Roberta Di Mario: una pianista di straordinario talento, e non solo

Pianista classica contemporanea, compositrice, artista Steinway, Roberta Di Mario è riconosciuta come una delle voci più eleganti della scena musicale italiana e internazionale. Direttrice di festival e vincitrice di prestigiosi premi, Il suo ultimo progetto, “Ala-Elegia in tre atti”, fonde elementi classici e contemporanei, confermando il suo sound come linguaggio universale che dialoga con il mondo moderno.

Quando si parla di pianoforte, non ci si limita solo a uno strumento musicale. Si evoca un mondo di emozioni, storie e sogni che attraversano i secoli.

Il suono del pianoforte è la voce delle anime che hanno abitato il passato e, al tempo stesso, un filo che collega queste voci alla contemporaneità.

Quando il legno pregiato e le corde di acciaio e rame della “macchina del suono” si fondono all’unisono – in un legame magico – con l’anima di chi le fa vibrare, il pianoforte non è più solo uno strumento: è una porta d’accesso alla memoria collettiva della musica.

Un simbolo capace di trasmettere emozioni universali attraverso il tocco silenzioso delle dita.

Dai virtuosismi di Liszt ai tocchi delicati di Chopin, fino all’impressionismo di Debussy, ogni epoca ha trovato nel pianoforte un mezzo di espressione pura, capace di toccare le corde più intime dell’animo umano.

Oggi, questa eredità vive in artisti come Roberta Di Mario.

Nostra ospite per “Masterclass”, l’appuntamento di Zetatielle Magazine dedicato alle eccellenze della musica italiana. In questo caso della musica internazionale.

Il pensiero di Gae Capitano

La musica di Roberta Di Mario esplora quel territorio musicale che va oltre le definizioni accademiche.

Con una collezione di composizioni inedite che sono al tempo stesso travolgenti e intime – calma e tempesta, luce e ombra, piccoli camei di bellezza facili da immaginare come colonne sonore per immagini cinematografiche – il suo mondo sonoro è capace di trasportare l’ascoltatore in una dimensione sospesa tra sogno e realtà. Con uno stile pianistico elegante, raffinato, colto. E melodie che attraversano epoche diverse e diversi paesaggi emotivi.

Chiudete gli occhi e lasciatevi cullare dalla bellezza della sua premiata composizione “Valzer in A minor”, pubblicata per Warner Music Italy, e scelta come soundtrack della pubblicità della Tiscali.

Eseguita con la precisione e la grazia di sa raccontare una storia attraverso il suono.

Nell’universo sonoro di Roberta Di Mario, c’è un’alternanza tra momenti di quiete e passaggi più intensi, in cui le note sembrano emergere da un silenzio profondo per aprire nuovi portali emozionali. È come se –attraverso il pianoforte – dipingesse emozioni sottili, mai esplicite, che risuonano in chi le ascolta.

Ogni variazione di ritmo è un cambio di prospettiva, ogni alterazione tonale è uno spostamento verso un nuovo stato d’animo.

All’inizio le sue melodie entrano sottopelle, in punta di piedi. Leggere, quasi sospese. Organizzano lo spazio sonoro nella nostra mente inducendo una calma riflessiva. Come un pensiero che si forma lentamente, un respiro che prende forma e spazio.

Poi, gradualmente, la melodia acquista forza, diventando più densa e complessa, portando con sé una crescente tensione emotiva.

Le complesse strutture armoniche, grazie al suo talento tecnico, si sviluppano senza forzature, tessendo sapientemente intervalli che danno respiro a fraseggi che stupiscono come fuochi d’artificio. Inventando modulazioni che cambiano senza preavviso, e scale che vibrano nell’aria per alcuni istanti, per poi chiudersi con una semplicità disarmante.

Come se avessero esplorato e infine messo a riposo tutte le emozioni che hanno attraversato.

Ma il Maestro Roberta Di Mario non è solo una pianista di straordinario talento.

È anche un’artista che ha saputo unire il fascino classico del pianoforte a un’estetica contemporanea. La sua grazia e il suo portamento elegante aggiungono una dimensione speciale alla sua arte.

Mentre esegue con sfacciata naturalezza sue complesse opere come “Pure”, “Leda and the Swan”, “A New Beginning”, “Le prèsage”, “My Everything”, “Disarm”, “A collective consciousness”,” Answer to a composer”, la sua figura slanciata e concentrata, nella penombra del palcoscenico, sembra quasi un’estensione naturale del pianoforte stesso.

Come se strumento e interprete fossero un’unica entità che vibra all’unisono.

E guardarla suonare diventa un’esperienza che va oltre l’ascolto. Una combinazione di talento e bellezza che rendono ogni sua esibizione un evento indimenticabile. Ogni concerto diventa un viaggio estetico, dove i movimenti delle sue mani – ogni gesto, ogni costruzione armonica, ogni parola con cui presenta i suoi brani al pubblico– diventano parte di una coreografia invisibile, che dialoga con il suono. Un suono interpretato con il talento di una concertista internazionale e le movenze di una attrice perfettamente a suo agio nella trama delle sue composizioni. Come potrete ammirare nel video della stupefacente “Duende”.

Ricordandoci che uno strumento così antico e una artista moderna possono ancora parlare un linguaggio universale e attuale.

Roberta Di Mario, la biografia

Roberta Di Mario è una pianista italiana classica e contemporanea, compositrice e direttrice artistica.

Concertista di respiro internazionale, compone e interpreta per pianoforte solo, musica da camera, teatro, arte, televisione, cinema e adv. Ha iniziato gli studi musicali all’ età di cinque anni e si è diplomata con il massimo dei voti e la menzione d’onore al Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma, dove ha studiato anche composizione con i Maestri Carlo Ballarini e Luca Francesconi.

Dopo aver conseguito il Master di musica da camera con il Trio di Trieste, i corsi di alto perfezionamento con il Maestro Alexis Weissenberg, aver vinto svariati concorsi nazionali ed internazionali, sceglie di contaminare il suo suono, la qualità̀ tecnica e virtuosistica, suonando e componendo non solo per musica classica, ma anche contemporanea e new classical.

Con una personale cifra stilistica che rimanda a risonanze fortemente cinematografiche. La combinazione di densità̀ e leggerezza, potenza e grazia crea uno stile unico di piena espressione artistica, intelligenza e seduzione.

Roberta Di Mario pubblica da anni per le etichette Warner e Apple Music ed è una delle artiste della prestigiosa selezione Steinway.

Si è esibita in tutta Italia su palcoscenici di spicco, sale da concerto e festival, come il Teatro Parenti, il Teatro Gerolamo, la Triennale e il Blue Note di Milano, il Teatro Cagnoni di Vigevano, il Teatro Storchi di Modena, il Teatro Apollo di Lecce, il Teatro Impavidi di Sarzana, all’Auditorium Paganini di Parma e il Parco della Musica a Roma, e molti altri. All’estero nelle Concert Hall di New York, Copenaghen, Parigi, Oslo, Londra, Lugano.

“Pour le Piano”

“Un intimo, sincero e appassionato omaggio al pianoforte che il Maestro Roberta Di Mario dedica a questa macchina meravigliosa, perfetta sintesi tra estetica, seduzione, potenza e tecnica ingegneristica. Un tributo ai bianchi e neri, ai grandi pianisti della storia che hanno ispirato l’Artista”.

Il Pianoforte visto come “Scatola di legno, drago alato, sempre pronto a spiccare il volo per portarci ovunque, con grazia e potenza”,per utilizzare le sue bellissime parole.

“Pour le Piano” sarà presentata nelle versioni sia di piano solo, sia versione orchestrata dal produttore artistico Cristian Bonato e il polistrumentista Federico Mecozzi, e accompagnata da un breve film concert girato dal regista Orlando Salmeri.

 “Pour le Piano” sarà tra qualche settimana presente su tutte le piattaforme digitali, anticipando il nuovo

Progetto concertistico e discografico “Ala, elegia in tre atti”.

Roberta Di Mario, l’intervista

Conosco, ammiro e seguo il mondo sonoro di Roberta Di Mario da molto tempo. L’ho sempre chiamata confidenzialmente “Diamante”. Perché rare volte ho incontrato in un’unica persona un insieme di molteplici talenti. Tante come le sfaccettature di una pietra preziosa.

Ci incontriamo tra le pareti bianche del suo studio – che in qualche modo ricordano la purezza della sua arte – in una pausa pomeridiana della complessa macchina organizzativa dei suoi concerti internazionali, che la vedranno questo autunno protagonista in Cina, America e Argentina.

Sei stata una bambina prodigio?

«I giovani musicisti non sono rari e tutt’al più svelano solo una predisposizione per lo strumento.

Ho iniziato a studiare a 5 anni e sono entrata in conservatorio a 11, classificandomi al primo posto nella classifica per gli ingressi. 

Ricordo con affetto che Il direttore del conservatorio – all’epoca il maestro Guarino – andò dalla mia insegnante dicendo: “Ma chi è questo prodigio?».

Sei cresciuta quindi nell’ambiente più classico degli studi di pianoforte?

«Sì, un bellissimo percorso, ma molto intenso. Per ambire a certi livelli occorre una profonda conoscenza del repertorio classico, con particolare attenzione ai grandi compositori come Bach, Beethoven, e Chopin. La tecnica esecutiva è frutto di ore di esercizi e pratica quotidiana. È fondamentale lo studio dell’interpretazione, che richiede una sensibilità musicale avanzata, e il confronto con i grandi della storia, come Rubinstein o Horowitz».

Quando hai iniziato ad esibirti il tuo talento è stato subito riconosciuto da premi prestigiosi.

«Ho vinto molti premi. Ma ne ero piuttosto inconsapevole e non mi piaceva molto la competizione. In fondo era la mia insegnante che ambiva a riconoscimenti importanti. Io mi concentravo solo sulla bellezza e rigorosità delle esecuzioni.

Oggi guardo ai premi da una prospettiva e con una concezione diversa.

Se avessi vent’anni li prenderei seriamente in considerazione. Perché viviamo in un’epoca dove l’informazione è ancorata ai social. E ogni riconoscimento che conquisti ha un risultato mediatico esponenziale, che amplifica la sua essenza reale.

Tutto diventa anche di più di quello che è: vinci un premio, però è come se tu ne avessi vinti mille. Che nella carriera di un artista è sicuramente utile».

roberta di mario vstita di chiaro, di spalle, seduta al pianoforte

La tua osservazione cela il problema dell’attenzione riservata oggi al mondo del pianoforte.

«A metà degli anni 2000, quando io e te ci siamo conosciuti, i pianisti contemporanei erano un numero ristretto, ancor di più se donne. La competizione oggi è invece più intensa che mai, con un numero crescente di artisti altamente preparati, tra cui molte colleghe.

Aggiungi la forte presenza di contenuti digitali, che rendono più difficile distinguersi, e una radicata predilezione da parte del pubblico per il repertorio classico tradizionale. Che lascia meno spazio alla sperimentazione o alle nuove composizioni. E ottieni il quadro di una situazione complessa.

Che, devo ammettere, in Italia è particolarmente accentuata, e che nei miei concerti nelle altri parti del mondo percepisco meno».

Come sei arrivata al tuo stile personale?

«La mia estrazione è puramente classica. Ma gli studi canonici mi facevano sentire in parte prigioniera di schemi che recludevano il mio istinto musicale, la mia creatività.

Sono di indole educata, rispettosa. Ma il confronto con insegnanti molto rigorosi – gli schemi antichi, la conformazione dell’arte – sono stati catalizzatori della mia voglia di sperimentare. Ho capito di non essere così desiderosa di restare dentro le regole, imbrigliata in schemi omologati.

Questa ricerca mi ha portato al piano contemporaneo».

Per l’eleganza delle tue produzioni, la bellezza delle tue composizioni e il tuo talento, ti hanno spesso paragonata alla versione femminile di Ludovico Einaudi.

«Einaudi, con il suo stile evocativo e contemplativo, ha reso accessibile, non solo in contesti accademici, il suono e l’immagine del pianoforte. E, complici, l’utilizzo della sua musica in film, serie e pubblicità, gli ha permesso di rivolgersi ad un pubblico più ampio, superando le barriere di genere.

Se parliamo di una certa ricerca di sonorità e una minuziosa attenzione per la dimensione estetica della comunicazione, lo stile di Einaudi e il mio hanno analogie che il pubblico può percepire della stessa matrice sonora. E ne sono lusingata».

un collage di immagini

Hai mai pensato che un grande talento possa essere a volte un ostacolo in una carriera?

«Poni una domanda insinuosa. In realtà il mondo del pianoforte non è una disciplina olimpionica.

Viviamo in un’epoca dove il riconoscimento del grande pubblico richiede anche un’abilità nella gestione del marketing personale. Il percorso verso il successo è un vero equilibrio tra arte e promozione, dove raramente a vincere è solamente il più bravo.

La pura tecnica è un aspetto minore dell’universo sonoro che cerco di trasmettere. I possibili virtuosismi sono tutt’al più un mezzo personale per non porre limiti a quello che voglio esprimere.

Al vero obiettivo. Che è cercare di emozionare.

Tra un brano e l’altro dei miei concerti dedico infatti del tempo per parlare con il pubblico. Con l’intenzione di accompagnare lo spettatore verso la parte più istintiva della mia musica».

Hai aperto i concerti di Roberto Vecchioni.

«Ho avuto l’onore di aprire i concerti del Professor Roberto Vecchioni. Che è parte di quel cantautorato puro, prezioso, d’élite che, parallelamente al mio mondo pianistico, ho sempre seguito e ammirato».

Che è stato parte del tuo percorso: sei anche una raffinata autrice e interprete.

«La mia curiosità mi ha portato in molti terreni musicali. Oggi il mio mondo fatto di note e quello delle parole, che appartiene all’universo cantautorale, continuano ad essere legati dal progetto di affidare alcune mie composizioni strumentali ad interpreti e autori, per una nuova rivisitazione dei miei brani più conosciuti. Un nuovo ponte stilistico tra mondi diversi, a cui stiamo lavorando».

I momenti più belli dei tuoi concerti?

«Al di là delle standing ovation finali – un gesto che da solo cancella in un istante tutti i mesi di preparazione, gli studi, le difficoltà tecniche e il lavoro di tutto il team organizzativo dietro le quinte – forse gli attimi che rimangono per sempre sono quelli in cui per una frazione di secondo abbandono la visuale della tastiera e incrocio i visi attenti, gli occhi lucidi, i sorrisi sinceri, gli sguardi sognanti degli spettatori.

In quel momento sai che la tua musica sta arrivando da qualche parte».

Chi è Roberta Di Mario oggi?

«Sono una pianista classica contemporanea. Una artista Steinway. E una tra le poche donne compositrici italiane in un settore dominato da uomini.

Dirigo alcuni importanti Festival musicali e culturali – patrocinati dalle principali istituzioni europee e italiane – tra cui il Parlamento europeo, l’Unione europea e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Opero in molti ambiti artistici oltre il concertismo e la composizione. Tra cui radio e tv, teatro, arte e colonne sonore, scritte per Ferrovie dello Stato, RAI, Magister Art, Padiglione Italia Expo Dubai, Treccani, Tiscali, ecc.

Negli ultimi anni ho avuto il grande piacere di suonare presso festival e teatri, nonché in alcune sedi di rappresentanza diplomatica all’estero, tra cui l’Istituto di Cultura a Oslo, l’Ambasciata d’Italia a Copenaghen e quella ad Ashgabat.

Rappresentare l’Italia all’estero attraverso la mia musica è sempre per me motivo di grande orgoglio.

In particolare, ho suonato per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne all’Ambasciata italiana in Danimarca, e per il 10° anniversario dell’Ambasciata italiana in Turkmenistan».

ALA, Il nuovo progetto di Roberta Di Mario.

I tuoi prossimi progetti?

«Una serie di concerti internazionali per presentare il mio ultimo progetto, che si intitola “ALA, elegia in tre atti”. Un concerto per pianoforte solo, fatto di suoni parole e immagini, a volte impreziosito da una formazione di archi o orchestra. Ad anticipare il progetto sarà il brano “Pour le Piano”.

ALA omaggia, celebra e onora il pianoforte con sonorità che spaziano fluidamente tra classico e contemporaneo. Un repertorio che si muove tra composizioni di J.S Bach, il Pitagora del suono, F. F. Chopin, il poeta del pianoforte, e mie composizioni inedite. Un omaggio non soltanto al pianoforte, ma un volo continuo, fluente, suggestivo, tra tradizione e modernità.

E un invito a ricordarci che la vita è un battito d’ali e sta a noi volare e posarci dove risiede valore e bellezza».

ALA, Il nuovo progetto di Roberta Di Mario.

In un’epoca dominata dal frastuono digitale, la musica di Roberta Di Mario rappresenta un’oasi di quiete e bellezza, una pausa per riflettere, sognare e ritrovare sé stessi. Attraverso artisti come lei l’eredità del pianoforte continua a brillare di luce propria.

Perpetuando il fascino di uno strumento che, oggi come ieri, non smette mai di incantare.

Potete seguire Roberta Di Mario su: Facebook, Instagram, sul sito ufficiale, sul canale YouTube e sul sito ufficiale Steinway.

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Gae Capitano
Gae Capitanohttps://gaecapitano.it/
Paroliere, compositore, arrangiatore e musicista italiano. Disco d’Oro – Disco di Platino – Finalista Premio Tenco – Vincitore Premio Lunezia Autori- Vincitore Premio Panchina, Resto del Carlino – Vincitore Premio Huco- Finalista Premio De Andrè – Valutazione Ottimo Mogol e Docenti Centro Europeo di Toscolano