L’ornitorinco, il misterioso mammifero a “muso d’uccello”

Vi capita mai di fare qualcosa ed essere improvvisamente rapiti da un ricordo del vostro passato, che non c’entra assolutamente nulla con quello che stavate facendo? E’ così che oggi un ricordo molto buffo ha fatto visita nei miei pensieri: l’ornitorinco. Avevo sedici anni quando ho sentito parlare per la prima volta di questo particolare mammifero.

Parlavo con un amico di animali preferiti, e lui mi disse che il suo era l’ornitorinco. Non avevo idea di che di animale fosse, e quindi andai subito a fare ricerche. E voi, avete idea di che animale si tratta?

Il misterioso incrocio

A prima vista, si direbbe che discenda dalla famiglia delle… anatre! Ma a giudicare dalle sue strane zampe, la pelliccia marrone e la coda larga, non si riesce bene a capire esattamente a quale categoria di animali appartenga.

L’ornitorinco, conosciuto anche con il nome di platipo, è un mammifero semi-acquatico endemico appartenente all’ordine dei monotremi, ovvero quei mammiferi che depongono uova.

So che può sembrare strano, ma il mondo è bello perché è vario. Ci insegnano fin da piccoli che i mammiferi danno alla luce i cuccioli come gli umani, e li allattano attraverso le mammelle. I monotremi sono le uniche specie di mammiferi ad essere in grado di deporre uova.

L’ornitorinco si trova nella parte orientale dell’Australia, ed è il mammifero emblema dello Stato australiano del Nuovo Galles del Sud.

Una leggenda degli aborigeni australiani narra che molto tempo fa sarebbe avvenuto un incrocio tra un’anatra solitaria e un topo d’acqua che la rapì.

Signor Ornitorinco, ci parli di lei

Beh, che dire, sono un esemplare unico al mondo. Sono simpatico, e mi piace vantarmi del mio affascinante muso largo e duro come la gomma, delle mie zampe palmate laterali e della mia invidiabile pelliccia marrone.

Sono decisamente un mammifero incredibile. Pensate infatti che fui scoperto solo alla fine del Settecento dagli europei, e la mia pelliccia fu mandata in Gran Bretagna perché fosse esaminata. Gli scienziati inglesi inizialmente non vollero credere che fosse vera, convincendosi che fosse un falso, prodotto da qualche imbalsamatore asiatico.

Che vi dicevo? Sono incredibile, perché non credevano che esistessi.

Il mondo mi ha scoperto realmente solo nel 1939, grazie a un articolo scritto appositivamente su di me sulla rivista National Geographic.

Quale onore! Ora ci credete in me? Uomini di poca fede.

un esemplare di ornitorinco su sfondo bianco della tasmania

Come ci si sente ad essere ornitorinco?

Sono fiero di esserlo, perché come me non ce n’è! Peso da meno di un chilo a più di due chili, sono lungo circa 30 o 40 cm, e la mia coda va dai 10 ai 15 cm.

Mi piace nuotare, e sono anche molto bravo, devo dire. Le mie zampe laterali palmate mi permettono di nuotare nei piccoli corsi d’acqua e nei fiumi delle regioni fredde e montuose della Tasmania e delle Alpi australiane. Se volete farvi un giro anche alle coste del Queensland e alla penisola del Capo York, se avete fortuna, ed io ho voglia di uscire allo scoperto dalla mia tana fatta di radici, magari potete trovarmi anche lì.

Amanti dei cani, vi consiglio di tenerveli al guinzaglio, non sia mai che gli venga in mente di attaccarmi, perché il mio veleno è letale per i vostri amichetti pelosi!

Si, so qual è la domanda che volete farmi fin dall’inizio: se sono considerato un mammifero, che però è anche in grado di deporre uova, come nutro i miei piccoli?

Ve l’ho detto che sono speciale e unico: la femmina della nostra meravigliosa specie non ha i capezzoli, bensì secerne il latte dai pori presenti sulla pelle.

E volete sapere un’altra cosa strabiliante su di noi? Siamo carnivori, mangiamo vermi, larve di insetti, gamberi d’acqua dolce e a volte anche alcuni piccoli mammiferi.

Non è questa la cosa strabiliante di cui volevo parlarvi, ma del fatto che sono anche in grado di localizzare le mie prede rilevando la loro elettricità corporea, grazie al mio becco ultra sensibile che mi permette di cacciare senza dover per forza usare la vista.

Comunque, se un giorno doveste cambiare idea sui cani, beh… il mio fiuto è migliore!

Ana Maria Manea
Ana Maria Manea
Studentessa aspirante insegnante di inglese. Poetessa Dice di sé: “25 anni molto ambiziosa e sognatrice, scrivo poesie fin dal momento in cui ho preso in mano per la prima volta una penna, all'età di 6 anni. A scuola ero una piccola Hermione Granger, e ho sempre amato scrivere. Ma la mia vera passione prende piede all'inizio della mia adolescenza, con la poesia intitolata "Il valore della donna", sul tema della violenza sulle donne. Sono talmente legata alla natura che mi circonda e alla vita, che mi basterebbe anche solo una goccia di pioggia perché l'ispirazione prenda il sopravvento”.