Protesta dei detenuti a Vercelli: carcere in pessime condizioni

VERCELLI, PROTESTA DEI DETENUTI IN CARCERE PER LE PRECARIE CONDIZIONI DELLE CELLE. SAPPE: INVESTIRE SU EDILIZIA PENITENZIARIA E DEFINIRE “REGOLE DI INGAGGIO”

Muffa sulle pareti, spifferi provenienti da finestre che non chiudono bene, calcinacci che crollano dai soffitti, impianti idraulici fatiscenti e celle malsane. Non è un racconto tratto da un romanzo del Settecento, ma l’attuale condizione di molte carceri italiane. Da tempo detenuti e Sindacati della Polizia Penitenziaria denunciano le gravi condizioni in cui versano le nostre carceri. L’ultima ricerca sul patrimonio edilizio penitenziario dei tecnici del Ministero della Giustizia risale al 1997, ma da allora nulla si è mosso.

Il SAPPE, Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria chiede da tempo l’attuazione di una riforma edilizia penitenziaria concreta.

L’architetto Cesare Burdese, consulente del DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) ha pubblicato sul quotidiano Il Riformista una lettera aperta indirizzata all’ Onorevole Carlo Nordio, ministro della Giustizia, e a. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibile. Il contenuto della missiva punta il focus su “due questioni irrisolte che appartengono alla nostra edilizia penitenziaria: i tempi biblici necessari per la realizzazione di un carcere e i limiti culturali che ne caratterizzano la vicenda progettuale” (cit).

Nel frattempo i carcerati continuano a vivere in celle fatiscenti e la protesta non manca.

Come è successo ieri, nella Casa Circondariale di Vercelli.

La protesta dei detenuti del carcere di Vercelli

Protestano i detenuti nella Casa circondariale di Vercelli per le precarie condizioni delle celle. E’ successo l’altra sera, ed ha interessato una parte dei ristretti del secondo piano, lato E.

Mario Corvino, vicesegretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, spiega cosa è accaduto nel tardo pomeriggio di martedì nella Casa circondariale. “All’ora di rientro dei detenuti dalle celle, in molti si sono rifiutati di rientrare lamentando le pessime condizioni delle celle e del piano. Pareti e soffitti con muffa, ragnatele, finestre che non si chiudono regolarmente e quindi lasciano entrare spifferi glaciali, locale docce con difficoltà di smaltimento acqua e quindi con un ristagno pericoloso”.

La Polizia Penitenziaria ha mantenuto costantemente il controllo della situazione e il Sottufficiale di Sorveglianza Generale ha ben gestito la crescente tensione all’interno del carcere.

Nella tarda serata”, continua Corvino, “una parte di detenuti è comunque rientrata nelle proprie celle ma altri hanno proseguito nella protesta, che ha poi portato alla decisione di spostare i detenuti in un’area più confortevole della sezione”.

Il Vicesegretario ha così concluso: “Io credo che la Polizia Penitenziaria di Vercelli, che ha pure dimostrato grande professionalità e senso del dovere, non debba pagare le tensioni legate ad una situazione di interventi di edilizia penitenziaria urgenti e non più rinviabili, ma nemmeno deve essere messa nelle condizioni di vivere situazioni di alta tensione sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine per i ricatti di alcuni ristretti violenti che evidentemente pensano di stare in un albergo e non in un carcere”.

La dichiarazione del Segretario Generale del SAPPE

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, esprime solidarietà ai poliziotti penitenziari del Reparto di Vercelli e contesta la scelta del Governo che, nella legge di Bilancio, ha previsto il taglio di 36 milioni di euro per i prossimi tre anni per l’amministrazione delle carceri italiane. “Una scelta senza senso, paradossale se si considera lo stato di emergenza vissuto che vivono le carceri. Da inizio anno, 80 detenuti si sono tolti la vita, la cifra più alta nella storia repubblicana”. Ha dichiarato il Segretario Generale.

Oltre mille sono stati i tentativi di suicidio sventati grazie all’intervento degli agenti di polizia penitenziaria. E servono decine e decine di milioni di interventi per l’edilizia penitenziaria, come dimostrano le ragioni a base della protesta avvenuta nel carcere di Vercelli. Altro che, come il Premier Meloni e tutti gli esponenti del centrodestra hanno sempre detto, porre l’emergenza carceraria tra le “priorità” dell’azione dell’esecutivo: la legge di Bilancio sembra cancellare in un colpo solo tutti i buoni propositi e per questi auspichiamo che in sede di Parlamento quei tagli verranno soppressi”.

C’è bisogno di cambiamenti!

“Ma a nostro avviso”, conclude Capece, “c’’è grande bisogno di cambiamenti, c’è grande bisogno di aria nuova al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dove negli ultimi anni la classe dirigente ha fallito con scelte gestionali discutibili e pericolose come ad esempio l’introduzione e il mantenimento della vigilanza dinamica dei detenuti, che è alla base dell’altissimo numero di eventi critici che accadono ogni giorno nelle Sezioni detentive, il depotenziamento del Corpo di polizia penitenziaria, sotto organico di 4mila unità, i cui appartenenti sono stati lasciati da soli e senza mezzi a fronteggiare l’inaccettabile violenza di una parte consistente di ristretti, a cui sono state chiuse Centrali Operative, Basi Navali, Provveditorati regionali e altri Uffici operativi sul territorio e ancora senza chiare ‘regole di ingaggio’ e di una efficace organizzazione del lavoro”. 

Il SAPPE si rivolge quindi “al Guardasigilli Carlo Nordio di trovare una soluzione urgente ai problemi penitenziari di Vercelli, di tutto il Piemonte e dell’intero Paese. Servono interventi concreti, non i tagli ipotizzati in Finanziaria per il sistema carcere”.

Avv. Luciano Zagarrigo
Avv. Luciano Zagarrigo
Avvocato dal 1997, Cassazionista dal 2016 Dice di sè :“Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare” diceva Sir Winston Churchill… Nella vita come nel lavoro resta sempre un buon consiglio, e nella mia professione spesso ti salva la vita. In questo incredibile mestiere, si incrociano molte storie, coppie che si separano, bambini confusi, aziende che falliscono e lavoratori in difficoltà, ma anche famiglie che nascono così come imprese che si creano. Qualunque sia la divergenza da risolvere, la lite da sedare, non si deve mai dimenticare che al centro di ognuna di queste storie, ci sono persone, donne, uomini, bambini, imprenditori, persone che a volte hanno solo sbagliato il tempo, il tempo giusto per parlare o quello per ascoltare…Oltre 20 anni di professione con l’entusiasmo di chi vuole sempre immaginare, costruire ed osservare, cosa accadrà nei prossimi 20...”