Facciamo a metà!

Ciao Margherita, intanto complimenti per la tua carriera […]. Ti scrivo perché di recente mi sono separato. Ho scoperto che mia moglie frequentava da diversi anni un primario d’ospedale, col quale ora convive felicemente. Questo, ovviamente, mi ha fatto soffrire non poco e per diversi mesi mi sono chiesto dove io avessi sbagliato per perderla così. Eppure, scusa se ti apparirò immodesto, non ho trovato grandi colpe da parte mie tale da sfasciare un matrimonio di 15 anni. A sentire lei, invece, quando queste cose succedono “è sempre colpa di entrambi”, tipo un 50% a testa. Tu cosa ne pensi? Bruno

Caro Bruno, inizio dicendo che mi fa molto piacere ricevere anche messaggi da parte dell’universo maschile; questo dimostra che, finalmente, l’uomo sta riconoscendo di avere una sana parte di sensibilità e suscettibilità, senza che per questo si senta meno virile o “maschio”.

Ti ringrazio, inoltre, per tutti i complimenti che mi hai fatto e che, per ragioni di spazio, ho dovuto tagliare. Ma veniamo alla tua storia. E’ ovviamente una triste situazione; l’abbandono in amore, quando non condiviso da entrambe le parti, è sempre drammatico. Ciò che ti posso dire, però, è che io non trovo assolutamente vero che quando una coppia si lascia è per forza colpa di entrambi.

Ci sono a volte in cui è solo uno dei due che subisce le decisioni dell’altro, i tradimenti dell’altro, i maltrattamenti dell’altro! Chi si sentirebbe di dire che una donna che ha lasciato il marito perché la picchiava ha una colpa nell’averlo lasciato?

Ti consiglio, caro Bruno, di non arrovellarti! Magari hai avuto le tue mancanze (come tutti) o magari sei stato il marito migliore del mondo, in ogni caso è tua moglie che ha deciso di prendere una direzione diversa. Inoltre, anche qualora tu abbia fatto qualcosa che dovesse aver contribuito a questa situazione, non sarebbe stato più saggio, maturo e corretto da parte di tua moglie parlartene?

Considerato tutto ciò, senti davvero di avere quel famoso 50% di colpa?

Un abbraccio.

Margherita

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Margherita Fumero
Margherita Fumero
Attrice teatrale televisiva e cinematografica. Allieva di Macario, ha lavorato per anni in coppia con Enrico Beruschi. Tra le sue partecipazioni più famose: Drive In di Antonio Ricci e Camera Cafè nel ruolo della stagista Wanda. Dice di sè: Descrivermi? Io? Già è difficile descrivere una persona che si conosce da diverso tempo, figuriamoci se stessi, ma...ci proverò! Anche perché non è così scontato che un individuo si conosca in tutte le sue sfaccettature, nonostante sia in “compagnia di se stesso” da tutta una vita. Infatti, ci sono parti di noi che ci sfuggono, altre che sono sotterrate negli strati più profondi del nostro animo, oppure altre che semplicemente non vogliamo vedere. Io, complice il lavoro che faccio, ho dovuto scavare dentro di me, anche per fare arrivare al pubblico l'emozione che deriva dall'essere in una particolare situazione. In più – e lo dico per chi non conosce la mia formazione – ho frequentato l'Accademia di arte drammatica, non di “arte Comica”! Fu Macario che mi consigliò di dedicarmi al comico, attraverso la frase che cito in tutte le interviste dove mi chiedono dei miei esordi: “con quella faccia lì, devi far ridere”, mi disse. Tuttavia, non si deve pensare che essere attori comici significhi per forza conoscere solo il lato divertente della vita; anzi! Si dice che i più grandi comici della storia siano stati dei depressi; un po' come i clown che, in alcune scuole di mimo e recitazione, vengono presentati come personaggi in realtà tristi. Io, in realtà, a parte qualche triste e naturale accadimento – come quelli che la vita riserva più o meno ad ognuno di noi – non posso sicuramente dire che sia o sia stata una persona infelice. Al contrario: la mia “voglia di far ridere” deriva da quella serenità che ho sempre respirato in famiglia. Mia mamma Luisa era un po' come me: ironica, sorridente e con la battuta pronta. Il mio papà Gino era più riflessivo, più incline alla saggezza, ma sempre sereno. Io ho fatto un bel frullato di queste caratteristiche, ci ho aggiunto quello che la natura mi ha regalato attraverso il temperamento et voilà: signore e signori, questa è la Fumero! Una signora buffa ma dignitosa; un soggetto autoironico ma profondamente rispettoso degli altri; una donna che può interpretare mille personaggi, pur rimanendo sempre se stessa. Una persona che finge sul palcoscenico ma che è profondamente vera nella vita reale.