Conrad Mägi: la luce e il colore del Nord

Non si può trovare modo migliore per descrivere Conrad Mägi che con le sue parole “Sono un figlio del Nord, e tutto ciò che sono è una par del suo popolo e della sua natura selvaggia. Ovunque mi trovi, il Nord sarà sempre la mia patria (nel senso più ampio). Amo la sua natura aspra e malinconica e quei vividi lampi di luce che gli artisti nordici sanno esprimere” .

Sicuramente tra i più “eccentrici” protagonisti dell’arte europea negli anni intorno alla prima guerra mondiale. Per molti versi Mägi resta un artista e un uomo difficile da collocare negli “ismi” . Nel senso che si confronta con tutti, ne sfiora alcuni, l’espressionismo fra tutti, ma non ne fa proprio nessuno. Così come non si appiattisce, pur amandola, sulla tradizione artistica estone.

Come Van Gogh

Mägi è considerato il capostipite della pittura estone moderna ed è spesso assimilato ad artisti come Vincent Van Gogh e Alfred Sisley, con cui ha in comune l’uso audace della materia pittorica e degli effetti luminosi.

La pittura incredibile della nqtura di comrwd mägi colljne con fiori e colori ambrati

La mostra, visibile ai Musei Reali di Torino nelle Sale Chiablese fino all’8 marzo 2020 dedicata all’artista estone dalla straordinaria forza espressiva, ė fatta soprattutto di colore e di luce. L’opera di Konrad Mägi è il lavoro di una personalità irrequieta e intensa. Attraverso la sua pittura di paesaggio, racconta al continente europeo il fascino della natura del Nord.dei suoi grandi cieli solcati da nuvole instabili e accese dai bagliori del tramonto. Parla di laghi, di campagne distese e le scogliere a picco sul mare.

La natura come un ritratto

Impossibile da collocare in un preciso movimento, Mägi sfiora tutte le correnti senza mai farne propria nessuna. Ama la natura e la dipinge come se stesse facendo un ritratto. Al contrario, i suoi pochi ritratti di persone sono realizzati come se stesse dipingendo la natura.

Veduta di Veneziw in azzurro e rosso con barchen in primo piano

Anarchico, eccentrico, sognatore e utopista, Mägi è un artista unico nel panorama europeo del primo ventennio del Novecento, per il suo approccio alla pittura e, più in generale, alla vita. Come scrisse egli stesso nel 1906:

Prima o poi bisogna andare a vedere il mondo, anche a costo della vita, perché non fa differenza come uno muore e dove muore”.

Opere come una sfida

Sono certa che le opere di Konrad Mägi saranno per il pubblico dei Musei Reali una scoperta e una sfida – afferma la direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella -. Una sfida, perché la poetica di Mägi, incrocia segni di culture artistiche come Art Nouveau, fauves, impressionismo, espressionismo .

Barche di fromte a Swn Marco in oro arancione e nero

E tutte devono essere interpretatie alla luce di un’ispirazione personale, come suggestioni che provengono da terre lontane dentro un solco di sapore quasi etnografico. Una pittura che scrive, con i suoi mezzi di forma, di colore e di luce, un pezzo di storia europea”.

Chi ė Conrad Mägi

Conrad Mägi nasce in un ambiente rurale dell’Estonia meridionale nel 1878 e nel 1889 si sposta con la famiglia a Tartu, dove comincia a lavorare come apprendista falegname.

Poco più che ventenne inizia la sua formazione artistica nella scuola di arti industriali di San Pietroburgo ma, già inquieto, abbandona la città nel 1906 per trasferirsi in Finlandia, nelle isole Åland, dove realizza i suoi primi dipinti.

Nel 1907 approda a Parigi, dove vive per un anno, lottando con i disagi causati dalla povertà e dalle difficoltà di inserimento nell’ambiente artistico della metropoli. Nel 1908 è in Norvegia, dove dipinge intensamente, creando la base per le prime esposizioni di Tartu e di Tallin (1910), che gli daranno grande notorietà consentendogli un altro viaggio a Parigi.

Ma già nel 1912 fa definitivamente ritorno in Estonia, dove lavora come insegnante d’Arte. L’ultima sua fase creativa coincide, nel 1921, con il viaggio in Italia, dove realizza luminose vedute di Roma, di Capri e di Venezia. Tornato in patria e gravemente malato, si spegne nel 1925, all’età di quarantasette anni.

Veduta lalgo in azzurro ciclamino e nero

Il film documentario

Un film-documentario su Konrad Mägi, appositamente realizzato per la mostra dalla regista estone Marianne Kõrver, sarà proiettato nell’ultima sala espositiva.

Il documentario si concentra sulla personalità contradditoria e in parte inesplicabile di Mägi, che si riflette in forme diverse anche nelle sue opere. La storia appassionata e autodistruttiva delle ricerche metafisiche dell’artista, unita a un certo mistero che circonda sia la sua vita che la sua arte offrono allo spettatore la possibilità di fare esperienza della sua opera in modo molto personale e partecipato

. Vari scrittori, storici dell’arte e studiosi estoni (Tiina Abel, Tõnu Õnnepalu, Eha Komissarov, Veiko Õunpuu, Hasso Krull, Lauri Sommer, Marek Tamm, Jaan Elken ja Kristi Kongi) descrivono la personale relazione di Konrad Mägi con l’arte e spiegano il contesto in cui essa si è sviluppata.

Al termine dell’esposizione torinese, la mostra continuerà il suo viaggio facendo tappa nell’autunno 2021 al museo EMMA di Espoo, in Finlandia.

Info e contatti

Visibile fino al 08/03/2020
Orario 10:00 – 19:00 dal martedì alla domenica Orari festività natalizie: 30 dicembre ore 10-19; 31 dicembre ore 10-16; 1 gennaio 2020 ore 11-19; 6 e 7 gennaio ore 10-19.
Musei Reali Torino – Sale Chiablese Chiuso ogni lunedì e il 25 dicembre 2019.

Ulteriori informazioni sul sito ufficiale di Palazzo Reale

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".