Le pagelle della prima serata #Sanremo2021

Anno nuovo, pagelle nuove. Ecco quelle della prima serata #Sanremo2021. I nostri pareri, ironici e scherzosi, sulle esibizioni dei primi 13 Big in gara.

Gli insufficienti

Arisa: 5

Arisa “potevi fare di più”. Se la canta e se la suona, ma scrive Gigi: ma che davvero? Verrebbe da dire “mai non mollare mai”, ma forse un po’ ha mollato. Per la prima volta la voce impeccabile cede un po’. Troppa emozione? Chissà. #GigiSeiTu?

Ghemon: 5,5

Si ritrova con le mani nei capelli, anche noi. Sarà per questo che se li è fatti crescere. L’accenno di blues però ci sta. L’outfit un po’ meno: la canotta bianca della salute anche no. #SecondoaNessunoUltimoPerTutti

Francesco Renga: 5,5

L’Angelo si è perso. Un po’ troppo costruito, con lo sbiascico in “desiderio” che storpia un po’. Strano, non è molto da Francesco. Una cosa è certa: la canzone la sentiremo “sempre” in radio. #PocoConvincente

I discreti

Fasma: 6

Piacerà molto alla Generazione Z, il ritmo per convincerla ce l’ha. Un po’ troppo autotune, ma c’era da aspettarselo. A un primo ascolto meno convincente dello scorso anno. #NonProprioFa(nta)smantagorico

Noemi: 6,5

Scende la scalinata e il pensiero va a “la mia cellulite e le mie nuove consapevolezze”. Funziona allora? Il cambiamento c’è, non erano solo parole. Lei rinasce come la primavera che canta. Ma basta questo? #UnaNoemiNonFaPrimavera

Colapesce e Dimartino: 7

“Se mi lasci non vale, se mi lasci non vale”. Ah non faceva così? Sperando che la coppia sicula non si lasci, ci ricordano un po’ Julio Iglesias, che si è ingoiato anche Umberto Balsamo e tutti gli anni ’70. Ma loro si vestono da ’50. E nel 2021 quando ci arriviamo? #ModernitàCanaglia

Madame: 7

Dardust spinge e si sente. Lei lo fa verso la fine, parte arrancando, ma poi arriva. Giovane e brava, anche se manca la convinzione sfoderata in brani come “Clito”. Vero è che su Spotify è tutto più semplice. Sicuramente la radio la farà girare assai. Menzione speciale per i piedi nudi. #MaCheBravaMadamina

Maneskin: 7,5

Un po’ di sano rock. Sono giovani e non stanno “zitti e buoni”. E suonano bene. Il momento finale di stop musicale rende ancora di più. #GuaglioniAgitati

Francesca Michielin e Fedez: 7,5

Li presentano come quelli che usano bene i social, anche se si erano fatti sfuggire la canzone. Possiamo perdonarli: le loro voci andranno bene in radio. A parte qualche debolezze di un Fedez visibilmente emozionato. E la piccolina che lo incoraggiava con lo sguardo. Solo una domanda: la carta igienica tra i microfoni perché? #IlBagnoèDiLà

Coma Cose: 7,5

L’Hype Aura era tanto, come il loro album pieno di testi e sottotesti. Non mancano nemmeno qua e per questo vanno riascoltati. Ritmo e melodia che danno leggerezza. #CoppiaCheFiammeggia

I promossi

Aiello: 8

“Mi sono perso nel silenzio delle mie parole”. No Antonio non ti sei perso, o comunque ti sei perso meno dell’omonimo Diodato. Voce più precisa di quanto ci si potesse aspettare dalla voce di “Che canzone siamo”, anche se l’urlo non manca mai. #AielloRitrovato

Max Gazzè: 8

Parte con “Si può fare” che è una cit. del film Frankenstein. La sua cura, non quella di Battiato, sarà la musica? Anni fa lo diceva proprio lui che “Una musica può fare”. Diamogli fiducia. La simpatia c’è sempre, ma la sostanza ancora di più. #NonSiSmentisce

Annalisa: 8,5

Delicata, soave, riempie l’Ariston vuoto solo con la sua voce. A fare la cantante sanremese è proprio capace. Un’altra canzone che sentiremo e risentiremo in giro. Non le diamo “Dieci” solo per non esagerare. #DonnaDaSanremo

Giulia Di Leo
Giulia Di Leo
Laureata in Lettere moderne, ha frequentato la scuola di giornalismo all’Università Cattolica di Milano e oggi scrive per La Stampa e Zetatielle. Dice di sé: “ Sono una ragazza di provincia nata col sogno di scrivere, amo la mia città, Casale Monferrato, che mi ha insegnato a vivere di semplicità e bellezza, portandomi, poi, ad apprezzare la metropoli milanese che nella maturità mi ha conquistata. Non riesco a vivere senza musica: nata nel ’95, ho vissuto di riflesso gli anni delle musicassette degli 883. Mi nutro di cantautorato, pop, indie e trap per aprirmi al vecchio e al nuovo. Senza mai averne capito il perché, il giornalismo è sempre stato il sogno della vita, amo scrivere e la mia attitudine è raccontare e raccontarmi, con stile razionale e schietto. Il mio più grande desiderio è fare della mia passione un lavoro, avvicinandomi a tutti i mondi che fanno parte di me”.