Piano vaccini Covid-19 operazione Primula: il solito flop all’italiana

Malgrado la possente campagna pubblicitaria che ruota intorno all’argomento e l’enorme sforzo messo in campo dalle emittenti nazionali per persuadere tutti gli italiani a vaccinarsi, il piano vaccini Covid-19 e l’operazione Primula purtroppo presentano già fin dai primi giorni dell’anno delle evidenti criticità.

Operazione Primula

Partiamo dalla notizia dell’Ansa che già il 18 dicembre apriva le rotative con la notizia del giorno: Il Piano vaccini Covid-19 è pronto. Prima di Capodanno ci saranno le prime batterie limitate di vaccinazioni. A gennaio inizierà la vaccinazione di massa vera e propria. (ansa.it)

L’operazione Primula viene annunciata urbi et orbi. Una primula, simbolo della campagna vaccini e dei millecinquecento padiglioni temporanei previsti nelle piazze italiane. E l’immagine chiave del fiore, dell’Italia che rinasce(…rà, futuro, per continuare sui tempi dei verbi tanto cari al nostro Premier).

Un bando che si è aperto i primi di dicembre. Una “chiamate alle armi” ai quali possono accedere medici, infermieri e personale sanitario che non appartengano alle Asl. Questo, per non caricare eccessivamente il sistema sanitario nazionale. Una chiamata che non ha avuto una risposta così immediata a causa di “ritardi e le problematiche legati alla mancanza di medici, al personale sanitario in ferie e alla carenza di siringhe di precisione” (fonte ansa.it).

Piano vaccini

E ora riportiamo le dichiarazioni di qualche giorno fa del Commissario Arcuri. “Il sistema informativo sarà pronto nella prima decade di gennaio, ma la vaccinazione, la certificazione, la somministrazione e la rendicontazione dei primi 9.750 italiani avverrà comunque attraverso un sistema centralizzato perché le regioni ci daranno con un sistema informatico ancora non completato le indicazioni di cui abbiamo bisogno che verranno riversate quando il sistema informativo sarà finalmente rilasciato“.

Praticamente, non solo non c’è un elenco di centri vaccinali, e passiamo sopra al fatto che non ci sono neanche sufficienti dosi di vaccini per la pianificazione prospettata da Arcuri, ma non è operativo il sistema informatico del “censimento” dei vaccinati che le Regioni dovrebbero trasmettere. Mancano i software.

Oltre al danno, la beffa, le siringhe sono inadeguate per la somministrazione della dose da 0,3 ml di siero. “Ogni fiala contiene 5 dosi di vaccino anti-Covid da 0,3 millilitri. Una volta scongelata dal frigo a -70 gradi, la soluzione deve essere diluita, utilizzando anche una comunissima siringa da 1 ml munita di tacchette. Peccato però che circa il 40% dei dispositivi da 5 ml inviati da Roma (8mila su 20mila) non solo non sia del genere di precisione luer lock, ma risulti del tutto inadatto. E, riporta Libero, molti ospedali lombardi saranno costretti a usare le proprie scorte di siringhe” (fonte ilGiornale.it).

“Piano piano con i vaccini…”

Poi raccogliamo qualche autorevole parere sui social, come quello di Nicola Porro:Il “piano vaccini” era in realtà un “piano piano con i vaccini”. Un governo di cialtroni sa solo metterci ai domiciliari: su tutto il resto, è buio pesto. Il commento è in merito all’articolo di Daniele Capezzone di cui cito uno stralcio:

Adesso apprendiamo che non si sa ancora quanti e dove saranno i centri vaccinali. Che la selezione di ulteriori medici e infermieri è ancora in corso (bando chiuso tra il 28 e il 29 dicembre), che per adesso è stato utilizzato poco più o poco meno (almeno fino a ieri mattina) del 10% delle dosi di vaccino arrivate in Italia. Insomma, un disastro assoluto, con un patetico e prevedibilissimo tentativo di scaricare le responsabilità sulle regioni.

Comunque la si pensi (vaccinazione sì, vaccinazione no), è evidente che la velocità con cui un paese consentirà il dispiegamento del suo piano vaccinale sarà un fattore economico decisivo per la ripartenza. E a questi disastrosi ritmi l’Italia rischia di dover attendere due anni.

piano vaccini arcuri primula nella foto lo screenshot del post di Nicola Porro con la foto di arcuri e di un centro primula
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Il problema non è su chi è pro o contro il vaccino. Il problema è il solito flop all’italiana di un piano che non è così pronto come invece cercano di convincerci attraverso una propaganda che ha un sapore mistificato.

E nel frattempo, continuiamo a stare in zona rossa e arancione, in un mascherato lockdown e di cui si comincia veramente a non reggere più le conseguenze.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”