Tony Hadley 40th Anniversary Tour: da Novembre in Italia

Grande festa per celebrare 40 anni di carriera: Tony Hadley arriva in Italia con il 40th Anniversary Tour.

40 anni through the barricades, vissuti all’insegna della musica. Un amore che nasce fin dai primi vagiti, supportato dalla madre che lo avvicina al mondo della musica. Un viso belloccio, anzi, proprio figo, tanto che gli vale il ruolo di attore in quel che un tempo sostituiva le soap opera: i fotoromanzi.

Classe 1960, Tony Hadley cresce artisticamente con i Beatles, David Bowie ma anche con tutto ciò che è soul.

La prima esibizione in pubblico lo vede interpretare “You’re the sunshine in my life” di Steve Wonder. Tony ha solo 14 anni.

La British Invasion

Anno 1979. Data storica per quella che sarebbe diventata da lì a poco uno dei pilastri della new wave, il sound degli anni ’80. Infatti,il beat e il punk degli anni sessanta e settanta stanno lentamente lasciando il posto a nuove influenze musicali: le strade sono molteplici, complice l’elettronica e le nuove tecnologie. Ma la new wave determina una british invasion che conquista non solo l’Europa, ma il mondo intero.

Tante le band che si sono consolidate, nel tempo, nel firmamento musicale mondiale (complice anche il Live Aid del 1985), e che sono ancora in pista oggi dopo 40 anni. Ma, negli anni ’80, due in particolare infiammano il pubblico.

Sulla scia della storica rivalità tra Beatles e Rolling Stones, ecco nascere i nuovi fans che si contrappongono tra loro in vere e proprie faide.

La rivalità di quegli anni è una sola: Duran Duran o Spandau Ballet?

Spandau Ballet: le origini

La band degli Spandau Ballet, per gli amici Spands, nasce nel 1979 e la formazione non cambierà mai nel tempo: Martin Kemp al basso, il fratello Gary alla chitarra John Keeble alla batteria, Steve Norman, sax e chitarra, e Tony Hadley, il frontman della band.

Il debutto è un singolo, “To cut a long story short“, che precede un album che farà la storia: “Journey to glory. Ma, se l’album successivo, “Diamond“, apre le porte al successo europeo, è il terzo LP che li consacra definitivamente e li regala alla storia come LA band simbolo del new romantic inglese degli 80th, con venature soul. “True” e “Gold” diventano gli inni di quel decennio. Segue un altro album dal quale vengono estratti cinque singolo su otto tracce. “Parade“, infatti, contiene “I’ll fly for you”, “Only when you leave”, “Highly strong”, “With the pride”e “Round and Round“.

La forza di quegli anni è anche l’arrivo di MTV che trasmette viedeo musicali non stop. Una forza mediatica impressionante per la distribuzione mondiale della musica. E gli Spandau Ballet crescono esponenzialmente nel gradimento del pubblico.

Ma quando nel 1986 arriva “Through the Barricades” è apoteosi. La maturazione artistica della band è davvero ad un punto massimo e il brano omonimo è un capolavoro. Nell’album, anche un altro lentaccio mozzafiato: “How many lies“, che si contrappone alla potenza del rock sorprendente di “Fight for Ourselves“.

Dopo un album così, cosa si può ancora inventare?

Quando nel 1989 esce “Heart Like a Sky“, album godibile, ma che non ripete il successo dei precedenti, malgrado il singolo “Be free with your love“, gli intenditori, i fans e gli addetti ai lavori capiscono subito che difficilmente ci sarà un “poi”.

Bisognerà aspettare vent’anni prima di assistere all’uscita di un nuovo lavoro discografico.

Once more

Curiosità e dubbi ruotavano intorno all’uscita dell’album “Once More“. A vent’anni esatti dall’ultimo LP, che mondo poteva ancora interessarsi agli Spands? Gli anni ’90 hanno spazzato via la disco, il Millennio ha santificato la musica è digitale e non è più tempo di romanticismo. I gusti musicali sono direzionati su dubstep, autotuning e rap, e ritorna di moda uno pseudo punk.

L’album ha successo e la reunion sul palco fa il resto. Certo, in vent’anni ognuno della band ha fatto altro, ma chi ha portato la musica degli Spandau Ballet in giro per il mondo, ancora e ancora, è Tony Hadley.

Può un uomo solo fare il lavoro di cinque persone? Che forza, che potenza può avere un fenomeno musicale se ne resta solo uno a portare avanti un’icona? Cantare senza la band storica è un’arma a doppio taglio, perchè come naturalemente succede, il pubblico si innamora del batterista, del chitarrista o del sassofonista. Queste erano le dinamiche. Chi ama Martin, chi amava Gary, chi Steve e chi John. Ma tutte, proprie tutte erano innamorate di Tony.

Ma avrà senso ricominciare dai palchi da solo o sarà una tournee per pochi intimi?

Il fenomeno Tony Hadley

Lavora sodo, Tony. Partecipa a diversi progetti (tra cui uno condiviso con Alan parsons) e incide nuovi inediti. Dall’album live “Obsession” alla raccolta di successi “Debut“, passano altri cinque anni. Ma tutto resta oltre Manica.

E poi, l’ovvio diventa l’idea vincente. Ripartire in tour portando con sè il “nuovo” e il “vecchio”. Funzionerà?

Come solista, Tony ha tenuto concerti in tutto il mondo, sia con la sua band, che con gruppi swing, e con grandi orchestre. Nel 2005 si è guadagnato il premio Gold Badge dalla British Academy of Composers and Songwriters; nel 2007 ha convinto un grande gruppo di nuovi fan apparendo nel musical Chicago nel ruolo di Billy Flynn nei teatri del West End di New York. “Talking To The Moon”, il suo ultimo album da studio, datato 2018 (2019 per il mercato italiano) è stato album della settimana su Radio BBC2, e il primo singolo “Tonight Belongs To Us” Singolo della settimana. Nel 2021 è uscita “Obvious”, scritta con Mick Lister, anch’essa nella top playlist di BBC2.  

L’Italia è da sempre uno dei paesi più amati da Tony Hadley, un amore ricambiatissimo. Dopo varie collaborazioni con artisti italiani (con Caparezza in “Goodbye Malinconia”, con Nina Zilli in “The fair tales of New York”), nel 2019 è stato ospite al Festival Di Sanremo, accompagnando Arisa, in gara, nel brano “Mi sento bene”, e recentemente a Propaganda Live su La Sette, dove ha interpretato “Through the Barricades” e la nuovissima “Obvious”. 

40th Anniversary Tour

L’ultimo tour di Tony Hadley lo conferma. Funziona eccome.

Ogni volta che il Lord è in town, il sipario si apre su un pubblico che raccoglie tre generazioni, perchè le madri di oggi, sono le figlie di allora, quelle che lavavano i piatti per aver i soldi per andare al concerto. E sotto quel palco si ritrovano insieme, con le loro madri e madri a loro volta, a condividere un’emozione insieme a chi prima, e a chi dopo di loro.

Perchè Tony è irresistibile. Ancora oggi dove posa lo sguardo, un cuore inizia a battere più forte. Così come quando inizia a cantare. Una voce calda e sensuale che incanta esattamente come quarant’anni fa.

E poi la simpatia, l’umiltà e la grande umanità che lo contraddistinguono. Uno sgabello, un bicchiere di whisky, un sorriso ed è magìa. Tony Hadley festeggia i suoi 40 anni di carriera.

Il tour sta attraversando il Pianeta, arrivando fino in Australia. Dopo il passaggio estivo nelle arene italiane, ora è tempo di teatri e palasport, e il tour riparte da Torino, una piazza che lo ama fortemente. L’atmosfera del Colosseo è complice di un’intimità unica, ma sarà Tony a farlo diventare un salotto per celebrare un percorso di vita e di musica, insieme agli amici più cari: il suo pubblico.

E così sarà, città dopo città.
A novembre sarà il 22 a Torino, il 23 a Milano, il 26 a Firenze, il 27 a Udine e il 28 a Bologna. Ogni seraa prevede anche l’opportunità di acquistare un biglietto “VIP” che prevede l’incontro nel backstage, prima del concerto, con Tony Hadley, il pass laminato, la locandina autografata e il posto in prima fila.

Welcome home Tony.

Prevendita dei biglietti su Ticketone.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”