Emilio Salgari, la maledizione dello scrittore d’avventure.

Emilio Salgari, lo scrittore che ha dato vita a Sandokan, a Yanez de Gomera, alla Perla di Labuan, ai Pirati della Malesia e al Corsaro Nero. La penna che ha creato avventure piene di fascino nelle terre dell’estremo Oriente dove tutto è possibile e tutto può accadere. Emilio Salgari, sfruttato, dimenticato, annientato in vita e osannato in morte. Lo scrittore che ha fatto sognare generazioni, sia sui suoi libri, sia al cinema , ha vissuto di stenti e di umiliazioni. Percorso da una maledizione che lo ha colpito più di mille pugnali della Malesia.

copertina del libro le trigri di mompracem
copertina del 1900 licenza CC

A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna”. Queste parole , che pesano come un macigno e indirizzate ai suoi editori, accompagnano la sua morte cruenta avvenuta il 25 aprile del 1911. Ai figli Omar, Nadir, Romero e Fatima scrive. «Sono un vinto: non vi lascio che 150 lire, più un credito di altre 600 che incasserete dalla signora...»Emilio Salgari si suicida infatti, come un samurai del suo amato Oriente esotico, squarciandosi ventre e gola con un rasoio e gettandosi da un dirupo.

Emilio Salgari si è ucciso a colpi di rasoio

Il giornale La Stampa di Torino cosi titola e scrive il 26 aprile 1911. “Cronaca cittadina: Emilio Salgari si è ucciso a colpi di rasoio. Un fonogramma da Valle San Martino annunciava ieri sera alla nostra Questura che era stato trovato in un bosco sperduto sulle più alte colline il cadavere di un uomo sulla cinquantina. Non si sapeva ancora con precisione la causa della morte, ma tutto faceva ritenere che si trattasse di un suicidio. Partiva subito per il luogo, dove la lugubre scoperta era stata fatta, il delegato Pappalardo con alcuni agenti.

articolo della stampa del 1911 che anuncia la morte di Emilio Salgari

Il funzionario dovette molto faticare prima di trovare il luogo dove giaceva il cadavere. Finalmente, nella parte più elevata delle colline di Valle San Martino, in un fittissimo bosco, di proprietà Rey, presso la strada del Lauro, gli fu indicato un burrone, dove dai contadini del luogo si diceva con terrore che ci fosse un morto. Infatti, in un crepaccio, che si apriva nel bosco come una nicchia funeraria, il delegato scoperse in mezzo ad una patina di sangue raggrumato che ricopriva il terreno roccioso, il cadavere di un uomo orribilmente squarciato da larghe ferite. Prima cura del funzionario fu di perquisire le tasche del morto, per identificarlo; e gli fu dato di trovare la ricevuta di un pacco di manoscritti inviato alla Casa editrice Bemporad, di Firenze, e firmato Cav. Salgari.

Non v’era dunque dubbio alcuno: si trattava del cav. Emilio Salgari, il notissimo e popolare scrittore di avventure e di viaggi!».

I funerali passano inosservati, a Torino si celebra l’Expo

Emilio Salgari mette fine così alla sua vita sopra la chiesetta della Madonna del Pilone. La zona collinare di Torino che sovrasta corso Casale , dove abita con la famiglia.  I funerali vengono celebrati al Parco del Valentino, ma passano inosservati. In quei giorni la città è impegnata nel 50º Anniversario dell’Unità d’Italia e nell’Esposizione internazionale che sarà inaugurata il 27 aprile, proprio al Valentino. La tomba è immediatamente traslata al cimitero monumentale di Verona, città che lo aveva visto nascere il 21 agosto del 1862.

Torino, presa dai festeggiamenti, ha già dimenticato. Lo ricorderà in seguito con una targa sotto la finestra della sua dimora. Intitolandogli, dopo molti anni, una piccola via situata dalla parte opposta di Corso Casale, parallela a Corso Belgio e costruendo, alla fine degli anni 70, la Scuola elementare “Emilio Salgari”, in via Lussimpiccolo.

alloggio di Corso Casale 205 a Torino con la targa commemorativa
l’alloggio di Corso Casale 205 a Torino con la targa commemorativa (licenza CC)

Il primo caso di sfruttamento di copyright

«Quando riposo sono in biblioteca per ricerche e per documentarmi. Mi fanno ridere certi autori di romanzi che hanno tutto il tempo possibile per scrivere, trascrivere, rivedere e correggere i loro lavori e poi, ben copiati e lindi, portarli all’editore… che magari non li accetta. Io devo, invece, scrivere a tutto vapore cartelle su cartelle e subito spedire alla Casa Editrice senza aver purtroppo né il tempo né la soddisfazione di poter rileggere e correggere». Così Emilio Salgari descrive con amarezza la sua vita di scrittore. Certamente accetta contratti capestro che a lui lasciano ben pochi spiccioli, come testimonia questa lettera pubblicata su Focus Storia 2022.

Il Sig. Prof. Salgari cede al Sig. Donath la proprietà esclusiva e perenne per l’Italia del romanzo originale italiano I misteri della jungla nera, già pubblicato in appendice nel giornale La Provincia di Vicenza col titolo L’amore di un selvaggio, riservandosi il diritto per la pubblicazione fatta all’estero o in Italia dello stesso romanzo in lingua diversa dalla italiana, e obbligandosi naturalmente a non farne ulteriore cessione ad altro giornale. Il Sig. Donath corrisponderà in pagamento al Sig. Prof. Salgari la somma di lire 300 pagabili in tre rate (…)“. Ecco qui, nero su bianco il primo caso di sfruttamento di copyright.

Emilio Salgari scrive dunque, nella sua vita, 89 romanzi e più di 400 racconti, per sottrarre la famiglia alla sorte che era stata a lui riservata. Ma la maledizione che sembra perseguitarlo non concede sconti né alla moglie né ai figli.

lo scrittore Salgari emilio in una foto in bianco nero dell'epoca a mezzo busto
Emilio Salgari (licenza CC)

La maledizione sulla famiglia

Salgari è annientato dalla malattia mentale della moglie Ida Peruzzi e dalla sua incapacità di provvedere a delle cure adeguate. I debiti aumentano e si moltiplicano. Nel 1910 Ida entra in manicomio, lì rimane fino alla sua morte nel 1922. Sulla mente di Salgari, oltre al dolore di aver fatto internare la sua sposa, pesa anche la morte del padre. Quest’ultimo infatti si suicida il 27 novembre 1889 gettandosi dalla finestra di casa, perchè convinto di avere un male incurabile.

A ruota di Emilio la maledizione Salgari cala come una cappa su tutta la famiglia. La figlia Fatima , rimasta a badare alla famiglia dopo la morte del padre e l’internamento della madre, muore nel 1914, appena ventiquattrenne consumata dalla tubercolosi. Nel 1931, dopo aver tentato di uccidere la moglie, il figlio Mimmo e il cognato, il terzogenito Romero si toglie la vita. Cinque anni più tardi Nadir, tenente di complemento del Regio Esercito, rimane vittima di un incidente motociclistico e muore per le gravi ferite. Resta soltanto Omar. Nel 1963, seguendo un destino non scritto della famiglia, si suicida, gettandosi dal secondo piano del suo alloggio del quartiere San Donato, a Torino.

L’ultimo discendente dello scrittore, il pronipote Romero jr. Salgari, figlio di Mimmo, scampato alla follia del padre Romero, tenta il suicidio dopo aver  ucciso a coltellate a Montà d’Alba, in provincia di Cuneo, una postina in pensione di 72 anni. Internato per molti anni per infermità mentale, muore nel 2022.

Ida Peruzzi, moglie di  emilio Salgari in una foto del ottocento
Ida Peruzzi, moglie di Salgari (licenza CC)

La regina lo nomina Cavaliere, ma poco cambia

Eppure nel 1897 le sorti sembravano cambiare per Emilio Salgari con l’onorificenza di cavaliere attribuitagli dalla Regina Margherita di Savoia per il merito di “saper istruire dilettando”. Eppure la critaica e gli scrittori suoi contemporanei continuano a lasciarlo isolato.

«Il Salgari, che ha scelto un argomento poco usato in Italia e che condotto bene può procurare una certa fortuna, scrive spigliatamente, e coglie garbatamente ogni occasione per inserire nelle sue pagine nozioni geografiche e di storia naturale. I suoi volumi si possono quindi leggere con un certo profitto dai giovani, ma per avere anche l’approvazione dei grandi bisognerebbe che il Salgari desse ai suoi personaggi un po’ più di verosimiglianza, un linguaggio meno violento e infino un po’ di garbo artistico». Cosi lo stronca la scrittrice, sua contemporanea, Grazia Deledda.

l’attore Kabir Bedi interprete di Sandokan illustrazione licenza CC)

Non solo Pirati della Malesia

Emilio Salgari è uno scrittore eclettico e un fantastico creatore di avventure, e non solo sui pirati. Infatti, nel 1907, scrive Le meraviglie del Duemila, descrivendo un viaggio nel tempo dal 1903 al 2003.  Un libro, firmato con lo pseudonimo di Guido Altieri, considerato il testo più importante della “protofantascienza” italiana da Riccardo Valla in un suo saggio intitolato La fantascienza italiana.

Le meraviglie del duemila Emilio Salgari 1907 illustr Carlo Chiostri (licenza CC)

I “falsi” Salgari

Su Salgari si sono arricchiti in molti tranne lui stesso. A parte le stranote produzioni cinematografiche con Kabir Bedi c’è tutto un sottobosco di falsi d’autore, o di emuli, o di apocrifi che dir si voglia. Infatti, per sfruttare il nome di Salgari , che nel frattempo era diventato popolarissimo, i romanzi scritti da questa serie di “scrittori” emuli, recavano, sulla copertina o sul frontespizio, il nome di Salgari o di uno dei figli. Nome posto molto ingegnosamente per evitare denunce, e seguito da varie diciture :”Romanzo postumo tratto da trama dell’autore”. “Romanzo tratto da trama dell’Autore a cura di Nadir/Omar Salgari”. Insomma, lo sfruttamento continua a man bassa.

Tra i migliori imitatori e creatori di libri di Emilio Salgari ingannevoli, il sito Salgari.it riporta, tra gli altri, i nomi di Renzo Chiosso, Luigi Motta, Emilio Moretto, Giovanni Bertinetti, Amrico Greco, Mario Casalino.

I tributi in musica da Einaudi a al Festival di San Remo

Solo quasi ottanta anni dopo la morte l’arte della musica gli dedica tributi. Ludovico Einaudi, pianista e compositore italiano, nel 1995, incide un album intitolato “Salgari”, che contiene brani dai nomi come Jungla, Viaggio, Realtà. Il cantante dialettale comasco Davide Van De Sfroos intitola una sua canzone, e l’album omonimo in cui essa è contenuta, Yanez, come uno dei più famosi personaggi del ciclo indo-malese. Per pura coincidenza la canzone è stata presentata al Festival di Sanremo  2011, nel centesimo anniversario dalla morte di Salgari.

“Mi piaceva disegnare il vento, è un po’ come disegnare la libertà, la forza, la vita. Rendere visibile l’invisibile”

Emilio Salgari

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".