Corallo e stelle marine sui fondali di Ischia

I fondali di Ischia, come non li avete mai visti: corallo rosso, gamberi, pesci trombetta, castagnole rosse e dense foreste di gorgonie, ma anche rifiuti, plastica e reti.

Corallo, stelle marine e altre splendide creature popolano i fondali dei nostri mari, ma la loro presenza è disturbata dalle attività umane. Durante la spedizione “C’è di mezzo il mare” organizzata da Greenpeace, le ricercatrici del CNR-IAS di Roma hanno potuto ossevare specie marine meravigliose e, al contempo, hanno riscontrato la presenza di un gran numero di reti da pesca, lenze e rifiuti di plastica di diversi tipi.

Dalle reti a strascico agli imballaggi monouso, dai sacchi della spazzatura a quelle della spesa, i fondali marini intorno a Ischia accusano l’impatto delle attività degli umani.

Dense foreste di gorgonie e di corallo rosso, gamberi, pesci trombetta, castagnole rosse, coralli che vivono su fondali fangosi (le cosiddette “piume di mare”), stelle marine, crinoidei e briozoi:«I monitoraggi condotti in questi giorni ci hanno permesso di vedere degli ambienti mai esplorati finora, confermando come i nostri fondali, e in particolare i canyon sottomarini, rappresentino un vero e proprio hotspot di biodiversità ma, purtroppo, anche come siano estremamente vulnerabili agli impatti delle attività umane, sia legate alla pesca che alla dispersione dei rifiuti», dichiara Martina Pierdomenico, ricercatrice dell’Istituto per lo studio degli impatti Antropici e Sostenibilità in ambiente marino (IAS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma.

«È triste vedere che i segni del nostro impatto arrivino sui fondali marini profondi ancor prima che i nostri occhi abbiano la possibilità di esplorarli». 

La biodiversità dei canyon sottomarini

I monitoraggi, effettuati a profondità variabili e comprese tra i 50 e i 250 metri sia su fondali rocciosi che fangosi in corrispondenza di alcuni canyon sottomarini – ambienti di particolare pregio perché ospitano una grande diversità biologica – sono stati condotti nei giorni scorsi tramite l’ausilio di un ROV (Remotely Operated Vehicle) fornito da Globe Exploration, una sorta di drone subacqueo pilotato dalla barca e connesso a essa tramite un cavo che consente di vedere laddove l’occhio umano non può arrivare. 

«I nostri mari sono popolati da creature magnifiche e straordinarie: devono essere tutelati con una rete efficace di aree marine protette. Chiediamo al governo di ratificare al più presto il Trattato globale per proteggere gli oceani adottato nei giorni scorsi dall’ONU, per garantire una tutela efficace del 30% dei nostri mari entro il 2030», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

il terzo rapporto del progetto Mare caldo pubblicato da Greenpeace, condotto dalle ricercatrici del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università di Genova, ha monitorato gli impatti della crisi climatica sui mari italiani. Il rapporto conferma un aumento generalizzato delle temperature con conseguenze evidenti sulla flora e la fauna del Mediterraneo e un’intensificazione degli eventi climatici estremi. 

«L’aumento delle temperature sta causando drammatici cambiamenti nella biodiversità marina, dalla scomparsa delle specie più sensibili caratteristiche del nostro mare all’invasione di altre, spesso aliene, che meglio si adattano a un mare sempre più caldo», dichiara Monica Montefalcone, ricercatrice del Seascape Ecology Lab del DISTAV. 

crisi climatica - nwella foto un corallo rosso della specie gorgonia
Corallo e stelle marine sui fondali di Ischia

Il Mediterraneo che cambia

«Il nostro mare sta pagando un prezzo elevato: diventa sempre più povero ma anche sempre più pericoloso, perché il calore che si accumula in mare contribuisce ad alimentare fenomeni climatici sempre più estremi». Ha dichiarato Alessandro Giannì, responsabile delle Campagne di Greenpeace Italia. «Gli effetti della crisi climatica e delle anomalie termiche sono evidenti in tutte le aree di monitoraggio, indipendentemente dalla localizzazione geografica o dal livello di conservazione dei siti». 

La mitigazione e la corretta gestione delle attività umane (pesca, turismo, urbanizzazione, sviluppo costiero, ecc.) che possono avere un impatto locale, anche grazie all’istituzione di aree marine protette, sono le migliori strategie per aumentare la resilienza degli ecosistemi marini. Ma questi interventi devono essere accompagnati da politiche climatiche ed energetiche in grado di abbattere velocemente le emissioni di gas serra perché anche le aree protette subiscono gli effetti della crisi climatica.

Proteggiamo insieme il nostro mare

«Le indagini effettuate da Greenpeace e CNR confermano ancora una volta come, laddove esistono misure di protezione rigorose, il mare conserva straordinari tesori. Le aree marine protette sono uno strumento efficace per la tutela di questa straordinaria biodiversità», dichiara Antonio Miccio, direttore dell’Area Marina Protetta del Regno di Nettuno. 

Proprio per difendere i nostri mari, Greenpeace Italia ha lanciato una nuova petizione: un appello ai ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e per la Protezione Civile e le Politiche del mare per chiedere un processo rapido di ratifica del Trattato globale sugli oceani. Anche diverse attrici e attori della celebre serie televisiva “Mare Fuori” hanno sostenuto con un video l’organizzazione ambientalista, unendosi all’appello per proteggere il Mediterraneo.

Clicca sulla foto per aderire alla petizione

gli attori di mare fuori con greenpeace per il mediterraneo - un delfino che nuota sul pelo del fondale del mare e affianco il format per la petizione
Corallo e stelle marine sui fondali di Ischia

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”