Disturbi alimentari, la giornata del fiocchetto lilla

Domani, 15 marzo, è la giornata del fiocchetto lilla, ovvero la Giornata Nazionale dei Disturbi Alimentari. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità questo rappresenta, tra i giovani, la prima causa di morte, dopo gli incidenti stradali.

In Italia gli adolescenti che soffrono di questi disturbi sono il 70%, il 95,9% riguarda le donne mentre il 4,1% gli uomini.

Cosa sono i disturbi alimentari?

I DCA, conosciuti come disturbi del comportamento alimentare, sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari. Questo porta inoltre ad un’eccessiva preoccupazione del peso e delle forme del proprio corpo.

I disturbi nascono per lo più durante la fasi dell’adolescenza e colpiscono soprattutto le femmine.
I comportamenti che la persona assume sono diversi, partendo dal digiuno fino ad arrivare alle crisi bulimiche. A tutto questo si aggiunge anche l’assunzione, spesso in modo improprio, di lassativi o diuretici.

I disturbi principali che rientrano in questa categoria sono l’Anoressia Nervosa e la Bulimia.

I due mostri

Il termine Anoressia deriva dal greco “anorexia” e significa letteralmente “mancanza di appetito”. Non a caso, infatti, questo disturbo riguarda il fatto di non avvertire fame. Sarebbe, però, più corretto dire che la fame viene negata in relazione al desiderio di diventare magre.

Le persone che soffrono di anoressia nervosa sono costantemente preoccupate e pensano al controllo del cibo e del loro peso corporeo. Alcune persone che soffrono di questo disturbo contano in modo fobico le calorie di tutto ciò che mangiano. Esistono tecniche che sono definite come dei veri e propri “rituali”. Ad esempio impiegare tanto tempo per mangiare sminuzzando il cibo in piccole parti. Cibo che spesso viene nascosto per poi essere buttato.

La bulimia, letteralmente “fame da bue”, consiste nell’ingerire in poco tempo una grande quantità di cibo. Tutto questo avviene in solitudine e l’abbuffata cessa nel momento in cui la persona avverte dolori addominali, nausea e nasce la paura di essere scoperti. Proprio in relazione a questo, avviene infatti lo “svuotamento”, che consiste nel fagocitare grandi quantità di latte e di procedere con la stimolazione del vomito.

Sono molteplici le tecniche utilizzate, una di queste è quella di ricorrere al manico dello spazzolino da denti.

Gli individui che soffrono di questi due disturbi alimentari, presentano caratteristiche psicologiche descritte come depressione, perfezionismo, bassa autostima, difficoltà interpersonali e paura di crescere.

I disturbi alimentari: un’abitudine che cambia la vita

Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge del tutto la vita di una persona. All’improvviso tutto ruota intorno al cibo e si vive costantemente con la paura di prendere peso.

Questi pensieri hanno un forte impatto psicologico, così tanto da rendere complicato tutto ciò che prima poteva essere banale e spontaneo. Una cena al ristorante o a casa di amici si trasforma in una paura vissuta con l’ossessione del “cosa mangiare”. Pensieri che vedono protagonista la fobia di ingrassare e che un semplice pasto si trasformi in una grande abbuffata.

I disturbi alimentari sono un vero e proprio problema e solamente il 10% di chi soffre di questa patologia chiede aiuto. Spesso non lo fa subito, ma qualche anno dopo.
Stefania Sinesi, direttore scientifico della onlus “Never Give Up“, afferma che dai disturbi alimentari si può guarire.

Spesso, però, non sempre si riesce ad uscire da questo tunnel buio e infinito. Ed è proprio quello che succede a molti ragazzi in Italia, che rimangono intrappolati nel silenzio e nelle paure.

Un biglietto di addio

E’ questo ciò che spesso accade a chi soffre di disturbi alimentari. Un biglietto per dire addio a chi rimane, da parte di quella persona che non è riuscita a trovare la luce in fondo al tunnel.

E’ quello che è successo ad Eleonora, una ragazza bulimica, che prima di compiere il gesto estremo del suicidio ha lasciato un messaggio a sua madre. Le ultime parole per dire addio ad un mondo che non la faceva sentire come voleva.

Un mondo in cui Eleonora si sentiva chiusa in gabbia, prigioniera nel pensiero di sentirsi diversa. Si domandava spesso cosa avesse fatto di male e non riusciva a trovare alcuna risposta. Sono poche le parole che ha lasciato a sua madre, parole in cui è racchiuso un grande dolore. “Io non voglio essere speciale. Vorrei essere normale. Voglio ancora, sogno ancora, il sorriso di mia madre che accarezza la mia differenza e mi dice Eleonora sei normale“, sono queste alcune frasi con cui la ragazza dice addio alla sua prigione. Dopo la perdita così importante la madre decide di consegnare il testo del messaggio a Igor Nogarotto, cantautore, scrittore e compositore.

Eleonora sei normale” è diventato così il titolo della sua canzone e anche il nome di un progetto sociale sostenuto da parecchi artisti. Un modo per poter trasmettere e sensibilizzare questo delicato argomento. Qualsiasi mezzo, come in questo caso la musica, può essere uno strumento per abbattere le barriere e il silenzio di adolescenti che ogni giorno lottano con il cibo, il peso e la propria immagine. Perchè l’anoressia e la bulimia sono la punta dell’iceberg che nascondono infinite emozioni e paure di cui spesso si ha timore a parlarne.

La Giornata del Fiocchetto Lilla

La prima Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla si è svolta nel 2012 dall’Associazione “Mi Nutro di Vita” (Pieve Ligure – GE). Ricorre il 15 marzo, giorno della scomparsa di Giulia. Aveva solo 17 anni e soffriva di bulimia. Il padre, Stefano Tavilla, non ha trovato altro modo per ricordare la figlia, se non istituire la giornata nazionale dei disturbi alimentari.

Da allora in tutta Italia hanno luogo convegni e mostre, banchetti informativi, presentazioni di libri, tutto all’insegna del color lilla.

Obiettivi della giornata

La giornata del fiocchetto lilla ha principalmente lo scopo di sensibilizzare tutti, perchè i segnali sono chiari, ma non tutti se ne accorgono e spesso gli ultimi a prendere coscenza del problema, sono proprio i famigliari. Ma sono tanti gli obiettivi di questa giornata. Ad esempio, difendere i diritti fondamentali di chi soffre di o per DCA, constrastandi le informazioni distorte e combattendo i pregiudizi.

Sensibilizzare l’opinione pubblica, facendo conoscere la frequenza, e caratteristiche e le gravi conseguenze che questi disturbi possono avere per la salute fisica e psicologica di chi ne soffre;

Scoraggiare il distacco ed il disinteresse da parte di chi non è direttamente coinvolto dalla malattia. Accrescere la consapevolezza a livello individuale, collettivo ed istituzionale del carattere di epidemia sociale che i DCA stanno assumendo a livello nazionale e mondiale

Infine, si prefigge di creare una rete di solidarietà per chi soffre di questa patologia, personalmente o in famiglia, per combatterne il disagio relazionale e il senso di abbandono e sconfiggere l’omertà che accompagna questi disturbi.

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Giornata del fiocchetto lilla
Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.