#iolavoroconlamusica: 21 giugno festa della musica #senzamusica

La musica che gira lancia l’hastag #senzamusica e #iolavoroconlamusica

Addì 21 marzo scrivevo un articolo intitolato così: “Cristo si è fermato a Sanremo“, dove già parlavo di quanto penalizzante fosse il lockdown per il mondo dello spettacolo. Non volevo sembrare blasfemo e potrà sembrare banale, ma per il Coronavirus, musica e arte si sono fermate almeno “pubblicamente”. Poichè ho fama di pessimista, almeno per quel che riguarda le questioni politiche che non capirò mai e che non mi interessano, scrivevo, sempre in quell’articolo che quello dello spettacolo era l’unico settore “a cui il decreto “Cura Italia” non ha pensato, e probabilmente non penserà“.

Cristo si è fermato a Sanremo perchè il Festival è stata l’ultima grande manifestazione musicale, poi il nulla.

#iolavoroconlamusica

Il messaggio lanciato da La Musica Che Gira per tutti: Per essere uniti abbiamo deciso di usare tutti insieme l’hashtag #senzamusica. Ognuno sui propri social per amplificare il messaggio coinvolgendo chiunque: che lavori nella musica o che sia un semplice ascoltatore, fan o appassionato.
C’è bisogno del sostegno di chiunque creda che #senzamusica non ci sia rilancio.
È LA NOSTRA OCCASIONE, NON SPRECHIAMOLA.

#iolavoroconlamusica: Nella Musica lavorano in tanti, non solo i musicisti ed i cantanti. La Musica fa cultura, educa, emoziona, intrattiene e, se non bastasse, produce economie importanti (il solo comparto Cultura fa il 16% del PIL), dando lavoro a decine di migliaia di persone che oggi, causa Covid, rischiano di restare a casa. Sappiamo che ci sono delle proposte di emendamento al DL Rilancio che ci riguardano. Chiediamo che la politica non le ignori, adoperandosi al più presto per dare finalmente dignità a tutti coloro i quali lavorano per il bene della Musica.

I tour di concerti e spettacoli comprendono un indotto di persone: attrezzisti, facchini, montatori, autotrasportatori, tecnici audio e luci, addetti al merchandising, musicisti e fonici di palco. Un mondo di artisti e di addetti ai lavori che sono preziosi ingranaggi di una macchina chiamata arte, sotto qualsiasi forma. Tutto questo per regalare emozioni.

Senza dimenticare produttori discografici, tour manager, e noi riviste, giornali, magazine, addetti stampa: tutte figure che ruotano attorno ad un artista, e che in questo momento si trovano in ginocchio, esattamente come molte altre categorie di lavoratori e piccoli imprenditori.

Chi fermerà la musica?

Il mondo si è fermato a Sanremo, anche quello della musica e dello spettacolo. Concerti e spettacoli annullati, firmacopie cancellati, teatri e locali chiusi, fino al 2021. A poco serve il contentino dei 2000 posti all’aperto e 200 al chiuso con ingressi contingentati, distanze di un posto, di un metro. E poi l’assurdità delle mascherine sul palco. Ma ve lo imaginate cantare e suonare sotto i riflettori, con il caldo e respirare anidride carbonica? Ammazzateli subito. Fate prima.

Un danno enorme, anche a livello economico. Certo, per il momento ci si arrangia con dirette web e mini video, ma non potrà durare a lungo, perché anche per gli artisti e gli addetti ai lavori e anche noi giornalisti e magazine, sono arrivate e continueranno ad arrivare scadenze, bollette e pagamenti.

E non ci sono bonus #iolavoroconlamusica !

Scrive bene Marco Masini sul suo profilo Facebook: La musica non siamo solo noi artisti, la musica non è soltanto dei protagonisti, ma di tanti lavoratori che lavorano nell’ombra per far si che come dice qualcuno, i “menestrelli” possano farvi divertire. L’emozione vive anche nei cuori di chi monta un palco, di chi srotola i cavi, chi guida un camion pieno di strumenti da una parte all’altra del mondo. Una filiera di lavoratori non garantiti da nessuno che come altre migliaia di categorie hanno diritto di vivere!!! Chiediamo attenzione anche per loro!!

Nessuno ha mai fermato la musica e non si può vivere senza musica.

#senzamusica

Un artista è artista, lo dice la parola stessa. La massima gratificazione viene dall’applauso, dal calore, dall’energia di quel pubblico che per ora e chissà per quanto mancherà ancora.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”