In Lombardia contaminazione da PFAS dell’acqua potabile

Emergenza ambientale in Lombardia: acqua potabile con importante presenza di PFAS. Poisitivo un campione su tre.

All’inizio di febbraio 2023, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ECHA ha pubblicato una proposta di divieto su tutti i PFAS o sostanze per- e polifluoroalchiliche. “The Forever Pollution Project” ha dimostrato che c’è molta più contaminazione in tutta Europa di quanto sia noto pubblicamente. 

Un’indagine internazionale rivela una massiccia contaminazione da PFAS anche in Italia che determina una emergenza ambientale davvero preoccupante.

Anche nelle acque lombarde destinate al consumo umano sono presenti PFAS (composti poli e perfluoroalchilici), sostanze chimiche artificiali, altamente persistenti e associate a numerosi problemi per la salute, tra cui alcune forme tumorali. Lo rivela una nuova indagine dell’Unità Investigativa di Greenpeace Italia, condotta grazie a numerose richieste di accesso agli atti (FOIA) indirizzate a tutte le ATS (Agenzia di Tutela della Salute) e agli enti gestori delle acque potabili lombarde. Secondo quanto ottenuto da Greenpeace Italia, dei circa 4 mila campioni analizzati dagli enti preposti tra il 2018 e il 2022, circa il 19% del totale (pari a 738 campioni) è risultato positivo alla presenza di PFAS. Un inquinamento che rischia però di essere molto sottostimato, se si considera che le analisi condotte finora sono parziali e non capillari.

L’indagine in Lombardia

«L’indagine condotta in Lombardia svela l’esistenza di un’emergenza ambientale e sanitaria fuori controllo che le autorità locali e nazionali continuano a sottostimare, nonostante sia chiaro che la contaminazione da PFAS coinvolga migliaia di persone, spesso esposte al rischio in modo inconsapevole», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Chiediamo al governo, al Parlamento e ai ministeri competenti di assumersi le proprie responsabilità approvando in tempi brevi una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i PFAS, insieme all’adozione di adeguati provvedimenti di bonifica e all’individuazione di tutti i responsabili dell’inquinamento».

Guardando ai dati provinciali, la percentuale più elevata di campioni contaminati riguarda la provincia di Lodi, con l’84,8% positivo alla presenza di PFAS; a seguire le province di Bergamo e Como, rispettivamente con il 60,6% e il 41,2%. L’area milanese si attesta a metà classifica, con un quinto delle analisi positive. Tuttavia, in termini assoluti, la provincia di Milano (dove si registra anche un numero più elevato di analisi effettuate) ha il triste primato del maggior numero di campioni in cui sono stati rilevati PFAS (ben 201), seguita dalle province di Brescia (149) e Bergamo (129). Particolari criticità emergono anche nei comuni di Crema (CR), Crespiatica (LO), Pontirolo Nuovo (BG), Rescaldina (MI) e nella zona di Cantù-Mariano Comense (CO).

emergenza ambientale in Lombardia, dell'acqua potabile scorre da un rubinetto di casa (foto in bianco e nero)

A Milano, positivo un campione su tre

Risultati inquietanti sono emersi anche nella città di Milano, dove quasi un campione su tre è risultato contaminato. Prossimamente, Greenpeace Italia pubblicherà un approfondimento sulla situazione a Milano, con una mappatura delle zone più contaminate, dettagli sui quartieri del capoluogo lombardo e le rispettive concentrazioni di PFAS.

Seppure allarmanti, le contaminazioni riscontrate in Lombardia sono quasi ovunque di gran lunga inferiori a quelle registrate in Veneto nel 2013, quando si scoprì l’emergenza locale PFAS. Tuttavia, non si deve dimenticare che in accordo con le più recenti evidenze scientifiche i PFAS sono considerate sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana a qualsiasi concentrazione, pertanto l’unico valore cautelativo è la loro completa assenza nell’acqua potabile destinata al consumo umano, negli alimenti, nel suolo e nell’aria.

Greenpeace Italia, insieme alla pubblicazione dell’inchiesta, rende disponibile alla collettività una mappa in cui è possibile consultare gli esiti delle indagini realizzate nei comuni lombardi dagli enti pubblici. La mappa consente di verificare quanti campioni di acqua a uso potabile non rispettano i valori limite più cautelativi vigenti o proposti in altre nazioni come la Danimarca o gli Stati Uniti. Analizzando i risultati dei campioni inviati a Greenpeace Italia si nota come parte dell’acqua della Lombardia sarebbe considerata non potabile secondo i nuovi parametri proposti negli Stati Uniti (il 13,1%) o quelli vigenti in Danimarca (il 13,4%).

Greenpeace Italia chiede alla Regione Lombardia di individuare tutte le fonti inquinanti, al fine di bloccare l’inquinamento all’origine e riconvertire le produzioni industriali che ancora utilizzano queste sostanze. È necessario inoltre varare un piano di monitoraggio regionale sulla presenza di PFAS nelle acque potabili, rendendo disponibili alla collettività gli esiti delle analisi, e garantire il diritto della cittadinanza a disporre di acqua pulita e non contaminata.

Cosa sono i PFAS

I PFAS sono sostanze perfluoroalchiliche note anche come “inquinanti eterni”. Sono utilizzati in molti settori diversi, dal Teflon allo Scotchgard per realizzare prodotti antiaderenti, antimacchia o impermeabili. Non si degradano nell’ambiente e sono molto mobili, quindi possono essere rilevati in acqua, aria, pioggia, lontre e merluzzi, uova sode ed esseri umani. I PFAS sono collegati al cancro e all’infertilità, tra una dozzina di altre malattie. È stato stimato che ogni anno le PFAS gravano sui sistemi sanitari europei tra i 52 e gli 84 miliardi di euro . (Fonte Foreverpollution)

Le emissioni di PFAS non sono ancora regolamentate nell’UE e solo pochi Stati membri hanno adottato dei limiti. 

Le emissioni di PFAS non sono ancora regolamentate nell’UE e solo pochi Stati membri hanno adottato dei limiti. Tutti gli esperti PFAS che abbiamo intervistato erano fermamente convinti che le soglie fissate dall’UE per l’attuazione nel 2026 fossero troppo alte per proteggere la salute umana.

Dal sito Foreverpollution.eu

Il sito Foreverpollution riporta anche che “The Forever Pollution Project ha anche scoperto un ampio processo di lobbying per annacquare il proposto divieto PFAS a livello europeo. Diverse dozzine di richieste FOIA a Bruxelles e in altre città europee hanno rivelato che ormai da mesi più di 100 associazioni di settore, gruppi di riflessione, studi legali e grandi aziende hanno lavorato per influenzare la Commissione europea e gli Stati membri per indebolire l’imminente divieto PFAS” (clicca qui per leggere l’articolo completo).

Emergenza ambientale fuori controllo

A seguito della diffusione dell’inchiesta giornalistica The Forever Pollution Project sulla contaminazione da Pfas in numerose nazioni europee, Italia inclusa, e che nel nostro Paese ha coinvolto le testate Radar Magazine e Le Scienze, Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace dichiara:

Questa indagine senza precedenti tocca un nervo scoperto su cui le autorità nazionali da tempo hanno scelto di non intervenire, nonostante sia chiaro che la contaminazione riguardi l’acqua, l’aria, gli alimenti e il sangue di migliaia di persone. Si tratta di un’emergenza ambientale e sanitaria fuori controllo. Esortiamo il governo, il parlamento e i ministeri competenti ad assumersi le proprie responsabilità varando in tempi brevi una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i Pfas, insieme all’adozione di adeguati provvedimenti di bonifica e all’individuazione di tutti i responsabili”.

La mappa italiana rivela elevati livelli di inquinamento non solo in alcune aree del Veneto, già tristemente note per essere uno degli epicentri europei dell’emergenza Pfas, ma toccano anche alcune zone del Piemonte, limitrofe allo stabilimento della Solvay specializzato proprio nella produzione di Pfas, della Lombardia e della Toscana. Questo quadro potrebbe essere ben più grave considerando che non tutte le Regioni italiane effettuano monitoraggi capillari.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”