Friedrich Nietzsche, Lettere da Torino. “I biglietti della follia”

Per capire Friedrich Nietzsche nel suo complesso, le Lettere da Torino, scritte tra il 21 settembre 1888 e il 9 gennaio 1889, prima della sua follia, sono essenziali. Il libro, edito da  Adelphi, collana Piccola Biblioteca, traduzione di Vivetta Vivarelli, riporta l’epistolario di quei quattro mesi con vari personaggi. Ecco quindi il musicista Heinrich Köselitz, amico e discepolo fidato del filosofo e Costantin Georg Naumann, il suo editore. E poi ancora Hippolyte Taine, un’intellettuale europeo e Georg Brandes, critico letterario, che metterà in contatto Nietzsche con August Strindberg.

Friedrich Nietzsche, Lettere da Torino, una selvaggia teatralità

Le ultime lettere, sono scritte da Friedrich Nietzsche a Torino in un crescendo di euforia prima di perdersi per sempre nel silenzio. Ogni pagina è retta dallo stesso gesto. Una selvaggia teatralità, il presentarsi sulla scena raccogliendo nella forma più intensa tutto il proprio essere. Fino al culmine dei numerosi «biglietti della follia», inviati ad amici e potenti della terra e firmati «Cesare«, «Dioniso» o «il Crocifisso». In una lettera a Köselitz, datata 30 ottobre, parlando si legge: ”non vorrei assolutamente presentarmi all’umanità come profeta, mostro e spauracchio morale”. Qui pare riecheggiare l’intera opera di Nietzsche, un punto a cui tutto il suo precedente pensiero doveva fatalmente condurre.

ritratto di Friedrich Nietzsche stampa antica colorata  amno in mezzo busto visto di profilo, immagine di pubblico dominio

Io sono tutti i nomi della storia

Quello che è spiacevole e che mette a prova la mia modestia è che in fondo io sono tutti i nomi della storia. E' così anche per i figli che ho messo al mondo, per cui mi sto chiedendo con una certa diffidenza se tutti quelli che vengono nel «regno di Dio» non provengano anche da Dio. Quest'autunno sono stato presente due volte al mio funerale, vestito il meno possibile. Prima come conte Robilant (- no, è mio figlio, in quanto io sono Carlo Alberto, la mia natura sotto) ma Antonelli ero proprio io. Caro signor professore, dovrebbe vedere questo edificio. Dato che sono del tutto inesperto riguardo alle cose che creo, è a Lei che spetta ogni critica. o Le sarò grato, senza poterLe promettere però di trarne profitto. Noi artisti siamo incorreggibili. Oggi mi sono visto la mia operetta - genialmente moresca -, e in questa occasione ho anche constatato con piacere che attualmente tanto Mosca quanto Roma sono qualcosa di grandioso. Vede, neppure riguardo al paesaggio mi si contesta il mio talento. - Da lettere da Torino di Friedrich Nietzsche
targa in marmo su miuro in omaggio a Friedrich Nietzsche posta in Torino
targa in memoria di Friedrich Nietzsche posta a Torino _ licenza CC

L’appartamento in via Carlo Alberto

Friedrich Nietzsche scrive le sue lettere in un appartamento di via Carlo Alberto 6. In una lettera, sempre a Köselitz la descrive così: “La mia camera, posizione di prim’ordine in centro, sole dalla mattina al pomeriggio, vista su Palazzo Carignano, sulla piazza Carlo Alberto e in lontananza sulle verdi montagne”. E’ affascinato dallo splendore sabaudo e regale delle piazze, dalle strade larghe e drittissime a pianta quadrata. I colori autunnali della città gli appaiono “un Claude Lorrain come mai mi sarei sognato di vedere”.

la casa di Nietzsche Torino sullo sfondo vista da Piazza Carlo Alberto - licenza CC
La casa di Nietzsche a Torino vista sullo sfondo da piazza Carlo Alberto licenza CC

I biglietti della follia

Le lettere sfociano man mano nei “biglietti della follia”. Dall’ inizio di gennaio 1889, Nietzsche scrive a conoscenti, sovrani, uomini religiosi tra cui vescovi e cardinali firmandosi Cesare, Crocefisso o Dioniso. Scriverà anche a chi non conosce. Con la firma Il Crocefisso, il 3 gennaio in una lettera a Meta von Salis dichiara: ”Il mondo è trasfigurato, poiché Dio è sulla terra. Non vede come tutti i cieli gioiscono? Ho appena preso possesso del mio regno, getterò il Papa in prigione e farò fucilare Guglielmo, Bismarck e Stöcker.

Alla principessa Arianna, la mia amata.
È un pregiudizio che io sia un uomo. Ma ho spesso vissuto tra gli uomini e conosco tutte le esperienze che gli uomini possono fare, dalle più basse alle più alte. Tra gli indiani sono stato Buddha, in Grecia Dioniso — Alessandro e Cesare sono le mie incarnazioni, come pure il poeta di Shakespeare Lord Bacon. Da ultimo sono stato ancora Voltaire e Napoleone, forse anche Richard Wagner… Ma questa volta vengo come Dioniso vittorioso, che renderà la terra un giorno di festa… Non che io abbia molto tempo… I cieli gioiscono per il fatto che sono qui… Sono stato anche appeso alla croce… - Da lettere da Torino di Friedrich Nietzsche
un biglietto della follia scritto a mano da Friedrich Nietzsche
un biglietto della follia da Friedrich Nietzsche a Meta Von Salis. Licenza CC

L’ultima lettera prima del ricovero in psichiatria

L’ ultima lettera, indirizzata al professore Burckhardt, la sola firmata “Nietzsche”, è del 6 gennaio 1889. ”In fin dei conti sarei stato molto più volentieri professore a Basilea piuttosto che Dio; ma non ho osato spingere il mio egoismo privato al punto di tralasciare per colpa sua la creazione del mondo”.

Subito dopo questa lettera, il 9 gennaio, l’amico Overbeckper, avvisato dal professor Burckhardt, giunge a Torino per portare Nietzsche in una clinica psichiatrica a Basilea. Nei primi tempi pare abbastanza lucido, ma irritabile e senza più interesse per la filosofia e la scrittura, che pare non comprendere. Friedrich Nietzsche trascorre il suo tempo in un mutismo quasi totale, passeggiando con amici o suonando il pianoforte, fino all’aggravarsi delle condizioni fisiche.

Friedrich Nietzsche

Friedrich Nietzsche (1844-1900) filosofo e critico culturale tedesco famoso per le critiche senza compromessi alla moralità e alla religione tradizionali europee, nonché alle idee filosofiche convenzionali e alle pietà sociali e politiche associate alla modernità.  Nietzsche usò anche le sue analisi psicologiche per sostenere teorie originali sulla natura del sé e proposte provocatorie che suggerivano nuovi valori che secondo lui avrebbero promosso il rinnovamento culturale e migliorato la vita sociale e psicologica rispetto alla vita sotto i valori tradizionali da lui criticati.

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".