Zona gialla e assembramenti: perchè stupirsi delle folle?

Con l’entrata in zona gialla di quasi tutte le regioni italiane, si registrano assembramenti nelle strade e nei centri storici.

E’ domenica mattina e si è svegliato già il mercato…“, cantava Baglioni. Apro il mio pc e leggo le news del giorno.

Folle nel centro di Roma, chiuse le piazze della movida“, “Folle sulle spiagge e nelle città“, “Italia quasi tutta zona gialla, allarme per assembramenti nelle città“…e via così su quasi tutti i quotidiani.

Al di là della perturbazione atlantica che si sta abbattendo sul nord Italia con pioggia e neve, facendo salire l’allarme meteo in allerta gialla (guarda un pò come lo stesso colore cambia significato a seconda del caso e dei parametri), la perturbazione che turba maggiormente è quella dell’ondata di folla che si sta riversando nelle vie del centro delle città italiane, sulle spiagge e nei ristoranti a pranzo.

E quindi?

Potete uscire ma non uscite

Se tu apri la gente esce.

Perchè stupirsi di questa reazione nazionalpopolare? Se per mesi tutti hanno rispettato e subìto i divieti, ora rispettano e godono delle concessioni. Non c’è da stupirsi del bagno di folla che nell’ora di pranzo riempiono i ristoranti: sono aperti solo a pranzo e quindi tutto si concentra nelle ore del mezzogiorno. Certo, se i ristoranti fossero aperti anche la sera, forse la folla si spalmerebbe su due differenti orari, creando meno concentrazione di presenze tutte nella stessa fascia, ma è troppo difficile da capire.

Se poi, ogni attività di ristorazione chiude alle 18, va da se che tutti escano nelle prime ore pomeridiane, per godersi un pò di libertà al dehor di un bar o di una pasticceria. Certo, se non dovessero chiudere alle 18, il flusso di persone sarebbe redistribuito nell’arco del tempo, ma anche questo è troppo complicato da pensare.

I giovani, le famiglie, le coppie, sono nuclei sociali che hanno bene o male un loro orario biologico e i tre gruppi si incrociano ma non si sovrappongono, in tempi normali, se non in un breve lasso di tempo nel cuore del pomeriggio. Non lo dico io, ma le statistiche ISTAT, di cui allego pdf delle indagini.

“Evitate gli assembramenti”. Ma come si fa? Su chi cade realmente la responsabilità del buon senso?

Parola d’ordine: buon senso

Zona gialla non significa scampato pericolo. Serve ancora la massima prudenza se non vogliamo tornare indietro rispetto ai passi avanti delle ultime settimane“. Parole sante del Ministro della Salute.

Ma la gente non ne può più di stare chiusa in casa. E del resto, sono gli stessi che domani mattina, occuperanno le scuole, gli uffici e, soprattutto, i mezzi pubblici.

Non si può per paura di morire, rinunciare a vivere. E’ un’ossimoro, un paradosso, una contraddizione. Il buon senso deve stare nel rispetto delle misure di prevenzione.

E non deve spaventare la folla, ma deve spaventare l’incapacità di gestirla.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”