Carabiniere, padre della Patria, ma quale Patria?

La Terra dei Padri.

Il Carabiniere non è morto solo oggi, ma in un tempo indefinito del passato.

“Patria, “dal Latino “la terra dei padri.” È il concetto di nazione e paese, natio interiorizzato e idealizzato.

La patria è un topos, dal greco “luogo” e significa luogo comune, molto ricorrente in tantissimi temi trattati e argomentati nelle scienze umane, con particolare frequenza nell’area umanistica.”

E tu, quanto ti senti padre, madre, fratello, sorella, fidanzato o fidanzata quando chi serve il paese in cui vivi diventa una nuova stella?

I poeti non erano pazzi a scrivere poesia sulla propria Patria, a scrivere di quanto era valoroso morire per essa. Lo dico perché c’è davvero chi ci crede, chi si sente orgoglioso di indossare quella divisa la mattina presto e uscire di casa senza neanche essersi goduto il primo raggio di sole. Abiti che rendono uomini e donne tutti uguali, ma che proteggono un cuore pieno di valori che li accomuna tutti, indipendentemente dal colore delle loro uniformi.

Fratelli d’Italia

C’è chi protegge i mari, chi i cieli e chi sta quaggiù con noi, per le strade e dietro scrivanie pronti ad alzare la cornetta al primo squillo di emergenza.

“Per non parlare dell’Italia, che è troppo giovane per sapere già quel che vuole e che deve prima dimostrare se sa volere”, lessi una volta su un libro.

Ma quando troveremo la forza di diventare grandi?

Di quanto tempo abbiamo ancora bisogna per dimostrare di valere e volere?

Tu che scappi da qui, come ti senti? Ti manca casa ogni tanto? Non ti parlo di quattro mura costruite con mattoni, ti parlo proprio dell’Italia. Dell’Italia che è stata casa tua anche quando hai preparato le valigie per andare via.

Ci pensi mai o questa parte di Terra non ti appartiene più?

E tu, che sei ancora figlio dell’Italia e vivi a casa con lei, cosa pensi di tutto questo?

Lo so a cosa stai pensando in realtà, è facile per tutti puntare il dito su chi sbaglia, pensare alla vendetta anziché alla giustizia, anche se poi ciò che è andato non ritorna più.

Io avessi potuto, in quella notte del 26 Luglio, avrei allungato la mano a Mario, 35 anni, diventato marito da poco più di 40 giorni.

Mario Cerciello Rega, 35 anni, Vice Brigadiere

Vice Brigadiere del Corpo dell’Arma dei Carabinieri con sulle spalle una vita fatta di sacrifici, perché per quanta passione hai, questo lavoro è pieno di rinunce che nel corso della vita però, in un modo o in un altro ti vengono poi ripagate tutte. Sacrifici fatti per aiutare chi ti sta intorno, perché il pensiero di servire un paese che ti appartiene è l’unica cosa che ti fa sentire vivo tutti i giorni.

Condivido appieno quello che ho letto in un post su Facciabuco, e voglio riproporvelo sintetizzato, riveduto e integrato con il mio pensiero.

“A che ora è morto il Carabiniere ucciso stanotte?

Non è morto solo oggi, non solo a Roma. È morto in un tempo indefinito del passato. È morto quando hanno scritto A.C.A.B. sui muri, o i più raffinati 1.3.1.2.

È morto quando hanno intonato una canzoncina che inizia dicendo:

La disoccupazione ci ha dato un bel mestiere, mestiere di merda Carabiniere.

Un carabiniere muore ogni giorno

E’ morto quando nella libertà del seggio elettorale hanno votato chi sponsorizza un’immigrazione senza controllo, senza regole, senza giustizia. È morto quando alcuni Politici italiani hanno sottovalutato lo speronamento ai danni di una Nave Militare.

È altresì morto quando hanno fatto la colletta per liberare chi materialmente ha speronato i Finanzieri. È morto nel 1999 quando l’allora Governo nei primi 100 giorni abolì l’oltraggio a Pubblico Ufficiale, perché offendere chi rappresenta lo Stato con la propria divisa non deve essere considerato reato. L’oltraggio venne poi reinserito in seguito.

Oppure quando Barbara Balzerani, nome di battagli Sara, libera dopo essere stata condannata a più ergastoli, ha potuto esaltare pubblicamente quanto fosse stato divertente uccidere Carabinieri e Poliziotti negli atti terroristici da lei compiuti.

Quando nessun tutore del Diritto ha preso provvedimenti per quanto istigato dalla Balzerani.

È morto quando sono stati invitati assassini di Poliziotti o Carabinieri nelle università per tenere le loro sponsorizzate conferenze.

È morto quando l’ Amministrazione Comunale di Milano ha votato contro il taser per la Polizia Municipale. Meglio un Vigile Urbano accoltellato che un delinquente colpito da taser.

Muore quando i Giudici decidono di applicare il minimo della pena e lasciare liberi di circolare assassini e stupratori”.

Muore quando una maestra scrive pubblicamente uno di meno, non ne sentiremo la mancanza. Alla faccia dell’educazione civica che non si insegna più.

Morirà a Ferragosto, quando anche quest’anno una compagine politica andrà a trovare i detenuti in carcere, per vedere se hanno troppo caldo, senza essere mai stati a trovare un familiare delle vittime di quei delinquenti che giustamente stanno in galera.

Il Carabiniere ucciso oggi, in realtà, è morto tanto, tanto tempo fa.

Il miglior guerriero non è colui che trionfa sempre, ma colui che torna senza paura a combattere. Perché questo lavoro è sentire la paura e farlo comunque.

Dietro tutto questo, ci sono persone che non dovrebbero diventare stelle così in fretta, ma portarle cucite sulla propria divisa per un lungo tempo.

A Mario, carabiniere, e, a chi come lui, sarà per sempre eroe della Patria.

Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.