Luigi Antinucci & Il Circolo dei Cantautori

Il Circolo dei Cantautori nasce da un progetto del cantautore Luigi Antinucci, all’interno dell’Associazione Culturale Magica Torino, con la finalità di valorizzare la canzone d’autore Piemontese e i suoi Artisti. Al pari delle scuole cantautorali Genovesi, Bolognesi e Romane, entrate nelle espressioni stilistiche della musica italiana.

il circolo dei cantautori - il logo dela progtto che rappresenta una chitarra

Luigi Antinucci: un romantico visionario

Cantautore, chitarrista, autore e produttore di colonne sonore, spot e jingles, speaker e conduttore radiofonico, nella sua carriera si è dedicato a molteplici progetti.

Titolare dello “Studio Antinucci – Musica e Produzioni Sonore”. Fondatore e vicepresidente dell’Associazione Culturale Magica Torino. Palma d’oro a New York per il docufilm “Civiltà delle Macchine“. Premiato a Recanati al prestigioso Premio Musicultura. Diverse le pubblicazioni discografiche di canzoni e colonne sonore con Maracash, G7 Music, Machiavelli Music, Aenima Recording, Toast Records.

Ha collaborato con: Rai, Rai Trade, BMG, Radio Montecarlo, Quazar film, Pancho Film, L’isola Ritrovata, LuccAutori, CNA, Regione Piemonte, Città di Torino, Radio 105, Capital, Armando Testa, Filmalpha & Ass., Euphon, Barter, Parco Film, Confartigianato, Assessorato alla Cultura di Moncalieri, come direttore artistico della rassegna canzoni d’autore “MoncalierinCanta”, Circolo dei Lettori.

Con sua figlia Raffaella Antinucci, raffinata interprete e attrice, ha condiviso il palco con vari artisti italiani, tra cui Mauro Pagani, Giorgio Conte, Alberto Fortis, Francesco Baccini, Vittorio De Scalzi.

Tra i suoi ultimi lavori discografici: “Magica Torino – Il mio viaggio con Tenco“, album ufficializzato dalla famiglia di Luigi Tenco e segnalato dal critico Enrico De Angelis, “Piazza Solferino“, con la partecipazione di Fabrizio Bosso.

Conduce il programma radiofonico “Io… Robinson” in onda sul circuito nazionale Radio News e locale Radio Alfa.

L’ultima visione di Luigi Antinucci: Il Circolo dei Cantautori

Un’idea nata da una considerazione che così ha commentato lo stesso Antinucci in una recente intervista:

“Trovo inspiegabile e grave il fatto che, a differenza di altre città come Genova, Bologna, Roma, Napoli, non si sia mai parlato di “Scuola torinese”. Io sono convinto che il fermento creativo sulla canzone d’autore nel nostro territorio sia altissimo, da sempre. Se pensiamo che è nata proprio a Torino, con i  “Cantacronache” già nel 1957”.

“Vorrei essere il propulsore e portavoce di un “movimento culturale” che sia vicino alla tradizione cantautorale poetica. Quella dei grandi artisti piemontesi Luigi Tenco, Paolo Conte o Gian Maria Testa. Cercheremo di interessare la stampa, organizzare concerti, incontri e dibattiti, utilizzare mezzi di diffusione radio, tv e internet”.

“L’attività si svolgerà grazie e per mezzo di Magica Torino Ets, della quale sono socio fondatore e vicepresidente. Una realtà consolidata, in grado di dialogare con le Istituzioni. Il Circolo dei Cantautori darà voce ad un coro comune, al fine di tutelare e dare risalto a quella canzone d’autore che, come ben sappiamo, oggi non è più adeguatamente valorizzata”.

luigi antinucci - il logo del circolo dei cantautori che raffigura una chitarra sospesa tra le nuvole

Il Circolo dei Cantautori: il pensiero di Gae Capitano

Quando Luigi mi ha parlato la prima volta di questo progetto la prima riflessione è stata: “C’è ancora bisogno, oggi, della figura del cantautore?”

Una domanda insidiosa e attuale.

Qualche mese fa, in un intervento per il nuovo libro di Michele Neri, direttore della storica rivista “Vinile“, ho affrontato uno degli argomenti per me più sottovalutati: il nuovo impatto delle intelligenze artificiali nel mondo delle canzoni.

Non abbiamo ancora realizzato la portata storica della loro esistenza ai primi passi. La realtà è che scrivono bene. Sicuramente meglio di autori modesti. In particolare, in questo momento storico per il mondo della musica. Dove le parole, il senso, i concetti delle canzoni hanno un ruolo sempre più marginale.

Dover competere con questa nuova tecnologia, ci da’ la risposta alla prima domanda: “Sì. I cantautori sono ancora importanti”.

Perché mentre le canzonette sanremesi possono essere prodotte in serie come le merendine del Mulino Bianco (e già molte sono realizzate così) i veri capolavori – come Mogol e Battisti per intenderci– sfuggono ancora agli algoritmi delle IA.

Il genio, l’imprevedibilità’, la sensibilità, sono ancora terreni in cui i veri cantautori sono maestri difficilmente imitabili.

Quindi non solo e’ legittima la presenza oggi del cantautore. Ma – più che mai – necessaria.

Il secondo pensiero è stato: “Esiste davvero una scuola piemontese?”

Cioè, “Una voce stilistica univoca paragonabile ad altri filoni autorali entrati nell’immaginario collettivo. Come la scuola genovese di Fossati, Bindi, Tenco, De Andrè, Paoli? O quella romana di Fabi, De Gregori, Gazze’, Venditti, Silvestri?

La risposta e’ semplicemente nei nomi storici che mi sono venuti in mente: Paolo Conte, Fred Buscaglione, Umberto Tozzi, Ludovico Einaudi, Gipo Farassino, Gian Maria Testa, Subsonica, Eiffel 65.

Un’ impronta che continua oggi con eccellenze assolute della musica italiana come Levante, Santi francesi, Cosmo, Eugenio di via di gioia, Bianco. E De Simone, che in questi giorni ha ricevuto un premio internazionale per la musica da cinema.

Senza dimenticare i professionisti che hanno portato il loro lavoro –e una possibile firma piemontese– in tutta Italia e nel mondo: Borgatta, Petrini, Camarca, Rivagli, Pitino, Orefice, Argiolas, Scarpa, Miori, Chiara, Guerrieri, Negro, Odasso, Rossi, Chiapello, Valente, Matera, Dall’Omo, Venegoni, e decine di colleghi altrettanto famosi, talentuosi, importanti.

Quindi la risposta alla seconda domanda è: “Sì, Esiste una scuola piemontese”.

luigi antinucci - un collage di immagini delle copertine dei suoi album

Il terzo e ultimo pensiero è stato: “Perché La Scuola Piemontese non viene mai citata?” Eppure, la sua esistenza è innegabile.

Questa considerazione mi ha riportato ad un aneddoto.

Nel 1997 durante una riunione della trasmissione “Stranamore” di Canale 5 fui testimone di una dinamica particolare.

La produzione calcolava i tempi di ripresa tenendo conto di un fattore bizzarro: quando il camper inconfondibile del programma entrava in città come Napoli, Palermo Roma, il traffico andava in tilt e, per l’assembramento della folla, dovevano intervenire le forze dell’ordine per riportare la normalità e permettere di finire il lavoro.

Quando un servizio veniva invece girato a Torino, il camper arrivava in pieno centro storico, parcheggiava in Piazza Castello, senza alterare minimamente il normale via vai quotidiano, e la troupe effettuava le riprese sotto i portici della via principale, senza che nessuno, si avvicinasse.

Condivido con voi questo ricordo perché credo descriva perfettamente il perché non si parli mai di “Scuola Piemontese” nel mondo della musica.

Esiste un pudore e un atteggiamento distaccato, nobile, riservato, che è radicato nelle genti di queste regioni nate ai piedi delle montagne. Trasmesso da questo territorio che storicamente è sempre stato-in qualche modo – di confine. Trascurato da alcuni periodi storici, architettonici, culturali, politici, perché sempre nella possibilità di essere perduto, nel diventare prima o poi francese.

La risposta alla terza domanda è in questa considerazione. Gli artisti nati o cresciuti professionalmente in Piemonte hanno nel dna – o nell’educazione indotta- una strana riservatezza. Che li rende non appariscenti. Mai sopra le righe.

Artisti che affidano al talento e ai risultati il giudizio sul loro operato. Pensate a personaggi come Rita Levi Montalcini, Luca Argentero, Piero Angela, Valeria Tedeschi, Roberto Bolle, Bruno Gambarotta, Alessandro Baricco, Giovanni Agnelli, Umberto Eco, Gianni Rodari, Piergiorgio Odifreddi, Primo Levi, Carla Bruni, Ezio Greggio, Giampiero Boniperti, Piero Gros, Cesare Pavese, Don Giovanni Bosco.

Sicuramente troverete quel comune denominatore di eleganza e riservatezza che in qualche modo li accomuna.

E come esempio nel mondo della musica di questa riservatezza, mi permetto di citare un amico, che considero uno dei miei maestri.

Non per avermi trasmesso il suo talento – altrimenti sarei il peggiore degli allievi- ma principalmente come figura che ho sempre ammirato e usato come archetipo di questo modo di essere artisti.

Il Maestro Silvano Borgatta. Che ha esportato il suo tocco di grande pianista e la raffinatezza della sua scrittura senza mai troppo apparire. Lasciando che fosse sempre la sua bravura a parlare per lui. 

luigi antinucci in primo piano, seduto su un divano di tessuto chiaro, intento a suonare una chitarra acustica

Il primo passo concreto verso la realtà del Circolo dei Cantautori

La presentazione ufficiale del progetto, si è tenuta venerdì primo Marzo 2024, presso l’auditorium del Polo del 900, un centro culturale fondato da Regione Piemonte, Fondazione Compagnia San Paolo e Città di Torino. La sua bellissima, storica e elegante sede è ubicata nelle vicinanze della centralissima via Garibaldi, nei Palazzi di San Celso e San Daniele. Progettati e realizzati dall’architetto Filippo Juvarra, Il maestro dello stile barocco, che ha realizzato in Piemonte la Chiesa votiva di Superga, Palazzo Madama, La scala delle forbici del Palazzo Reale.

Per l’occasione erano presenti le istituzioni, rappresentate da Rosanna Purchia, assessore alla cultura città di Torino, Maria Grazia Grippo, presidente del consiglio comunale di Torino, Laura Pompeo, assessore alla cultura della città di Moncalieri. Renata Testa del Circolo dei Lettori. Francesca Belo, il giornalista Roberto Tartara di CittAgorà, Rete 7.

Presente anche la scrittrice e poetessa Barbara Bianca Colombotto Rosso, presidente di Magica Torino, che così è intervenuta sul nuovo progetto:

Ho accolto con entusiasmo l’iniziativa di Luigi Antinucci, musicista e autore di grande esperienza, di far nascere all’interno della nostra associazione il Circolo dei Cantautori. Con i principi che la animano da ormai quasi dieci anni: promuovere l’arte e preservarla”.

“Ci è parso necessario, oggi più che mai, dare vita a questa nuova realtà proprio a Torino, culla della canzone d’autore. In un epoca caratterizzata dalla frenesia e dalla superficialità il Circolo dei Cantautori si presenta come un’oasi di creatività e autenticità, all’interno della quale gli artisti possono condividere le proprie esperienze, ispirarsi reciprocamente e preservare la tradizione della canzone d’autore, arricchendola con nuove proposte e stili. In una società sempre più digitalizzata, il confronto e il contatto diretto, non solo virtuale, diventano essenziali per coltivare un senso di comunità e appartenenza”

un collage di immagini

Gli artisti del Circolo dei Cantautori

Ho avuto il piacere di essere invitato sul palco dell’evento, a moderare la presentazione, con Luigi Antinucci, il giornalista Maurizio Gelatti, Paolo Rossi di Radio Alfa.

Ospite d’eccezione, il critico musicale Vito Vita.

Che ha intrattenuto e affascinato il pubblico presente con una profonda e dettagliata riflessione sulle origini della canzone d’autore in Piemonte. E sugli artisti famosi che hanno rappresentato i punti cardine di una scrittura che può essere riconducibile a una Scuola Piemontese.

Alla presentazione ufficiale del progetto anche, e soprattutto, momenti di musica di alto livello.

Si sono esibiti una serie di artisti che rappresentano alcune delle eccellenze musicali di questa scuola cantautorale che il circolo vuole valorizzare.

Davide Cruccas, Borgatta’s Factory, Luigi Baudino, Aldo e Alessandro Valente, Marinella Tenaglia, Marco Bonino, Amish, Giovanni e Caterina Battaglino, Simona Palumbo, Cipo Sugar, Marco Roagna, Rob, Maurizio Seren Rosso. E naturalmente Luigi Antinucci.

Per ultimo. Quasi a sottolineare quanto l’importanza del progetto globale sia superiore all’universo dei singoli artisti.

un collage di immagini

E proprio su Luigi Antinucci voglio lasciare il mio ultimo – ma non meno importante- pensiero personale.

Antinucci, promotore e ideatore di questa iniziativa, oltre ad avere il merito di aver dato vita al progetto, ha il background, l’eleganza, i modi cortesi, la competenza artistica, e una attenzione premurosa sempre dedicata alla nostra città, che ne fanno la persona migliore – sicuramente una delle persone migliori- per rappresentare quella realtà che reclama il suo – già meritato- posto nella storia della musica italiana.

“La Scuola Cantautorale Piemontese è qui. È sempre stata qui”.

Benvenuto Circolo dei Cantautori. Buona vita.

Potete seguire Il Circolo dei Cantautori su Facebook e sul sito ufficiale, e potete seguire Luigi Antinucci su Facebook, Instagram e sul canale YouTube.

Potrebbero interessarti:

Roberto Puleo. Il mondo della musica perde uno dei più importanti chitarristi italiani

Fabrizio Griffa & Sandro Fiorio: ”L’Antica Officina dei Miracoli”

Sanremo 2024: le pagelle “Masterclass” di Gae Capitano

La musica che gira intorno: “Masterclass” di Sanremo 2024

Paolo Amati: una vita tra Cinema e Musica

The Trip: ritorno al futuro con “Now The Time Has Come”

Maurizio Fabrizio: il grande autore della musica italiana rende omaggio a Édith Piaf nel suo nuovo capolavoro “Édith”

Gae Capitano
Gae Capitanohttps://gaecapitano.it/
Paroliere, compositore, arrangiatore e musicista italiano. Disco d’Oro – Disco di Platino – Finalista Premio Tenco – Vincitore Premio Lunezia Autori- Vincitore Premio Panchina, Resto del Carlino – Vincitore Premio Huco- Finalista Premio De Andrè – Valutazione Ottimo Mogol e Docenti Centro Europeo di Toscolano