L’amore non fa rumore di Luca Pannoli resta di fronte alla Biblioteca Geisser. Michelangelo Pistoletto, Amare le differenze in piazza della Repubblica (facciata della Tettoia dell’Orologio). My Noon di Tobias Rehberger in piazza Arbarello. Noi di Luigi Stoisa resta come lo scorso anno in via Po. Grazia Toderi, “…?…” in cima alla cupola della Basilica Mauriziana (visibile da Piazza della Repubblica) e
Gilberto Zorio, Luce Fontana Ruota sul laghetto di Italia ’61 (corso Unità d’Italia).
Per chi vuole altre informazioni storichesu tutte le luci e scaricare la piantina può cliccare qui
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