Innovazione arte e tecnologia : un successo alla Maker Faire Rome

Ecco tutte le novità della fiera dell’innovazione che si è tenuta a Roma dal 18 al 20 ottobre. Un evento che ha visto più di 100.00 visitatori in tre giorni alla Maker Faire. Oltre mille progetti provenienti da oltre 40 nazioni sono arrivati dalle varie call per l’edizione 2019. E oltre 600, dopo attenta selezione, sono stati esposti in fiera. Un evento che ha visto i makers protagonisti assoluti delle invenzioni più incredibili, curiose, tecnologiche di tutta Europa!  

pubblico presente alla maker faire. bambibi seduti su tappeto rosso e molti adulti in piedi che seguono una dimostrazione
pubblico

Chi sono i makers 

Appassionati di tecnologia, educatori, pensatori, inventori, ingegneri, autori, artisti, studenti, chef, artigiani 2.0. 

Sono tutti coloro che creano e stupiscono con la forza delle proprie idee. Sono persone che, con un forte approccio innovativo, creano prodotti per avvicinare la nostra società a un futuro più semplice e divertente.  

Il loro motto è “fai da te” ma soprattutto “facciamo insieme”. Sono, infatti, una comunità internazionale presente in oltre 100 paesi e condividono informazioni e conoscenze sia attraverso il web sia attraverso i cosiddetti Fab Lab. Usano macchinari come frese o stampanti 3D ma anche software e hardware open source che si possono scaricare gratuitamente dal web per dare vita a  qualcosa di originale. 

un gruppo di viti grigie. ammucchiae una sull'altra che simboleggia il lavoro dei makers

 I makers, oggi, vengono identificati come un vero e proprio movimento culturale dalle enormi potenzialità sul piano dello sviluppo sociale e economico. E questo grazie alla loro capacità di esplorare nuove strade o di percorrere in modo “moderno” quelle esistenti . 

MakerArt la novità assoluta

  L’arte la grande novità di questa edizione. Hanno preso vita percorsi artistici, immersivi e multimediali grazie all’utilizzo della tecnologia. E hanno raccontato il rapporto sempre più stretto tra uomo e macchina.  Ed è così che nasce “πton” dei Cod.Act. Un lungo tubo nero di gomma, chiuso ad anello, un serpentone insomma che si contorce, ondeggia, striscia, rispondendo a degli stimoli sonori provenienti da altoparlanti, sostenuti da quattro persone. In una sorta di danza sempre più inquietante πton sembra cercare, quasi in agonia, una via di fuga tra i visitatori. La creatura è in realtà un’installazione audio, risultato di un esperimento sulla relazione tra la distorsione di una struttura elastica e la sintesi della voce umana.

il serpentone di gomma nera a spirale dei Code Act
Nton

Il curatore di Maker Art Valentino Catricala 

Ho sempre pensato che l’arte, soprattutto quella che usa la tecnologia, non sia importante solo perché aggiunge contenuti al mondo dell’arte. Ma può essere un motore per l’innovazione tecnologica e per la società più in generale. Operare in modo trasversale, mettere in connessioni ambiti diversi, è ciò che mi appassiona di più. Così è nato il progetto Maker Art. Poter portare l’arte all’interno del contesto più grande in Europa di creatività e innovazione. Poter farla dialogare con nuovi ambiti, creare nuove sinergie” 

L’artista sperimenta le possibilità apre nuove potenzialità di creazione del medium e di veicolo per nuovi contenuti. Ne può beneficiare non solo il mondo dell’arte ma l’intero universo dell’innovazione. Oggi una istituzione museale, o un operatore culturale come un curatore, deve tenere conto di questo”. 

Richard Garet “the four horseman”

L’opera di Garet è un pezzo audiovisivo a quattro canali. Ogni canale funziona in modo indipendente e nel proprio ciclo temporale. Le immagini di questo lavoro consistono nell’essere trattate in celluloide da 16 mm trasferite in digitale. Ogni canale è sottotitolato con una parte del testo biblico dei Quattro cavalieri dell’Apocalisse. Questo si trova nel capitolo sei del libro delle rivelazioni, che prevedeva che i cavalieri avrebbero cavalcato la terra e avrebbero portato distruzione durante l’Apocalisse. Attraverso i processi di decostruzione, il lavoro descrive la percezione del decadimento, della distruzione e la nozione infinita di raggiungere la fine del mondo manifestata nei tempi contemporanei.

Il Cnr Napoli spiega il quotidiano con la chimica

il macchinario roflex che dimostra la spettroscopia in uno stand del cnr di Napoli

Non solo arte al Maker Faire, ma essenzialmente innovazione . . “E’ estremamente importante avvicinare i principi scientifici alla capacità di comprensione di tutti – ci spiega il chimico Massimo Rossi -.Questo vale in special modo per i fenomeni di carattere fisico. I ricercatori del Cnr di Napoli per mezzo del MOSEF stanno invece creando mezzi per divulgare e rendere alla portata di tutti la chimica. Dimostrando quanto questa materia sia benevolmente presente nella vita di tutti i giorni“. Ed ecco infatti che troviamo di fronte a noi Roflex. Questa macchina che sembra uscita dal miglior film di fantascienza  fa ‘luce’ sulla fluorescenza! Un exhibit robotico per dimostrare spettroscopia e fluorescenza, uno strumento attraente ed efficace per la comunicazione scientifica.  

una serra biopic. troviamo varie piante su diversi ripiani

Come costruirsi una piccola serra …  su Marte. 

la piccola startup italiana Biopic Parte da piccole esperienze di coltivazione Smart. Sono  micro serre con luce a led e collegate al wifi per il controllo da remoto. E arriva a immaginare un futuro in cui l’uomo, prima di colonizzare Marte, lo farà diventare un pianeta ‘verde’. Questo attraverso stimolatori di fotosintesi che sostituiscono la luce solare consentendo la crescita di piante, fiori e verdure tutto l’anno.  Anche in zone con scarsa luminosità e con un una crescita dal 50 al 200 per cento superiore rispetto al metodo tradizionale di coltivazione. 

I quadri si vedono in 3D

Con questo tipo di tecnica possiamo vedere qualsiasi quadro come fosse in 3D. Senza l’ausilio degli occhiali adatti a questo tipo di visione

Al di là del progetto Maker Art, ogni padiglione del Maker Faire è concepito come un micro cosmo di stimoli ed emozioni. Un luogo dove perdersi, dove si trovano grandi e piccoli inventori. dove girando ti puoi imbattere in ricostruzioni 3d della testa del Cristo o in un pezzo di Luna, sì esattamente un pezzo di luna, prestato dalla Nasa a questa importantissima manifestazione. Un luogo di menti fervide e progetti incredibili. Che dimostra che tutti noi, se vogliamo, siamo dei geni!

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".