Silver Welfare: l’enigmatico futuro dei pensionati italiani

Qual è il silver welfare italiano e che futuro spetta ai futuri pensionati italiani? E’ tempo di chiusure di bilancio, di inventari, di consuntivi e di rapporti sulla base dei dati raccolti nell’anno che si è appena concluso. Per quel che riguarda la popolazione anziana, il nostro Paese non ha delle prospettive rassicuranti. Malgrado la Commissione di Bilancio abbia dato una ritoccatina alla legge Fornero, per i prossimi anziani italiani il futuro è davvero enigmatico.

Ad esempio: le pensioni minime sono state aumentate a 600 euro, ma solo per il 2023 e solo per gli over 75. E poi? Cosa accadrà l’anno prossimo, le riabbasseranno 563 come sarebbe stato con la rivalutazione completa, fissata al 7,3%?

Per le donne non si mette meglio. Citando testualmente l’Ansa:”‘l’età di accesso alla misura che prevede il calcolo dell’assegno interamente con il calcolo contributivo sale a 60 anni (sempre con almeno 35 di contributi) ma con la possibilità di uno sconto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due anni. La possibilità di utilizzare la misura sarà limitata alle donne in una situazione di svantaggio ovvero coloro che sono state licenziate, hanno una disabilità di almeno il 74% o sono care givers” E le altre donne?

Infine, una rimodulazione dei coefficienti ci ricorda che la speranza di vita si è ridotta a causa dell’alto tasso di mortalità dovuto al Covid. Questo fa si che crescano i coefficienti di trasformazione del montante contributivo e che, in pratica, fa si che chi andrà in pensione dal 2023 avrà una rendita più alta rispetto a coloro che sono andati in pensione fino al 2022.

Non avete capito? Non preoccupatevi, non siete i soli.

Il rapporto Censis

L’ultimo rapporto Censis ci dà un chiaro quadro della situazione. A parte il fatto che il nostro è un Paese di “vecchi” (ma questa non è una novità), gli anziani non mettono in conto di passare la loro vecchiaia in una casa di riposo. Preferiscono le cure a domicilio e questo fa si che ci sia una forte domanda di colf e badanti, una spesa che è preferibile alle rette delle residenze sanitarie assistenziali, meglio note come RSA.

Il clima è di incertezza e il futuro preoccupa. La disoccupazione e l’inoccupazione giovanile costringe le famiglie a sostenere e mantenere i figli fino all’inoltrata età adulta e, allo stesso tempo, a non potersi permettere di avere il tempo di occuparsi dei genitori che invecchiano. Questo comporta due fattori, uno positivo e uno negativo. La notizia buona è che abbiamo un alto tasso di laureati tra i 25 e i 34 anni, Quella cattiva è che i due terzi sono a carico totale della famiglia perchè non lavorano.

Ma puntiamo tre riflettori su quanto appena detto: anziani, badanti e giovani.

Pochi, in difficoltà, ma con tante risorse da mettere in campo: i giovani oggi.

Attualmente vi sono 7,5 milioni di 0-14enni (il 12,7% della popolazione) e 12,1 milioni di 15-34enni (il 20,5% del totale). Rispetto a vent’anni fa sono diminuiti rispettivamente di 620.470 e 3,1 milioni di unità. Tra vent’anni ci sarà una riduzione ulteriore di 1,1 milioni di 0-14enni e di 1,7 milioni di 15-34enni.

La crisi demografica accende una luce sulla difficile condizione attuale dei giovani. Nel 2021 in Italia il tasso di occupazione dei lavoratori 15-34enni è pari a 41,0% (media Ue: 56,5%). Il reddito medio lordo a parità di potere d’acquisto di un giovane di 18-24 anni in Italia (17.810 euro) è inferiore di 836 euro rispetto a quello di un coetaneo in Francia e di circa 6.600 euro rispetto a quello di un giovane tedesco. Ampia è la distanza anche dal reddito di un giovane in Belgio (-5.232 euro) e in Austria (-7.800 euro circa). Ma la generazione attuale di giovani è la più qualificata che ci sia mai stata nel nostro Paese: possiede la laurea il 28,3% dei 25-34enni.

Colf, badanti e baby-sitter in soccorso delle famiglie italiane.

Nel 2021 i lavoratori domestici contribuenti sono stati 961.358. Si evidenzia una prevalenza della componente femminile (816.476, quasi l’85% del totale), una maggioranza di lavoratori domestici di origine straniera (672.609, il 70%) e poco più della metà dei lavoratori domestici sono colf (509.987, il 53%). La figura della badante è predominante tra coloro che provengono dall’Europa dell’Est (46,3%).

Secondo una stima del Censis, i lavoratori domestici sono nel complesso circa 2 milioni. La domanda di colf e baby-sitter è sostanzialmente ad ore (rispettivamente per l’89,9% e l’86,1% dei datori di lavoro), mentre la domanda di badante necessita la convivenza (67,1%). Nel caso in cui fosse necessario il sostegno a un proprio familiare non autonomo, più della metà del campione (58,5%) eviterebbe in tutti i modi di fare ricorso a una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa), preferendo assumere una badante. Mediamente, la spesa sostenuta dalle famiglie per una badante oscilla intorno a 1.200 euro mensili, circa 750 euro per colf e baby-sitter.

pensionati - una badante vestita con un lungo soprabito azzurro spinge una carrozzella con una signora anziana seduta. L'anziana donna indossa un cappello a bunnet di lana beige, una camicia azzurra e dei pantaloni rossi

Silver welfare: l’enigmatico futuro dei pensionati italiani.

Dopo essersi ritrovati nel periodo pandemico al vertice della piramide dei garantiti, il ritorno improvviso e inatteso dell’inflazione ha collocato i pensionati tra coloro che sono più esposti all’erosione del potere d’acquisto. Pensando al proprio futuro, solo il 38,7% si sente con le spalle coperte sul piano economico (nel 2019 il dato era al 68,2%). La fragilizzazione della condizione economica dei pensionati non solo rischia di mettere in crisi il «silver welfare» a supporto di figli e nipoti, ma alimenta anche la loro paura verso alcuni rischi sociali.

Il 35,2% dei pensionati si sente poco coperto in caso di malattia e della necessità di ricorrere a prestazioni sanitarie, il 45,4% in caso di non autosufficienza. Più di 16 milioni di pensionati attivano una spesa complessiva annua per le pensioni di oltre 312 miliardi di euro, con un importo medio di 1.500 euro circa per tredici mensilità. Ma esistono differenze significative nei redditi pensionistici che rendono alcune tipologie di pensionati più esposte ai rischi di questo momento. Al Sud le pensioni medie sono di circa il 20% inferiori a quelle del Nord e quelle delle donne sono inferiori di circa il 28% rispetto a quelle degli uomini.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”