Si fa presto a dire moda

Si fa presto a dire moda.

Moda, look e fashion sono tre parole che ormai fanno parte del nostro repertorio quotidiano, sia che si vada in ufficio, sia che si vada a far la spesa, sia che si esca per una serata.

Si fa presto a dire moda, anche quando si deve partire per le vacanze.

Sarà capitato a tutti voi, dover scegliere il meglio del vostro guardaroba da portare in vacanza.

C’è chi come me e mia moglie, avrebbe bisogno di un container, e tutte le volte fa incazzare di brutto le addette al check-in, in aeroporto;  c’è chi invece sceglie il minimo indispensabile lo butta, in un borsone e naturalmente non avrà mai problemi di sovrappeso nel bagaglio.

Si fa presto a dire moda, soprattutto nelle vacanze: il momento topico della stagione, quello che aspettiamo tutto l’anno, e quello dove in teoria, dovremmo dare il meglio di noi stessi.

Trascorrendo le vacanze soprattutto all’estero, si notano particolari differenze, particolari diversità, nel modo di intendere la moda. Ed è quello che adesso andrò pian piano a descrivervi.

Partiamo naturalmente con noi italiani: l’uomo italiano lo riconosci subito, a colazione al resort al mattino, piuttosto che a cena, oppure a passeggio alla sera sul sul lungomare.

Bermuda perfettamente stirato, meglio se con i tasconi, infradito all’ultima moda, quelle di pelle, veramente fighe, e poi il must. Ovvero la polo con il colletto rigorosamente alzato e qui il brand “Baci e Abbracci” la fa da padrone. Il collo rischia di rimanere bloccato, però è troppo figo far vedere la scritta ricamata.

Accessorio obbligato:il tatuaggio.

Poi, la donna italiana: la riconosci a prescindere. Va in spiaggia con il pareo “vedo-non-vedo”, rigorosamente colorato, il costume all’ultima moda, comprato, magari nei saldi, ma la gente non ha bisogno di  saperlo e, soprattutto, con la zeppa ai piedi, se non addirittura con il tacco dodici.

Passeggia a bordo piscina con quello sguardo che dice “ce l’ho solo io”.

Si fa presto a dire moda: in primo piano una ragazza bionda, che indossa un bikini arancione e una liseuse bianca

Ultimamente, devo dire che c’è una forte concorrenza da parte soprattutto delle donne che arrivano dall’ ex URSS, quelle che girano notte e giorno con la “liseuse da nuit” e che in spiaggia si fanno dei self-book che neanche Cosmopolitan o Playboy.

Personalmente preferisco sempre e comunque la donna mediterranea.

Si fa presto a dire moda. Sono gli stranieri, che danno più spunti di riflessione, a noi, abituati ad andare in giro sempre “alliccati” come dei manichini. Spunti molto spesso divertenti, soprattutto per quel che riguarda le calzature.

Tedeschi e francesi, a volte anche inglesi, vanno pazzi per il sandalo tipo Fra Cristoforo, di manzoniana memoria, rigorosamente con il calzino bianco indossato sempre. Sia che si vada in spiaggia, che si vada a colazione, a cena o a passeggio.

Quest’anno mi è capitato di vedere anche qualcuno che porta le infradito con le calze, e questo è veramente il top. Si fa per dire.

C’è poi chi riesce a indossare per tre giorni, se non quattro, consecutivi, la stessa maglietta, 24 ore su 24, e  portarla con nonchalance everywhere. Eh si, si fa presto a dire moda.

Per quel che riguarda i giovani, invece quest’anno ho potuto notare un trend che sinceramente mi lascia un momentino perplesso.

Soprattutto le tenagers,  anche in questo caso, quelle che arrivano da oltremanica, adorano:  ciabattina, o piede completamente nudo, pantaloncini cortissimi e a vita bassissima, che non lasciano nulla all’immaginazione, e il tocco di classe. Anche qui si fa per dire: la canottiera.

Si proprio quella tipo uncinetto, che indossava nostra nonna o nostra mamma sotto sotto il vestito. Vi posso garantire per l’occhio è devastante.

Un’ultima considerazione riguarda invece di amati “vecchietti”, e qui non ci sono distinzioni di nazionalità.

Si fa presto a dire moda: il look è più o meno sempre lo stesso. Gli over 70 li riconosci a prescindere.

Magari sono gli stessi che a casa guidano una cabrio, ma in vacanza indossano il camiciotto, rigorosamente a quadrettoni, meglio se la manica è stata tagliata, perché una volta il camiciotto era una camicia a  maniche lunghe, rigorosamente con il pantaloncino che ricorda le colonie FIAT di Spotorno.

Jeans che hanno conosciuto tempi migliori, naturalmente sotto il ginocchio anche qui, probabilmente ritagliati da un paio che si usavano ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, mocassini consumatissimi, e il classico pedalino in bellavista, con colore che non c’entra niente con il resto dell’abbigliamento.

Per finire,  berretto degli New York Yankees, o cappello di paglia che si trova in un qualunque negozio sul lungomare a pochi euro.

Naturalmente ho scherzato.

L’importante è sempre stare bene con se stessi, starea proprio agio.

Ma mi permetto di dare un consiglio, anche qui a livello internazionale: mi raccomando, vestitevi come volete ma usate sempre acqua e sapone. Ricordatevi che non siete soli al mondo.

 

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.