Al timo Virgilio dedicò il verso 436 del Libro Primo dell’Eneide:
Fervet opus, redolenteque thymo fragrantia mella.
Virgilio
Ovvero: “Fervono l’opere, il miele fragrante di timo profuma”. E creò così un binomio ripreso anche da altri poeti latini, come Ovidio e Marziale, in cui il miele e il timo sono sempre accostati. I romani apprezzavano, infatti, il gusto balsamico del miele di timo, ma non furono i primi estimatori di questa pianta. Già gli uomini dell’Età della Pietra aggiungevano alla legna da ardere rametti di timo, si pensa per tenere lontani gli insetti. Presso i greci era considerato un elemento decorativo negli affreschi delle tombe e si impiegava per aromatizzare il vino.
Dame, cavalieri e crociati
Nel Medioevo, le dame erano solite ricamare per il cavaliere amato un drappo con un ramo di timo su cui si posava un’ape. L’assiduità dell’insetto sul fiore rappresentava l’amore assoluto ed esclusivo che pretendevano dal loro uomo. I crociati che partivano per la Terra Santa, invece, erano convinti che il timo potesse infondere loro coraggio in battaglia. La birra che bevevano aveva dunque tra gli ingredienti anche le sommità fiorite di questa pianta.


Francis Bacon e le fate inglesi
Per gli abitanti delle Isole Britanniche, il timo ha sempre rappresentato la pianta prediletta delle fate. Secondo la tradizione, il profumo delicato dei suoi fiori ne potenzia i poteri magici. Barattando la magia con la filosofia, nel XVII secolo Francis Bacon consigliava nei suoi Saggi di piantare timo lungo i vialetti dei giardini. Secondo lui, questo avrebbe suggerito a chi vi passeggiava grati e profondi pensieri.
Tradizioni di Svezia e di Germania
Un tempo, le spose svedesi nascondevano nell’abito nuziale rametti di timo e spicchi d’aglio. Erano persuase che, altrimenti, ci sarebbe stata una strega dispettosa, appostata sulla strada tra la casa e la chiesa, per sorprenderle con un incantesimo. In Germania, al contrario, il timo è legato ai riti di Natale. Per garantirsi un raccolto di mele abbondante, l’anno successivo, i contadini tedeschi avevano una ricetta infallibile. Mescolavano le ceneri del fuoco acceso la sera della Vigilia con timo essiccato e tritato, raccolto durante il solstizio d’estate. E con questa mistura cospargevano il terreno che circondava i meli, perché lo impregnasse e scendesse sino alle radici.


Sant’Agnese, l’amore e l’Irlanda
In Irlanda, il timo ha il nome gaelico di An Tím chreige, che si può tradurre come “timo del terreno pietroso”. Nella notte che precede la festa liturgica di sant’Agnese (21 gennaio), le ragazze irlandesi in età da marito si premuravano di mettere le scarpe vicino al letto, una da un lato e una dall’altro. Ponevano poi qualche fogliolina di timo in quella destra e di rosmarino in quella sinistra. Nel farlo recitavano questi versi:
St Agnes, that’s to lovers kind, Come, ease the trouble of my mind
E speravano che la Santa, pietosa verso gli amanti gentili, sciogliesse gli affanni mostrando in sogno il futuro marito. A chi trasloca, nell’Isola di Smeraldo, viene consigliato di sradicare un cespuglio di timo dall’orto della vecchia casa per trapiantarlo presso la nuova. Ciò rappresenta un augurio di buona fortuna. Infine, in diverse contee, il timo è considerato un fiore funebre. Viene piantato sulle tombe dei defunti, soprattutto se sono morti giovani o se sono stati vittima di un omicidio, Si ritiene, infatti, che il suo delicato profumo possa consolare dell’improvvisa perdita della vita chi è deceduto anzitempo.


Brevi riferimenti botanici
Il timo appartiene alla famiglia botanica delle Labiate (per questo il suo fusto ha sezione quadrangolare) ed è stato classificato come Thymus vulgaris L. Si tratta di un arbusto nano, assai ramificato, la cui altezza varia dai 10 ai 30 centimetri. Attecchisce bene su suolo argilloso o calcareo, ma è frequente pure in terreni aridi e pietrosi. Le foglie sono piccole, subsessili e ovali, con margine involuto, e, nella pagina inferiore, presentano nervature, setole e ghiandole oleose. I fiori, riuniti in spighe, sono rosati, suddivisi a croce in quattro lobi di pari grandezza. Sbocciano tra maggio e agosto.
In fitoterapia: le grandi virtù del timo
L’olio essenziale è l’arma segreta di questa specie. Esso contiene timolo e carvacrolo: il timolo, in particolare, ha funzione antisettica sull’intestino e sulle vie respiratorie. Altri principi attivi sono tannini, resine, derivati terpenici, vitamine B e C e sostanze amare. La tisana si prepara ponendo due cucchiai rasi di droga, costituita dalle sommità fiorite, in mezzo litro d’acqua. Si porta a bollore, si spegne e si lascia riposare per una decina di minuti. Poi si filtra, si dolcifica e si beve lungo la giornata come se fosse un tè. Si può bere anche dopo i pasti perché il timo è un eccellente digestivo. Giova in caso di tosse, catarro, asma e laringiti, di infezioni e fermentazioni intestinali (diverticoliti), di raffreddore, forme influenzali e reumatismi. Regolarizza la funzione digestiva e ha azione stimolante e disintossicante nelle convalescenze.


Può anche essere assunto come olio essenziale puro, purché il prodotto in commercio sia specificato come alimentare. In questo caso, bastano un paio di gocce su uno zuccherino o su una mollica di pane, bevendoci dietro un bel bicchiere d’acqua. Premettiamo tuttavia che l’olio essenziale ha un sapore molto forte e sgradevole e va assunto per brevi periodi, perché altrimenti irrita l’apparato digerente.
Il timo in applicazione esterna
L’olio essenziale reca sollievo – poche gocce, opportunamente diluite in abbondante olio d’oliva – se applicato sui punti dolenti per nevralgie e reumatismi. L’infuso di timo, invece, versato nell’acqua del bagno, stimola la circolazione superficiale e disinfetta la pelle. Ha azione cicatrizzante, per detergere le ferite e, usato come lozione, dopo aver lavato i capelli, rinforza e purifica il cuoio capelluto. È utile per sciacquare la bocca, se si soffre di alito cattivo, perché disinfetta gengive e cavo orale. Così, forse non ci farà sognare la persona amata, nella notte di sant’Agnese, ma renderà senz’altro i nostri baci più profumati e seducenti.