Stabilimenti balneari verso lo sciopero contro la Bolkestein: ombrelloni chiusi per due ore il 9 agosto e probabilmente anche il 19
l 9 agosto, gli ombrelloni degli stabilimenti balneari resteranno chiusi per due ore, per dare un forte segnale di malcontento verso la direttiva Bolkestein, ma in programma ci sono altre due giornate di mobilitazione. A indire lo sciopero sono Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti che, attraverso un comunicato stampa, hanno annunciato la decisione di ricorrere ad azioni dimostrative, per sensibilizzare il Governo e gli italiani sul pericolo a cui sta andando incontro l’offerta turistica balneare italiana e, con lei, il futuro delle imprese nazionali.
“È doveroso dare un segnale, e noi lo diamo in senso propositivo. La nostra azione non è un attacco, ma un appello affinché il governo intervenga per evitare lo stato di confusione che si sta generando nel comparto balneare italiano e, ancora di più, nelle famiglie e nelle imprese che hanno investito e creduto in un regime legislativo che riconosceva dei diritti che oggi non ci sono più”.
Ha commentato Maurizio Rustignoli, Presidente nazionale di FIBA Confesercenti.
“Stiamo programmando una serie di iniziative volte a sensibilizzare il governo sulla grave incertezza che affligge il settore balneare. La prima è prevista per il 9 agosto, e attueremo azioni simboliche come l’apertura ritardata degli ombrelloni. È un’iniziativa aperta a tutte le imprese balneari e a tutte le sigle sindacali, che invitiamo a partecipare. Non è una questione di bandiera, ma di ottenere un’attenzione concreta sulla grave situazione che stiamo vivendo noi come imprese e come famiglie”.
La mobilitazione degli stabilimenti balneari è un’azione che conferma quanto abbiamo già scritto sulle nostre colonne.
Perchè la direttiva Bolkstein preoccupa i gestori italiani


Seguendo la direttiva, di fatto, l’Italia dovrebbe revocare tutte le licenze concesse agli stabilimenti balneari e mettere le coste a disposizione di una nuova gara d’appalto, aperta a imprenditori nazionali e internazionali.
Con un esempio pratico, la famiglia Parodi (nome di fantasia), titolare storica degli stabilimenti balneari “Il molo del turista” (altro nome di fantasia), con regolare concessione della durata di vent’anni, in corso di validità, tramandata nel tempo da tre generazioni, dovrebbe di fatto lasciare la struttura messa in piedi negli anni, con tutti gli annessi e connessi (cabine, sdraio, chiosco eccetera) e lasciare che quell’attività possa essere rilevata dall’imprenditore tedesco che fa un’offerta più bassa.
La revoca di tutte le licenze concesse agli stabilimenti balneari sul demanio pubblico e l’organizzazione di una nuova gara d’appalto per mettere le coste a disposizione, come previsto dalla Direttiva Bolkestein, certo garantirebbe una maggiore concorrenza e apertura del mercato nel settore balneare., ma comporta conseguenze significative e richiedere un’attenta pianificazione e gestione.
Se l’Europa vede solo vantaggi, come una maggiore diversificazione degli operatori balneari, l’innovazione nel settore e una potenziale riduzione dei costi per i consumatori, l’Italia vede crisi e perdita di posti di lavoro per i gestori attuali degli stabilimenti balneari, nonché la necessità di garantire la tutela dell’ambiente e la qualità dei servizi offerti.
Le motivazioni dello sciopero
In una nota stampa, il Presidente di Sindaco Italiano Balneari (SIB) Antonio Capocchione ha dichiarato:
“Il Governo e il Parlamento non hanno emanato alcun provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana tutelando il nostro lavoro e le nostre aziende.
Sono rimasti inascoltati tutti gli appelli provenienti non solo da noi ma dai Comuni e Regioni di ogni orientamento politico.
La messa a gara delle nostre aziende non è una eventualità ma una realtà. Le hanno già avviate decine di Comuni di ogni orientamento politico. Le stanno facendo senza direttive legislative e con modalità diverse perlopiù in assenza di alcuna tutela dei concessionari attualmente operanti.
Lo scenario peggiore che si potesse avere. Di fronte a tutto questo impossibile restare silenti. È doveroso protestare.
Nell’interesse non solo delle nostre famiglie ma anche del Paese che ha la necessità di salvaguardare un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo.
Ecco perché abbiamo deciso che venerdì 9 agosto apriremo gli ombrelloni alle ore 9,30 se il Governo e il Parlamento avranno ultimato i propri lavori senza alcun intervento legislativo.
E se il Governo continuerà ad essere inerte il giorno 19 agosto li apriremo alle ore 10,30″.
Leggi qui il testo integrale della Direttiva Bolkstein
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