Vera Gheno, L’Antidoto. Cose da fare e non fare quando siamo online.

Invidia, incompetenza, impulsività, narcisismo, noia. No, non è un elenco di peccati capitali 2.0, ma un assaggio di “veleni della Rete” su cui la penna affilata di Vera Gheno si sofferma in questo utile prontuario. L’antidoto, edizioni Longanesi offre una panoramica sui 15 principali comportamenti che adottiamo ogni giorno sui social. La sociolinguista mette la competenza delle parole al servizio di un tema a lei molto caro, la vita online e il portato di malessere e disagio che troppo spesso la accompagna.

Una lettura illuminante e impegnata che a ogni «veleno» contrappone un «antidoto», una soluzione concreta in grado di aiutarci a costruire un clima migliore in rete. Una panoramica su cosa facciamo, cosa potremmo fare meglio e cosa non dovremmo fare affatto quando siamo online.

copertina del libro l'antidoto di Vera Gheno un segnale di pericolo con teschio nella o del titolo rosso su fondo verde

L’antidoto di Vera Gheno ai veleni del web

Quanto tempo passiamo in rete ogni giorno? Quanti post, messaggi, frasi scritte scambiamo, spesso con persone a noi sconosciute? Siamo sicuri che lo stiamo facendo nel miglior modo possibile? Vera Gheno ci accompagna verso un uso più consapevole dei social, su cui spesso ci si dimentica di evitare il veleno verbale.

Dalla polarizzazione del dibattito alla disumanizzazione dei personaggi percepiti come pubblici, dalla manipolazione della narrazione all’incapacità di selezionare i contenuti che è appropriato condividere da quelli che dovrebbero restare privati, l’autrice passa in rassegna un’ampia gamma di comportamenti che adottiamo giornalmente sui social e ricostruisce la scala di disfunzioni relazionali e comunicative che ci avvelenano la vita, offrendone una lettura illuminante e proponendo soluzioni utili per disinnescarne gli effetti disastrosi.

una persona seduta su un bus mentre seduta usa un computer
foto licenza CC

Quel filo sottile che separa online da offline

Per quanto mi riguarda penso che il primo passo verso una rete più piacevole da frequentare passi da una maggiore consapevolezza rispetto ad azioni, atteggiamenti, comportamenti, convinzioni, certezze con le quali ci accostiamo all’onlife, come la chiama il filosofo Luciano Floridi. Un’esistenza nella quale online e offline non sono più considerabili due mondi indipendenti, separati l’uno dall’altro.

I consigli che seguono in queste pagine nascono sicuramente per l’ambito digitale, ma nulla vieta che si possano applicare anche in altri contesti della comunicazione pubblica. Le regole del gioco, in fondo, sono sempre le stesse. Cambiano i contesti, ma non cambia la predisposizione dell’essere umano alla relazione, come non cambia il fatto che tenere in piedi le relazioni sia faticoso. Ecco, dunque, quindici boccette di «controveleno» che possono agire come antidoto rispetto ad altrettanti aspetti «velenosi» della comunicazione nell’onlife. Che ogni persona le usi come meglio ritiene opportuno“.

icone dei social sullo sfondo desktop di un device

Di parole si vive e si muore

In rete di parole si vive e si muore. Cos’è l’odio dei giusti? E la carità interpretativa? Che significa disumanizzare l’interlocutore? Perché è importante cercare di non usare parole di plastica? Perché dialogare con chi la pensa diversamente da me? E come? Non rischio di legittimare i suoi errori? Come si rompono le bolle? E perché romperle? Tacere, è sempre acconsentire?

Vera Gheno accompagna nuove prospettive linguistiche e comportamenti corretti attraverso la curiosità nei confronti del mondo e delle sue complesse dinamiche. Un libro per non sottovalutare il potere di una parola ben scelta, di una comunicazione efficace, di un’ interazione riuscita.

Se vuoi sfogliare le prime venti pagine del libro di Vera Gheno, L’antidoto clicca qui

Vera Gheno foto licenza CC

Vera Gheno

Vera Gheno, sociolinguista, traduttrice dall’ungherese e divulgatrice, ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca, ha insegnato come docente a contratto all’Università di Firenze per 18 anni e da settembre 2021 è ricercatrice di tipo A presso la stessa istituzione. La sua prima monografia è del 2016: Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi). Del 2017 è Social-linguistica. Italiano e italiani dei social network (entrambi per Franco Cesati Editore). Nel 2018 è stata coautrice di Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello (Longanesi). Nel 2019 ha dato alle stampe Potere alle parole. Perché usarle meglio (Einaudi) e nel 2020 l’ebook per Longanesi Parole contro la paura. Istantanee dall’isolamento. Nel 2023 ha curato Parole d’altro genere. Come le scrittrici hanno cambiato il mondo (BUR). Si occupa prevalentemente di comunicazione mediata
tecnicamente, questioni di genere, diversità, equità e inclusione.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".