Duran Duran: La storia della band in un libro

La storia dei Duran Duran, finalmente, in una biografia: “Please please tell me now” di Stephen Davis in libreria dal 9 novembre

Di wild boys avevano ben poco, considerato il look e le atmosfere musicali, ma sta di fatto che questo brano li consacrò per sempre alla storia della musica mondiale. Erano gli anni ottanta e la new wave la faceva da padrone nelle radio e nelle discoteche. Tante le band che si sono formate a fine anni settanta e che sono esplose nel decennio successivo. Alcune sono sparite, dopo averci regalato delle chicche che hanno attraversato il tempo, altre invece sono transitate negli anni insieme alla loro musica.

Simple Mind, Simply Red, U2, Depeche Mode… e poi c’erano gli Spandau Ballet e i Duran Duran.

Sposerò Simon Le Bon

La rivalità tra le due band non consisteva tanto nella loro musica, separata e distinta: quella degli Spands di Tony Hadley era più del genere new romantic, con venature soul, mentre quella dei Duran Duran di Simon Le Bon era più rockeggiante. La rivalità, creata esclusivamente dai media e dai poster nelle camerette delle teen agers di allora, era basata sul look e, naturalmente, la bellezza dei componenti.

Simon Le Bon vs Tony Hadley, e una volta vinceva uno, e una volta l’altro.

Per entrambi, però, le ragazzine erano disposte a fare follie.

Complice l’arrivo di MTV e dei video clip musicali, il successo delle canzoni di allora è stato planetario. Ma quello che pochi considerano oggi, visto i nuovi canali di comunicazione mediatici per fare e divulgare la musica, è come nascevano queste band. Il percorso che dovevano fare per riuscire ad arrivare a quel palco mondiale che solo le case discografiche potevano offrire e sui Duran Duran c’è tanto da dire.

Ed è bello che oggi si ripercorra questa storia, la loro storia, attraverso una biografia curata da uno dei più grandi gioranlisti e biografi rock d’America: Stephen Davis.

Please please tell me now

Please please tel me now. La storia dei Duran Duran” è già in libreria dal 9 novembre, pubblicata in Italia da Il Castello marchio Chinaski Edizioni.

Il libro firmato dal celebre giornalista Stephen Davis (già autore del best seller “Il martello degli dei. La saga dei Led Zeppelin”), attraverso interviste esclusive ai membri del gruppo, amici e collaboratori, ricostruisce dettagliatamente la loro storia dagli esordi nel 1978 fino ai giorni nostri.
Appassionati di artisti glam e synth pop del periodo come Roxy Music, David Bowie e Ultravox, LeBon e soci si misero alla ricerca di sound inedito per l’epoca: “E se i Velvet Underground fossero prodotti da Giorgio Moroder? Potremmo avere un sound di quel tipo?”.

Nel volume sono documentati anche la prima scissione del 1985 passando per le varie reunion fino agli ultimi anni, con tutte le vicissitudini personali, la sopravvivenza della band rispetto ai vari matrimoni dei componenti e il rapporto con i nuovi social media. Con successi senza tempo come “Hun­gry Like the Wolf”, “Girls on Film”, “Rio”, “Save a Prayer” e “A View to A kill” la musica li ha consacrati come i più significativi rappresentanti della musica degli Anni ‘80, non meno sono diventati anche in Italia un’icona generazionale e un punto di riferimento della cultura di massa.

wild boys - la copertina del libro

Chiedimi chi erano i Duran Duran

Belli, giovani e sfrontati, sin dagli esordi sono stati capaci di realizzare musica raffinata e muoversi nei circo­li più glamour: Nick Rhodes era vicino ad Andy Warhol (“Oh, amo quel Nick…”, confidò ad Andy Taylor, “e a casa ho una sua foto, come prova!”), Simon Le Bon molto legato alla principessa Diana (“Qualcuno aveva confidato a Simon che era lui il preferito di Diana!”) e John Taylor in intimità con la celebre “bad girl” inglese Amanda De Cadenet.

Dagli esordi a Birmingham il gruppo attirò presto l’attenzione della discografia e dei mass media, rendendoli una delle prime band a ricevere un’esposizione mediatica mai accaduta nella musica. Questo soprattutto grazie all’uso massiccio del videoclip come strumento promozionale, ma anche allo sfruttamento del merchandise (“Il loro merchandising rivolto ai teenager comprendeva vestiti, accessori, astucci e scatole per il pranzo, cosmetici, caramelle”).

Moda e arte poi sono da sempre due degli elementi che hanno contribuito alla loro affermazione. Sin dall’inizio della loro carriera, i Duran Duran iniziarono a collaborare con stilisti quali Perry Haines, Kahn & Bell e Anthony Price, in grado di dare al gruppo un’immagine raffinata ed elegante che recuperava i canoni neo romantici dell’epoca. Questa attenzione per l’estetica interessò numerose riviste giovanili e musicali britanniche e americane, che iniziarono a ritrarre i loro look puliti e aggressivi allo stesso tempo.

John Taylor, Nick Rhodes, Roger Taylor, Andy Taylor e Simon Le Bon raccontano di come siano diventati una delle rock band più influenti del pianeta, con oltre cento milioni di dischi in tutto il mondo e tour sempre sold out.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”