La storia della disco music: i favolosi anni ’70 raccontati a tempo di musica

La storia della disco music” è il titolo dell’opera, edita da Hoepli, di cui parliamo oggi, nella nostra rubrica “Libri on the road“: un interessante volume dedicato al fenomeno musicale che ha caratterizzato “i favolosi anni ‘70”: la disco music.

Un libro accurato, documentatissimo, piacevole e pratico. Scritto da Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano, a pochi mesi dall’uscita, è già alla sua prima ristampa.

I favolosi anni ‘70

Facciamo un salto indietro, a quell’epoca dove la rivoluzione e l’anticonformismo cominciavano ad essere la voce delle generazioni più giovani. In tutto il mondo si respirava voglia di cambiamenti e la musica, da sempre mezzo di comunicazione più diretto ed efficace, corrispondeva e rispondeva attraverso ogni mezzo. Gli anni 70 sono stati gli anni delle lotte operaie, del gay power e della plastica. In Italia gli scontri tra rossi e neri e i bui anni di piombo.

In senso musicale, la sperimentazione e l’esplorazione di suoni nuovi, hanno fatto nascere gruppi cult del rock e in parallelo, i ragazzi ne avevano abbastanza della solita musica da ballo. L’espressione del corpo, attraverso la danza non aveva più le regole rigide del ballo di coppia. Elvis aveva stravolto anche questo.

Le radio libere

Disco music? E’ come il battito di un cuore, qualcosa di vivo e travolgente. Come l’amore” (Donna Summer).

Effettivamente è così, come sottolineato da una delle regine della disco music. Una musica che faceva battere il cuore, che è diventata il cuore pulsante delle radio libere che pian piano stavano nascendo.

C’era voglia di qualcosa di nuovo, di diverso, dal solito stereotipo proposto da mamma RAI, e allora nacquero le radio libere, ma libere veramente, dove si ascoltava la musica vera, la musica ribelle: cantautori italiani, il rock che arrivava dall’America, e naturalmente la disco music. Quante trasmissioni, quanti bei ricordi.

Fare radio alla fine degli anni ’70 era divertimento puro, come era divertimento puro andare a ballare.

La storia della disco music: nella foto in bianco e nero, una radio libera anni settanta, con un ragazzo imegnato a trasmettere, un tavolo con sopra giradischi, microfono e registratore a cassette.

Sunday for lovin’

Nasce la “Saturday night fever”, ma attenzione: era riservata ai maggiorenni e oltre. I pischelli come me, non si sognavano nemmeno di uscire il sabato sera: si andava in discoteca la domenica pomeriggio, ed era già tanto se riuscivi ad andarci in autobus, senza che il papà ti accompagnasse in macchina, e ti venisse a riprendere. Altro che rave e after.

Naturalmente si tornava per ora di cena, meglio se nel tardo pomeriggio, perché c’era da finire di studiare e di fare i compiti.

Una domenica per amare e divertirsi, e il parallelo con Sunday for lovin (appunto), l’album omonimo dei Tree Gees, tribute band ufficiale italiana dei Bee Gees, è d’obbligo. Un album moderno, ma con sonorità ed impasti vocali, tipici della band fondata dai fratelli Gibb.

Abbigliamento standard: camperos, jeans a zampa di elefante, camicia col colletto dalle punte lunghissime, e maglione con i cammelli ricamati. Se ci ripenso mi commuovo. E il look delle pivelle? Ne vogliamo parlare? Minigonne inguinali, stivaloni e camicette trasparenti. Spettacolo.

Si ballava, ci si divertiva, e si baccagliava (non necessariamente nello stesso ordine).

un scena dal film la febbre del sabato sera: john travolta balla solo al centro della pista, indossa camicia bianca e pantaloni alti in vita, a zampa di elefante, con il braccio teso e il dito puntato

Il funky è il mio mestiere

La musica era qualcosa di magico, sotto quel mirrorball che girava inesorabile al centro della pista: KC & the Sunshine Band, Boney M, Gloria Gaynor, Sylvester, Village People e naturalmente i Bee Gees, ma anche artisti italiani come Alan Sorrenti e Alberto Radius.

Il funky la faceva da padrone e vi assicuro che mixare, rigorosamente con i dischi in vinile, era davvero un lavoro impegnativo. Ora penso alle sequenze a base di byte e mi viene da ridere.

Una musica che ha lasciato il segno, e che chissà come mai, quarant’anni dopo, riempie ancora le piste di tutto il mondo e trova proseliti quando si organizzano serate a tema.

Una musica che è ancora magia pura e che, perché no, ti fa tornare giovane e spensierato.

Gli autori

“La mia personale percezione del genere chiamato disco music, è sempre stata quella di una musica felice. E’ una musica che risolleva l’umore” (Gloria Gaynor).

Scritto da due tra maggiori esperti di musica dance in Italia, Andrea Angeli Bufalini (valente giornalista, critico musicale e scrittore), e Giovanni Savastano (psicoterapeuta, docente e scrittore, nonché appassionatissimo di musica), che in questo volume confermano tutta la loro preparazione.

La storia della disco music”, si rivela un libro imperdibile non solo per gli appassionati di questo genere di musica, ma di tutta la musica in generale.

Un volume da collezione, per chi come me, divora musica, e infatti, è una chicca che è finita dritta dritta nella mia libreria.

la storia della disco music il libro appoggiato in piedi vicino ad un vaso di fiori e a una palla illuminata

La storia della disco music

Un’opera basilare per orientarsi tra le varie correnti del genere: dalle origini afro, alle influenze R&B, soul, soprattutto funk, fino ad arrivare alle contaminazioni con l’elettronica. Aneddotti e racconti su personaggi, la storia di brani che sono diventati dei must della discoteca e, soprattutto, un viaggio sonoro a 360°, culturale e sociale, che ci racconta di un genere molto amato, ma anche molto odiato.

Un input musicale che si è trasformato in un fenomeno di massa, arricchito dalle prefazioni di Gloria Gaynor, Amii Stewart, e dalle postfazioni di Mario Biondi e Ivan Cattaneo.

Personalmente ho divorato “La storia della disco music“, in un paio di giorni: 10 capitoli, quasi 500 pagine di parole, immagini, curiosità, e avvenimenti storici. Un caleidoscopio coloratissimo, come il favoloso decennio. Un viaggio in prima classe, destinazione: musica.

Il racconto di un genere nato quasi per caso, e che per caso ha portato George Mc Rae al successo planetario con “Rock Your Baby” nel 1974. Poi, nel 1978, David Bowie pubblica “Heroes”, che diventerà il manifesto musicale del decennio successivo: la disco music più classica, non solo in discoteca, viene soppiantata da new wave e new romantic.

Ma questa è un’altra storia.

Save the date

Giovedì 6 agosto 2020 – Ore 21:00

Presentazione del libro LA STORIA DELLA DISCO MUSIC di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano (Hoepli)

Moderatore: Antonio Ranalli

Appio Estate, Via dell’Almone 105 (Appia Antica) – Roma

Dopo la presentazione, la rassegna dell’Appio Claudio continuerà con le chiacchiere, gli aneddoti e i racconti di Andrea Esu, Lorenzo Rumi, Stefano Gamma & Les Inferno e, dalle ore 23:00, con il Dj set rigorosamente in vinile selezionato dagli autori e incentrato sui successi che hanno segnato la storia di quell’epoca (Posti limitati e prenotazione consigliata ai numeri 333 5305351 e  392 1642253).

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.