Concorrenti e autori del GFVIP denunciati per violenza privata

Esposto in Procura di Codacons nei confronti di Mediaset e dei concorrenti del GFVIP. La denuncia è per violenza privata ma c’è molto di più.

La sospensione di ieri del Grande Fratello Vip, ha delle spiegazioni che potrebbero essere molto più che un semplice “problema tecnico”. Alla ripresa della diretta si è scoperto che anche Sara Manfuso e dè a questo episodio che si è attribuita la sospensione del programma. Ma c’è di più.

Se ieri il web dei fedelissimi è balzato dalla poltrona imprecando “Censura!” e reclamando imperterrito la messa in onda immediata della trasmissione, oggi, lo stesso popolo del GFVIP deve confrontarsi, anzi, è obbligato ad aprire gli occhi, non solo sulla diretta ma sulle grave conseguenze dei comportamenti dei concorrenti e del mancato intervento in real time (passatemi la battuta), da parte di Mediaset.

C’è da dire che dall’altra parte dei supporter del GFVIP, c’è, fortunatamente, tutto un popolo che invece solleva da tempo osservazioni e dubbi in merito alla funzionalità e all’impatto sociale del programma. (leggi qui). Nel mirino, dunque, anche il ruolo diseducativo, soprattutto nei confronti di un target di spettatori molto giovani., dunque,

Morale ed educazione in bilico con lo share e l’audience, ma tra il rosso e il nero vince sempre lo zero.

E lo zero è ciò che è più produttivo da un punto di vista speculativo, per cui tutta una produzione televisiva diventa essa stessa spettatore interessato per ragioni di vile pecunia.

Solo che con questa edizione si è veramente oltrepassato il limite della decenza e della sopportazione.

Infatti, su Mediaset e sui concorrenti della Casa ora pendono accuse molto gravi. A fare il primo passo ufficiale è la Codacons che ha annunciato con un comunicato stampa l’azione intrapresa nei confronti dei responsabili della vicenda.

Il comunicato stampa Codacons

“Sulla grave vicenda del bullismo ai danni di Marco Bellavia, concorrente del “Grande Fratello Vip”, interviene il Codacons, che presenta oggi stesso un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, in cui si chiede di accertare possibili illeciti penali e violazioni delle disposizioni vigenti in materia di Tlc.

Ancora una volta la trasmissione Mediaset si rende protagonista di gravi episodi che oltre a rappresentare una forma di violenza sono altamente diseducativi specie per il pubblico più giovane. Nonostante quanto accaduto, né gli autori del programma né i vertici dell’azienda hanno saputo adottare misure adeguate, lanciando un messaggio errato e pericoloso ai telespettatori, che a migliaia si sono rivolti al Codacons chiedendo di intervenire sul caso.

Alla luce di quanto accaduto, presentiamo oggi un esposto alla Procura di Roma chiedendo di aprire una indagine alla luce della possibile fattispecie di violenza privata, accertando le responsabilità del concorrenti del GfVip e, per concorso, degli autori, del conduttore Alfonso Signorini e dei vertici Mediaset.
L’art. 610 del codice penale stabilisce infatti che “Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa, è punito con la reclusione fino a quattro anni”, reato che potrebbe configurarsi negli atti di bullismo commessi nel corso della trasmissione.
All’Agcom l’associazione chiede invece di adottare provvedimenti e sanzioni contro Mediaset per la possibile violazione delle disposizioni in materia di programmi televisivi”.

(fonte Codacons)

GFVIP codacons - lo screenshot del post su instagram
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”