Dall’oriente con furore – Perle sconosciute dal cinema dell’est

E’ incredibile quanti film di ogni genere vengano prodotti dal cinema orientale ogni anno.

Un catalogo che abbraccia ogni genere di preferenza, dagli action agli horror, passando dal thriller poliziesco fino al dramma psicologico.

Purtroppo è altrettanto incredibile quanto la grande distribuzione occidentale snobbi la maggior parte di questi film.

Sicuramente c’è in parte la volonta di non voler oscurare i blockbuster del cinema Europeo o Hollywoodiano, ma forse non è soltanto quello.

Infatti, se il grande pubblico scoprisse che ci sono altri modi di fare cinema, forse tanti sceneggiatori e registi occidentali dovrebbero cambiare modo di lavorare.

Ma non voglio che prendiate le mie parole per oro colato, perciò parliamo di alcuni titoli che potrete giudicare con i vostri occhi secondo i vostri gusti.

Perciò bando alle ciance e diamoci dentro con furore guardando questi benedetti film orientali e cosa li rende così speciali.

Tiger Mountain (2014)

by Tsui Hark

Tiger Mountain 2014 film orientali

Iniziamo con un ottimo avventura biografico romanzata di Tsui Hark, uno tra i più famosi creatori di action orientali assieme a John Woo.

In questo caso il regista di Hong Kong ci racconta un episodio di guerra realmente avvenuto a metà degli anni 40 sulle montagne della Manciuria.

Per assicurare il passaggio dei soldati nella impervia zona a nord est, l’Armata Comunista deve conquistare un avamposto fortificato sulla Montagna della Tigre.

Ma tutta la regione è infestata da una banda di criminali tanto pittoreschi quanto sanguinari, al cui comando c’è pazzo chiamato Lord Hawk.

La missione è affidata alla cosidetta Unità 203, composta da uomini dalle varie abilità individuali che formano un gruppo speciale di assalto.

Partendo da un magazzino abbandonato nel nulla, l’unità si fa faticosamente strada lungo le montagne fino a restare bloccati in un piccolo villaggio.

Da anni gli abitanti subiscono i soprusi dei criminali della Montagna della Tigre, ma le cose stanno finalmente per cambiare.

Infatti, l’Unità 203 ha un suo infiltrato che li aiuterà a superare le arcigne difese della roccaforte di Lord Hawk.

Ma il semplice valore dei soldati non sarà sufficiente, perciò a loro si uniranno i civili del villaggio che dimostreranno di essere tutt’altro che inermi.

Tsui Hark abbandona in parte il suo visionario stile fantasy, col quale è diventato uno dei re del genere wuxia.

Tuttavia il regista sceglie saggiamente di non lanciarsi in un realismo assoluto, restando fedele al suo modo di fare action divertente e spettacolare.

Ma ovviamente non ci sono soltanto coreografie di sparatorie e combattimenti, ma anche tanta umanità e gentilezza oltre il velo della violenza criminale.

E’ proprio questo contrasto che lo rende uno dei migliori film orientali con cui cominciare, offrendo ottimo intrattenimento assieme a un piccolo spaccato di storia cinese.

Drug War (2012)

by Johnnie To

Drug War 2012 film orientali

Passiamo ora a uno dei migliori registi orientali che raramente arriva nel cinema mainstream, essendo principalmente noto solo agli appassionati di questi film.

Stiamo parlando di Johnnie To, un altro maestro di Hong Kong specializzato nel realizzare magnifici thriller polizieschi ad alta tensione.

Tuttavia, Drug War è uno dei pochi film arrivato in qualche cinema occidentale, incassando solo la deludente somma di 20 milioni di dollari.

La storia inizia con un rocambolesco inseguimento per le strade di Tianjin, che termina con un incidente in cui un auto sfonda la vetrina di un negozio.

Quando la polizia tira fuori il guidatore dai rottami, si rende conto di avere per le mani uno dei maggiori produttori di metanfetamina della regione.

La legge cinese è assolutamente ferrea, prevedendo una inevitabile condanna a morte. Ma il capitano della squadra antidroga gli offre una possibilità di sopravvivere, se accetta di farsi microfonare e incastrare i suoi capi.

L’occasione è irripetibile, in quanto entro tre giorni si concluderà un grosso affare tra due enormi cartelli della droga.

Sebbene il trafficante sembri stare al gioco, ovviamente farà di tutto per svignarsela non appena si presenta l’occasione.

Molto presto però la situazione degenera e l’operazione finisce in una guerra sanguinaria per le strade della città.

Johnnie To firma uno dei migliori thriller degli ultimi anni, condendo inoltre la ricetta con numerose scene action.

Volendo fare un parallelo, il regista cinese si pone a metà strada tra il cinema di Michael Mann e quello di Brian De Palma.

Dal primo prende la specializzazione nel genere poliziesco criminale, mentre ricorda il secondo soprattutto con alcuni lunghi ed emozionanti piano sequenza.

Che altro dire quindi se non sperimentare tutti i suoi film di persona? Difficilmente rimarrete delusi, ve lo garantisco.

I Saw the Devil (2010)

by Kim Ji-woon

I Saw the Devil 2010 film orientali

Spostiamoci in Sud Corea per un film di Jee-woon Kim, un regista orientale che ha cominciato solo agli inizi del secondo millennio ma che ha già un’ottima filmografia.

Il suo talento si esalta specialmente nel genere horror thriller, come Two Sisters oppure questo allucinante I Saw the Devil.

Tutto comincia con i delitti di un maniaco che le autorità non riescono a scoprire, essendo un comune autista di autobus che passa inosservato.

Ma per lui le cose prendono una brutta piega quando uccide la moglie di un giovane agente dei servizi segreti.

Alla vista del cadavere mutilato della sua donna, l’uomo non si da pace e inizia a una estenuante ricerca assieme al cognato.

Dopo aver massacrato inutilmente i peggiori criminali sulla lista dei sospetti, finalmente scopre l’identità del serial killer e lo cattura.

A quel punto sorprendentemente decide di non ucciderlo, preferendo picchiarlo a sangue per poi inseguirlo di nuovo, riducendolo quasi in fin di vita ogni volta per farlo vivere in un terrore continuo.

Ma questo gioco malato ovviamente non può continuare in eterno e l’assassino avrà anche lui la sua vendetta sul vendicatore nel peggiore dei modi possibili.

Il filone di tortura e vendetta aveva già illustri esponenti come Il giustiziere della notte oppure gli horror come Non violentate Jennifer o L’ultima casa a sinistra.

Tuttavia Jee-woon Kim si ritaglia con un film in cui fa diventare il vendicatore esattamente come il mostro folle e sanguinario a cui da la caccia.

La vendetta non porta mai nulla di buono ai singoli uomini e ancora meno alla intera società, essendo un istinto primordiale lontano dalla vera giustizia.

Concetti lontani dal cinema occidentale che invece ama semplicemente dividere tutto in buoni e cattivi, senza mai approfondire le motivazioni degli uni o degli altri.

Beast Stalker (2008)

by Dante Lam

Beast Stalker 2008 film orientali

Finalmente arriviamo a uno dei registi action che più preferisco, Dante Lam, con uno dei suoi film più conosciuti tra gli appassionati del cinema orientale.

Beast Stalker è un poliziesco vecchio stile che mette al centro della storia un duello senza esclusione di colpi.

Tutto comincia con una retata della polizia che degenera in una sparatoria con i criminali che fuggono rapendo una bambina come ostaggio.

Quando durante l’inseguimento l’auto si schianta e l’ostaggio muore, il poliziotto a capo dell’operazione rimane così sconvolto che getta il distintivo e si ritira.

Tempo dopo, comunque, avrà la sua possibilità di redenzione quando la stessa banda rapisce la sorella di questa bambina.

Infatti, la madre è un avvocato che lavora proprio per l’accusa nel processo contro il loro pericoloso boss.

Il rapimento dovrebbe forzare la donna a fare sparire le prove che incastrerebbero il criminale, togliendoli definitivamente fuori dal giro.

A quel punto l’ex poliziotto decide di fare qualsiasi cosa per salvare la bambina, nelle mani di un cane sciolto al di fuori della banda.

Come dicevo precedentemente, nei film orientali è la linea di confine tra il bene e il male è così labile che spesso si confondono uno con l’altro.

In questo caso, lo sfregiato rapitore di bambini sembra inizialmente solo uno psicopatico senza nessuna emozione.

Tutto cambia però quando entra in scena la moglie malata che lui vuole disperatamente aiutare, trasformandolo in un personaggio più umano, seppur sicuramente negativo.

Il resto dei personaggi sono stereotipi della mamma sofferente e il poliziotto complessato, ma Dante Lam è un vero maestro nel tenere sempre alta la tensione.

Ogni amante dell’action troverà combattimenti, sparatorie e inseguimenti con cui ben pochi film occidentali possono rivaleggiare.

Ancora una volta quindi, eccovi un altro regista da aggiungere alla lista dei maestri action della lontana Hong Kong.

Kyashan – La rinascita (2004)

by Kazuaki Kiriya

Kyashan - La rinascita 2004

Per concludere in bellezza, parliamo di un fantasy ambientato verso la fine di una ipotetica guerra tra l’Europa e il blocco orientale asiatico.

Nonostante le innumerevoli vittime su entrambi i fronti, l’Asia sembra prevalere e avere ormai sopraffatto il nemico.

Il conflitto ha lasciato una terra rovinata dalla carestia e le malattie, ma forse uno scienziato giapponese ha finalmente trovato una cura universale.

Prima che possa completare le sue ricerche, purtroppo, un manipolo di cavie del suo castello/laboratorio si ribella e fugge portandosi dietro sua moglie.

A quel punto, reso folle dalla collera, lo scienziato usa il suo composto sperimentale sul corpo dell’amato figlio, eroe di guerra tragicamente morto in battaglia.

La formula rianima il cadavere del figlio e il padre lo corazza con una invincibile armatura, scatenandolo contro i superstiti del suo esperimento per sterminarli definitivamente.

Ma forse la volontà dell’arma umana che ha creato non coincide con i suoi propositi di massacro e dovrà scegliere per conto suo da che parte stare in questa guerra.

Kazuaki Kiriya non ha una numerosa filmografia alle spalle e questo resta senza dubbio il suo lavoro migliore.

La sua grande esperienza di fotografo si fa comunque valere nelle immense scenografie tanto assurde e inverosimili quanto meravigliosamente affascinanti.

Il film prende spunto dall’omonimo fumetto orientale, cambiando diversi punti della storia per comprimere gli oltre venti episodi in circa due ore e mezza di durata.

Come risultato ne esce uno spettacolo di grande intrattenimento che trae ispirazione da ogni possibile caposaldo del genere.

Dal lontano Frankenstein fino a Metropolis di Fritz Lang, troviamo citazioni a profusione arrivando fino a Terminator o il folle Tetsuo.

Insomma, Kyashan è un saporito minestrone per la gioia di ogni cinefilo, nonchè un ottimo grimaldello con cui i neofiti possono approcciarsi ai film orientali.

Conoscevate questi film o avete altri da consigliarne? Fatemi sapere i vostri suggerimenti o critiche, se ne avete e nel frattempo come al solito vi invito a visitare il mio sito dove ogni giorno si parla di cinema:

logo di fabioemme
Fabio Emme
Fabio Emme
Amante del buon cinema, grande arte che ha sempre fatto parte della mia vita, plasmando il mio modo di essere e vedere il mondo negli anni e aiutandomi a formare la mia cultura. Da quando ho memoria ho sempre letto, scritto e parlato di film e spero vivamente con i miei articoli di aiutare altri a fare altrettanto. Hobby? ...Il cinema, naturalmente!