Il Monte Musinè, situato all’imbocco della Val di Susa in Piemonte, è una delle montagne più misteriose e affascinanti. Luogo di potere esoterico e occulto, fonte di energie misteriose e fenomeni inspiegabili. Il monte Musinè ha attirato esoteristi e appassionati del paranormale da tutto il mondo, tutti affascinati dalle storie di energie misteriose e fenomeni inspiegabili.
Con i suoi 1.150 metri di altitudine, si trova a pochi chilometri da Torino. La sua cima si raggiunge a piedi attraverso sentieri che partono da Casellette, Almese e Val della Torre, con un dislivello di 600-800 metri. Il Monte Musinè è anche noto nel mondo geologico per essere uno dei più importanti affioramenti del mantello terrestre. Abitato sin dall’Età del Bronzo, come dimostrano i ritrovamenti archeologici di capanne preistoriche e reperti ceramici nei paesi circostanti.


Monte Musinè il monte più misterioso d’Italia
Fin dall’antichità, il Monte Musinè è stato considerato un luogo sacro. Le tribù celtiche che abitavano la regione eseguivano rituali e cerimonie sulla montagna, credendo che fosse un punto di contatto con il mondo degli spiriti. Da allora, per molti secoli, si sono susseguiti ogni tipo di racconti: streghe e stregoni, demoni e lupi mannari, spiriti e creature del bosco che, riuniti sul monte, evocano spiriti e praticano magia nera, al punto che si è meritato il titolo di monte più misterioso d’Italia.
Insomma per il monte Musinè pare che nessuna definizione sia più calzante dei versi di Muriel Rukeyser, secondo cui “l’universo è fatto di storie, non di atomi.”


La leggenda del Carro di Erode e la grotta maledetta
Una delle leggende più inquietanti del Musinè riguarda il re Erode. Si dice che il suo spirito tormentato, reo della strage degli innocenti, vaghi ancora sul Monte Musinè, apparendo come un carro infuocato che si muove tra le rocce, condannato per l’eternità a sorvolare il monte.
All’interno del monte Musinè ci sarebbe anche una grotta maledetta in cui, per secoli, avrebbe abitato uno stregone, protetto da un drago. Lo stregone si occupava, secondo la leggenda, di mettere in pratica il principio primo della magia “come in alto, cosi in basso”.
Qui nella grotta, ogni 1° maggio, si darebbero appuntamento streghe, maghi, e licantropi per inneggiare alle forze del male. Si narra anche che i pendii intorno siano il luogo preferito dalle streghe per la raccolta di erbe magiche,


Il Portale Dimensionale del Monte Musinè
Alcuni esoteristi sostengono che il Monte Musinè sia un portale dimensionale. Cioè un punto di accesso tra il nostro mondo e altre dimensioni. Questa teoria è supportata dai numerosi avvistamenti di luci misteriose e fenomeni inspiegabili che si verificano sulla montagna. Varie testimonianze parlano di fuochi fatui e rigagnoli nei quali l’acqua scorre in senso contrario. Molti lo ritengono un punto catalizzatore radiante spirituale delle misteriose rotte o linee ortogoniche.


Inoltre inspiegabile anche il mistero della vegetazione che, mentre è rigogliosa alla base del Musinè, scompare all’improvviso come demarcata da una linea netta, nei pressi della vetta. Negli anni sono stati tentati diversi interventi di rimboschimento, ma ogni pianta inserita oltre gli 850 metri di quota, è morta nel giro di una stagione.
Le prime inquietanti voci su strani fenomeni attorno al monte compaiono in uno scritto del 966 D.C. La Cronaca del monastero di San Michele della Chiusa dell’abate Guglielmo descrive la notte in cui “si vide un fuoco immenso a modo di grande colonna […] scendere dal cielo sul monte e, colle sue fiamme lampeggianti nell’aere sereno, lambire tutto intorno la cima“.


Costantino il Grande: in hoc signo vinces
Uno dei personaggi storici più noti associati al Monte Musinè è Costantino il Grande. Secondo la leggenda, nel 312 d.C. sul Musinè si svolge una grande battaglia tra l’imperatore romano delle province galliche e ispaniche Gaio Flavio Valerio Aurelio Costantino, detto Costantino il Grande, e il pagano Marco Aurelio Valerio Massenzio.
Si racconta che alla vigilia della battaglia contro Massenzio, Costantino vide una croce fiammeggiante nel cielo sopra il monte con la scritta “In hoc signo vinces” (In questo segno vincerai). Grazie a questa apparizione, secondo la leggenda, Costantino si convertì al Cristianesimo. Nel 1901, per commemorare la battaglia, viene eretta, sulla cima del Monte Musinè, una grande croce alta 15 metri. Sacchi di sabbia e cemento per la sua costruzione sono portati a spalle da decine di persone: 25 chili a testa.
Sulla cima, oltre alla croce, si trova anche una tavola di orientamento, in acciaio inossidabile, con l’indicazione delle principali montagne visibili a occhio nudo nelle giornate di bel tempo.


Avvistamenti UFO dal 1960, la Roswell del Piemonte
Il Monte Musinè è noto anche come la “Roswell del Piemonte” per i numerosi avvistamenti UFO che si sono verificati nel corso degli anni. Il primo
disco volante di viene avvistato il 12 luglio 1960 da una famiglia di Mathi (TO). l velivolo sorvola la croce sulla cima, illuminandola con un
fascio di luce. Qui sotto riproduciamo dalla Lettera inviata da quella famiglia pochi giorni dopo all’ufologo Arduino Albertini, lo schema dell’avvistamento (Archivi Paolo Fiorino) tratta da Camminata spirituale sul Monte Musinè di Mariano Tomatis


Nel1964, La Gazzetta del Popolo fa riferimento a “oggetti luminosi [che] si vedrebbero con una certa frequenza nei pressi del monte Musinè.” Sullo stesso giornale il 26 aprile 1965 Donata Gianeri scrive che è “generale opinione [degli ufologi] che […] misteriosi ordigni atterrino, con i propri equipaggi sul Monte Musinè”.


I casi più eclatanti di avvistamenti Ufo
Il caso più famoso risale all’8 dicembre 1978, quando due escursionisti avvistano una luce accecante ai piedi del monte. Uno dei due segue la luce e scompare per diverse ore. Ritrovato in stato di shock , presenta un’ustione alla gamba. Racconterà poi di di essere entrato in contatto con esseri con teste sproporzionate rispetto ai corpi, usciti da un UFO di forma oblunga. Diverso tempo dopo l’accaduto, i due escursionisti soffrirono a lungo di congiuntivite. Probabilmente a causa della luce accecante che avevano visto.
Un altro avvistamento significativo è quello dell’8 marzo 1996, quando un oggetto luminoso di colore giallo-verde con estremità arrotondate e trasparenti compare per oltre 15 minuti alla vista di due escursionisti in discesa dal monte Musiné. I due affermano di aver visto, al suo interno, figure umanoidi. Negli ultimi anni, gli avvistamenti UFO sul Monte Musinè sono comunque continuati.


La lapide di Metallo
Nel 1973 appare dal nulla, sulla cima del monte, una misteriosa lapide di metallo recante un’incisione il cui testo rimanda alla dottrina di
Eugenio Siragusa (1919-2006) che diede vita a un curioso culto sincretistico: la Fratellanza Cosmica. Si dice che Siragusa, e lui stesso sosteneva di essere in contatto con gli extraterrestri
Qui è l'ultima antenna dei sette punti elettrodinamici che, dal proprio nucleo incandescente vivo, la terra tutta respira, emette vita. Qui operano le astrali entità che furono: Hatsheptut, Echnaton, Gesù il Cristo, Maometto, Confucio, Abramo, il Buddha, Gandhi, Martin Luther King, Francesco d'Assisi e anche tu se vuoi, alla fratellanza costruttiva tra tutti i popoli. Pensateci intensamente, tre minuti. Pensiero è costruzione".


Dopo cinque anni la lapide sparisce nel nulla. Viene rimpiazzata, il 7 ottobre del 1984 da una copia esatta rifatta e cementata alla base della croce, da un gruppo di esoteristi. Al di là della lapide, molte sono le goliardate perpetrate nel tempo sul Monte Musinè, da finte orme a finte incisioni sulla pietra. Tutte scoperte e confessate anche dagli autori stessi, nonostante la gionralista torinese Giuditta Dembech, nel libro Il Musinè, Ariete, si sia invece ostinata a trovarci veri segni esoterici in due letture diametralmente opposte. Cosi come nello stesso libro la Dembech scrive che” in epoche remotissime il Musinè era un vulcano attivo“, come sostiene anche sarebbe cavo e al suo interno potrebbe nascondere una base di UFO.


Le coppelle del Monte Musinè
Unica certezza, libera da qualsiasi leggenda è la presenza delle “coppelle”. Le coppelle sono buche scavate nella pietra dagli abitanti delle popolazioni neolitiche. Anche qui le interpretazioni sulla disposizione delle coppelle non mancano. Alcuni vi scorgono forme geometriche, altri la riproduzione delle costellazioni che gli antichi vedevano nel cielo. Altri ancora un antico planetario o un “messaggio” per popoli alieni. Forse sono solo piccoli contenitori per la raccolta dell’acqua piovana o per il cibo? Nessuno lo sa. Ma le ricerche degli archeologi proseguono senza sosta.


La posizione scientifica
“Si tratta di idee che possono certo suggestionare l’uomo della strada, ma che non hanno credibilità scientifica” – afferma Marco Innocenti, dell‘Ordine dei geologi del Piemonte -.”Il Musinè non è affatto un antico vulcano né tantomeno è cavo al suo interno. Se la sua superficie è brulla – fenomeno peraltro tipico della zona – dipende dal fatto che le rocce affiorano dal suolo, sottraendo spazio al terreno necessario ad alimentare le piante. Poi, in realtà, di vegetazione sul monte ce n’è, ma non tanta quanta potrebbe essercene se ci fosse più terra».


Stefano Bagnasco, fisico all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e componente del CICAP contesta le linee energetiche . «C’è chi dice che la Terra sarebbe attraversata da queste fantomatiche linee, che alcuni chiamano linee di Hartmann dal nome del loro “inventore”. Si dice ad esempio che lungo queste linee avvengano preferenzialmente le migrazioni degli uccelli, oppure che all’incrocio di due di esse si formerebbero “nodi” capaci addirittura di provocare serie malattie.


Eppure, non sembra esistere nessuno strumento in grado di rilevare o misurare in maniera oggettiva tali linee: che ci siano lo sappiamo solo perché lo dicono alcune persone che affermano di “sentirle”, come i rabdomanti sentirebbero l’acqua. Però dovrebbero dimostrare di essere in grado di farlo in modo riproducibile, cosa che finora hanno accuratamente evitato. Un po’ poco per fondare una nuova scienza».


Universi narrativi di storie e leggende
Se è vero che ogni pietra potrebbe nascondere universi narrativi, esistono luoghi privilegiati che agiscono da magnete, attirando storie e leggende insolite e sorprendenti. Il monte Musinè è uno di questi: porta di ingresso della perduta città di Rama. Carta celeste per l’orientamento dei dischi volanti. Prigione senza pareti per re Erode e il suo carro di fuoco. (da CAMMINATA SPIRITUALE SUL MONTE MUSINÈ di Mariano Tomatis)
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