Bambini separati dalle loro famiglie. Fatti partire per un altro paese, senza sapere se da lì sarebbero mai tornati. Operazione Kindertransport, così si chiama il sistema di trasporto che permette, dal 1938 al 1940 circa, a migliaia di bambini ebrei di scampare alla shoah , grazie ai treni della speranza e al governo inglese che raccoglie un appello della comunità ebraica britannica. La maggior parte dei bambini viaggia, attraverso l’Olanda, fino al porto britannico di Harwich. I pochi neonati inclusi nel programma sono accuditi da altri bambini durante il trasporto.
Immediatamente dopo il benestare del governo britannico all’operazione, la BBC trasmette un appello radiofonico ai cittadini britannici perché offrano ospitalità ai bambini. In pochi giorni arrivano oltre 500 adesioni. Non c’è tempo per esaminare troppo attentamente i motivi e il carattere delle famiglie. Basta che le case appaiano pulite e le famiglie sembrino rispettabili.


I primi kindertransport
Il primo kindertransport parte da Vienna il 10 dicembre1938. Esattamente un mese dopo la Notte dei cristalli – il pogrom antiebraico del 9 novembre 1938 in cui sono distrutte e saccheggiate 267 sinagoghe, uccisi 91 ebrei e 30.000 persone deportate dalla Germania nei campi di concentramento. Nel marzo 1939, dopo l’entrata dell’esercito tedesco in Cecoslovacchia, si organizzano frettolosamente i trasporti da Praga. Anche i treni di bambini ebrei tedeschi espulsi in Polonia vengono organizzati tra febbraio e agosto 1939. Diecimila bambini, quindi, provenienti da Austria, Cecoslovacchia e Polonia vengono accolti nel Regno Unito. Principalmente a Londra, Glasgow e Manchester, presso famiglie affidatarie, ostelli e fattorie.
…e gli ultimi
L‘ultimo gruppo di bambini dalla Germania parte il 1 settembre 1939, il giorno in cui l’esercito tedesco invade la Polonia e provoca la dichiarazione di guerra di Gran Bretagna, Francia e altri paesi. L’ultimo Kindertransport di cui si ha notizia dai Paesi Bassi parte il 14 maggio 1940, il giorno in cui l’esercito olandese si arrende alla Germania.
Un treno con 250 bambini è pronto a partire da Praga il 3 settembre 1939. Ma quello è anche il giorno in cui il Regno Unito dichiara guerra alla Germania. Il treno non abbandona la stazione e dei bambini non si hanno più notizie. “Avevamo 250 famiglie che aspettavano i bambini alla stazione ferroviaria di Liverpool Street, a Londra. Se il treno fosse partito un giorno prima avrebbe potuto raggiungere la sua destinazione”. Così dichiara tanti anni dopo Nicholas Winton.


L’anima dei Kindertransport di Praga: Nicholas Winton
Nicholas Winton (1909 – 2015) nel 1938 è un giovane impiegato presso la Borsa di Maidenhead, Berkshire. Pochi giorni prima di Natale arriva una telefonata che gli cambierà la vita per sempre. Dall’altro capo della cornetta il suo amico Martin Blake. Blake lavora per un comitato di aiuto per adulti in Cecoslovacchia, in quel momento parzialmente invasa dal terzo Reich, e chiede aiuto. Winton non se lo fa dire due volte. Parte da solo per Praga e prende una stanza all’hotel Sroubek in Piazza Venceslao. Da lì, contatta immediatamente il Refugee Children’s Movement (RCM) di Londra.
Inizia un lavoro frenetico, il tempo corre contro di lui. In breve si sparge la voce dell’”inglese di Piazza Venceslao” e una gran quantità di genitori si avvicina per cercare di inserire i propri figli nella lista. “Era esasperante”, dichiara in seguito Winton, “ di ogni gruppo sentivo che era il più urgente”.


Kindertransport: Per favore aiutatemi
“Per favore aiutatemi a portare fuori da Berlino due bambini (maschio e femmina), dieci anni, ottima famiglia, caso urgente”. Winton pubblica sui giornali centinaia di annunci simili a questo per trovare una sistemazione ai bambini. Il problema è infatti che La Gran Bretagna ha sì acconsentito a fare entrare alcuni bambini di 17 anni ed età inferiori, ma a patto che lo Stato non si debba sobbarcare spese per il loro mantenimento. Per cui le organizzazioni di aiuto ai rifugiati devono farsene completamente carico. In più devono trovare anche dei garanti dell’operazione per poter depositare 50 sterline (circa1.500 euro oggi) per ogni bambino. Questo a garanzia del pagamento del biglietto per un eventuale ritorno del rifugiato nel paese di origine. I familiari adulti non potevano accompagnare i bambini.


Priorità per orfani, senza tetto e figli di deportati
Superate le difficoltà, il primo Kindertransport di Winton parte il 2 dicembre 1938, con duecento bambini di un orfanotrofio ebraico in fuga da Berlino. La priorità nei Kindertransport, che continuano fino al 1940, è data agli orfani, ai bimbi senza tetto, e ai figli di persone finite in campo di concentramento. Per più di cinquant’anni Nicholas Winton non ha rivelato a nessuno la sua azione. La vicenda è stata resa pubblica quando la moglie Greta ha scoperto nella soffitta di casa sua una valigetta con le liste dei bambini salvati e le lettere ai genitori.
Tra i bambini salvati da Winton, Karel Reisz, famoso regista e autore del film premiato “La donna del tenente francese”. La Corona britannica ha riconosciuto le azioni umanitarie di Winton, concedendogli il titolo di Sir of the Crown. Oggi si ritiene che ci siano più di 5.000 figli dei cosiddetti “bambini Winton”, che discendono da quei kindertransport.


Il no del congresso degli Stati Uniti d’America
Nel 2009 a Praga è stato organizzato un viaggio in treno attraverso l’Europa per commemorare i Kindertransport. In questa occasione Winton ha dichiarato: “La vera sfortuna è stata che nessun altro Paese abbia fatto altrettanto. Ho provato a sensibilizzare gli americani, ma non hanno preso con sé alcun bambino. Se l’avessero fatto avrebbero fatto la differenza”. Infatti, il Congresso degli Stati Uniti rifiuta esplicitamente ogni cooperazione con una dichiarazione formale, affermando che “ospitare i bambini senza i genitori sarebbe stato contro le leggi di Dio.”


La storia di Vera Schaufeld
Vera Schaufeld, precedentemente Vera Lowyova, è una di quelle bambine salvata da Sir Nicholas Winton. Nata a Praga nel 1930. Nel maggio 1939, in seguito all’invasione nazista della Cecoslovacchia, a Vera viene detto che deve trasferirsi in Inghilterra da sola. Ha solo nove anni. “L’ultima volta che ho visto i miei genitori è stato mentre stavano dietro la barriera, agitando i loro fazzoletti, mentre li guardavo fuori dal finestrino del treno“. Vera, all’arrivo in Inghilterra è stata accolta nella famiglia di Leonard e Nancy Faires.
Nel 1988 Vera partecipa al programma televisivo di Esther Rantzen That’s Life! , dove incontra altri bambini, ormai adulti come lei, che erano stati salvati da Winton. In seguito lavorerà a stretto contatto con l’Holocaust Memorial Day Trust per condividere la sua storia e garantire che le generazioni future conservino la memoria dell’Olocausto.


Le testimonianze di Paul Willler e Dave Lux
Paul è figlio di una famiglia tedesca mista, madre ebrea e padre cristiano. Ma Paul non è in cima alla lista di quelli che dovranno fuggire con i Kindertransport perché essendo di famiglia mista non è considerato “così in pericolo”. Il primo Ministro laburista inglese, Clement Attlee, venuto a conoscenza della situazione di Paul e del suo fratellino, fornisce loro l’autorizzazione a lasciare la Germania per entrare nel Regno Unito e ospita il piccolo Paul, di 10 anni, per quattro mesi.
Nel settembre del 1939, Paul saluta gli Attlee per raggiungere una scuola dell’Irlanda del Nord. Diventa direttore delle vendite presso un’azienda tessile, si sposa, ha tre figli e si stabilisce nell’Hertfordshire e poi nel vicino a Gloucestershire, in Inghilterra del sud. Paul nel 2018 ,ormai novantenne, durante una manifestazione londinese organizzata dall’Associazione dei rifugiati ebrei, ricorda Clement Attlee come una persona affettuosa e profondamente umana. “Era un uomo modesto, non ha mai cercato di glorificarsi in alcun modo del gesto che ha fatto”.
“Quando finì la guerra io e mio fratello più piccolo non vedevamo l’ora di incontrare i nostri genitori – racconta Dave Lux, uno dei bambini oggetto del kindertransport -. Tutti cantavano, ballavano, festeggiavano, ma io stavo male perchè non sapevo se fossero sopravvissuti. E Poi giorni, settimane, mesi, forse un anno…Alla fine mio fratello e io dovemmo ammettere che non li avremmo mai più rivisti“.


La posizione della Germania e del regime nazista
Il regime nazista non ostacola il programma, ma in linea di massima non fa nulla, in termini di burocrazia, per agevolare i genitori nella complessa compilazione di scartoffie necessarie per l’espatrio dei minori. Nel dicembre 2018 la Germania riconosce la grande sofferenza arrecata dal suo passato regime ai bambini dei Kindertransport, stabilendo anche un risarcimento per loro.
Enemy aliens
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale le cose, però, non si mettono troppo bene neanche per i bambini dei kindertransport. Infatti, i rifugiati tedeschi residenti in Gran Bretagna sono visti sempre di più come una minaccia alla sicurezza. Ciò, in concomitanza con un aumento della disoccupazione e dell’antisemitismo, ha un impatto diretto su alcuni dei bambini portati dalla Germania in Gran Bretagna come rifugiati. Entrano in vigore delle leggi che prevedono l’internamento di rifugiati come “enemy aliens “nemici stranieri”, ovvero sospettati di connivenza con i nazisti.
Secondo la BBC, “il fatto che si trattasse di minori ebrei e quindi molto difficilmente accusabili di connivenza col nemico nazista non attraversò la loro mente“. Circa un decimo dei bambini dei Kindertransport sono etichettati come “enemy aliens” e internati sull’Isola di Man o inviati in Canada o Australia. In particolare gli adolescenti con cittadinanza tedesca sono considerati possibili spie.
Nonostante la loro classificazione come enemy aliens, alcuni dei ragazzi del programma di trasporto per bambini si uniscono in seguito all’esercito britannico e combattono nella guerra contro la Germania.


I bambini dei Kindertransport
Alcuni dei bambini di Kindertransport diventano persone degne di nota. Tra questi Rolf Decker, ex olimpionico degli Stati Uniti, il già citato regista Karel Reisz, e Arno Penzias e Walter Kohn entambi fisici e premi Nobel.
Le sculture della memoria
Lungo la rotta dei treni presso le stazioni di Londra, Berlino, Vienna, Rotterdam, Danzica e Amburgo, una serie di sculture in bronzo a grandezza naturale rappresenta i bambini del Kindertransport . Tutte le sculture sono dell’artista israeliano Frank Meisler, originario di Danzica e cresciuto in Inghilterra. Un bambino dei Kindertransport
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