Ennesima truffa via mail: molte persone nei giorni scorsi hanno trovato nella loro casella di posta elettronica una mail il cui mittente è “Info Polizia”, o addirittura la Polizia Giudiziaria. Una “convocazione urgente” con all’interno solo un allegato da aprire. Certo è allarmante e, a dir poco, sorprendente.
Quello che ricevete è più o meno questo:




A volte sono accompagnate da qualche riga e il testo spiega che siete accusati di reati riguardanti la pedopornografia.
La mail
Dal sito Polizia di Stato:
La mail si presenta con falsi loghi di Forze di polizia e dei ministeri dell’Interno e della Difesa italiani.
Spesso contiene una falsa citazione in tribunale per gravi violazioni commesse attraverso la rete Internet, legate ai reati di molestie sessuali su minori. In questo caso, vi chiede di inoltrare le prove ad un non ben specificato procuratore e ai media, invitandolo a fornire giustificazioni entro 72 ore. Il passo successivo è una richiesta di denaro per far decadere le accuse e l’indicazione delle coordinate bancarie verso le quali corrispondere le somme estorte.
Nei giorni scorsi la Polizia ha eseguito diversi arresti e perquisizioni, nell’ambito dell’operazione “Kafka”. Nella nota ufficiale si legge:
l’invio massivo di mail estorsive, apparentemente provenienti da Autorità istituzionali, contenenti una falsa citazione in Tribunale per fatti afferenti alla pedopornografia e riproduce un falso documento governativo e presenta nell’intestazione falsi loghi di Forze di polizia e di Ministeri italiani, tra i quali il Ministero dell’Interno e il Ministero della Difesa.
E’ una truffa
La Polizia non vi manda un invito via mail se vuole convocarvi, soprattutto se la convocazione è “urgente”, e vengono a prendervi fino a casa. Purtroppo c’è ancora chi casca in questo tranello, molti hanno aperto la mail e hanno cliccato sull’allegato. Anche se può sembrare ingenuo, in realtà non è poi così scontato capire che si tratta di una truffa. Molte citazioni arrivano appunto via mail ma, di norma, sono notificate da avvocati di controparte. Nessuna istituzione ministeriale, polizia compresa, inviterebbe i cittadini via mail.
Ogni comunicazione avviene attraverso posta raccomandata, anche gli atti giudiziari e le convocazioni. Da una semplice multa ad un’ingiunzione di pagamento l’iter è lo stesso. Inoltre, nessuna istituzione richiede denaro o comunicazione di dati personali, anagrafici o bancari, minacciando sanzioni penali o procedimenti giudiziari.
Eppure è successo anche questo. A farne le spese molti anziani. Una categoria che per la maggior parte non ha dimestichezza con il web ed ha imparato da poco ad usare lo smartphone per utilizzi diversi dal fare una semplice telefonata.
Con la moneta elettronica molti hanno dovuto imparare ad usare la banca on line per i pagamenti e le transizioni, cominciando ad avere familiarità con sms e mail e, in buona fede, hanno abboccato alla “truffa della mail della Polizia Giudiziaria”.
Sono tante ormai le truffe on line individuate. Quella del bonus da 600 euro, mittente INPS, quelle delle app finanziarie, quelle di anziani che vi vogliono lasciare un’eredità, passando per quelle delle donazioni per l’Ukraina.
Come riconoscere una fake mail
La frode è evidente. Prima di tutto il mittente. “Info Polizia”, “Polizia Giudiziaria” non sono mittenti veri.
Inoltre, se arrivano su una casella di posta non certificata, ad esempio una gmail, nel “pallino” dove normalmente c’è una foto profilo, ci sono le iniziali “PS” o “IP”, indice che il profilo è privato.
Il testo della mail presenta sempre degli errori di ortografia o grammaticali. Indicazione che ci porta a pensare che provengano da soggetti stranieri. E’ molto probabile che abbiano usato un traduttore automatico per realizzare il testo della mail.
Molto spesso citano articoli del codice penale che non esistono o addirittura reati che non esistono.
Infine, i saluti. Nessun pubblico ministero chiuderebbe una mail con “Cordiali Saluti” o “Con affetto”.
L’invito è di non cliccare sugli allegati e cancellare il messaggio.

