“‘O surdato ‘nnamurato”- Renanera: un brano di ieri per raccontare il presente

Il 2020 fu l’anno sospeso. Un tempo dilatato, quasi astratto, a cui il mondo intero riuscì a guardare con un solo paio di occhi, che donarono all’intera umanità, la consapevolezza che quella fosse l’ultima opportunità per farsi perdonare…”. Con queste parole, scritte in bianco su sfondo nero, si apre “’O surdato ‘nnamurato”, il nuovo video dei Renanera, band riconosciuta e premiata come “eccellenza italiana” alla Camera dei Deputati, con il Premio Italian Best Award.

‘O surdato ‘nnamurato

La fotografia di un anno sospeso. E che fotografia!

Non aspettatevi la gioia, l’allegria e la passione per la maglia del Napoli, che esplode dalla “Curva B”, quando migliaia di persone cantano questi versi.

La versione 2020, se mi passate la definizione di “’O surdato ‘nnamurato”, è tutt’altra cosa, quasi una canzone diversa.

Ci sentiamo tutti un po’ soldati in questo scenario che ci rende protagonisti di una trama che finora avevamo temuto solo nelle ore successive alla visione di un film futuristico. Invece quel futuro è adesso e noi non siamo pronti”, dice Unaderosa, voce dei Renanera.

Ritmo battente, quasi una “cadenza” militare, a scandire i versi, più che cantati, recitati magistralmente da Unaderosa, la lead-vocal dei Renanera, con voce rauca e sofferta.

Di potente impatto lo stacco strumentale tra la prima e la seconda strofa: “progr” allo stato puro, a sottolineare la drammaticità delle immagini. Evidentemente le lezioni di progressive tenute Vittorio De Scalzi, sono state ben recepite ed assimilate dalla band.

Ma non è finita: il finale è un progr+rap che lascia a bocca aperta, nulla da invidiare ai Mokadelic.

“’O surdato ‘nnamurato”, perla della canzone classica napoletana, risulta così un brano rigenerato, rivitalizzato dai Renanera, in chiave elettro-pop, con richiami nu-world, e quel briciolo di progr, che lo rende davvero godibile, al di là del video.

il singolo dei renanera. nella foto Unaderosa, la cantante che appare attraverso la pelle stracciata di un tamburello, con il pugno chiuso o surdato 'nnamurato

Video

Il video è davvero potente, ricco di immagini forti, che richiamano il periodo di lockdown: un triste riassunto di tutto ciò che tutti noi, abbiamo dovuto vivere forzatamente in questi mesi.

Lo stupore, la paura, lo sgomento, la sorpresa, l’incertezza del futuro, la consapevolezza di un presente nuovo, straordinario, in un mondo abituato ad agi e confort e di colpo chiuso i casa. Desolazione e solitudine unite alla speranza. Una sorte che condividiamo a livello mondiale, difficile da spiegare ad un bambino, ai propri figli, che non perdono il sorriso e si fidano degli adulti.

Tenero e quasi commovente, infatti, il richiamo ai bambini, protagonisti inconsapevoli loro malgrado: un bellissimo messaggio d’amore, da parte di una mamma.

Tutto questo catturato frame dopo frame, in un video clip di poco più di tre minuti ma che ha la portata di un vero film, che dura da due mesi e che purtroppo non è ancora finito. Fotografie e immagini rese ancora più suggestive dalla rivisitazione del brano stesso.

Un mini cortometraggio che fa venire i brividi e il nodo in gola.

Credits

Etichetta: T.S.A. Total Sounding Area

Parole: Aniello Califano, Musica: Enrico Cannio, Edizioni: Giannarelli Bideri editori – Universal Music Publishing Ricordi s.r.l.

Regia video: Unaderosa, Montaggio: Antonio Diodati, riprese live effettuate a Videas (Scalea – CS).

Arrangiamenti: Unaderosa & Antonio Diodati.

’O surdato ‘nnamurato” è disponibile dal 15 aprile su YouTube, ed anticipa il nuovo album di prossima uscita, intitolato “Sta voce è ‘a mia”.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.