Kesa, il legendary look dei monaci buddhisti

Ogni occasione richiede il proprio look, un abbigliamento adeguato alla circostanza. Dal semplice aperitivo al bar alle cerimonie più formali, ognuno di noi sceglie cosa indossare in base al contesto e alla compagnia. Anche i monaci buddhisti non sfuggono all’abito adatto.

LA STORIA DEI KESAYA

Si tratta del kesaya, una veste la cui leggenda è sacra a tutti i buddhisti. Il termine kesaya si traduce dal sanscrito e significa “ocra”. Questo perché, secondo la leggenda, Buddha stesso chiese al suo fedele Ananda di realizzare un abito che tutti i suoi seguaci potessero indossare. Così Ananda creò una veste umile, fatta di scampoli tinti con terre povere, l’ocra, da cui deriva il nome. Cucì quindi le pezze tra loro e le drappeggiò attorno al corpo ricreando le forme geometriche delle risaie tra le quali Buddha amava passeggiare.

KESA- un monaco buddhista con indosso il kesa color ocra sale strette scale con le mani incrociate dietro la schiena. Da dietro le scalinate si vede la testa di una statua dorata del Buddha, che sembra osservare il monaco sulla destra dell'immagine.

I KESA DEL MAO

Il MAO, Museo dell’Arte Orientale di Torino, annovera, tra moltissime opere provenienti dall’Oriente, due kesa (termine giapponese equivalente a kesaya). Queste vesti, pregiate e al contempo fragili, sono soggette a deterioramento. Proprio per questo motivo sono esposte ciclicamente a distanza di anni, durante i quali vengono conservate in appositi magazzini. Fino al 29 settembre 2022, data del termine della mostra, si ha la possibilità rara di osservare da vicino queste tre opere d’arte su stoffa.

Il primo esposto risaleall’epoca Edo (sec. 1603-1967), in raso di seta verde broccato, decorato con gruppi di nuvole e una serie di motivi circolari sparsi, ognuno dei quali ricorda una corolla floreale stilizzata.       

KESA- immagine del tessuto del primo kesa esposto al MAO. Il tessuto in seta verde presenta decorazioni minuziose color ocra, azzurro e rosso.

Il secondo kesa è un raro esemplare creato a partire dal “broccato di Ezo”, un tipo di tessuto giunto in Giappone dalla Cina attraverso la zona di Ezo, l’attuale Hokkaido, terra degli Ainu. La veste è decorata con un motivo floreale molto ricco di colore blu che spicca sulla seta rossa.

KESA- Immagine del secondo kesa esposto al MAO. La veste in "broccato di Ezo" è rossa e presenta decorazioni floreali color blu e azzurro.

La mostra dal titolo La veste del Buddha- Preziosi kesa giapponesi dalle collezioni del MAO è quindi un’imperdibile occasione per ammirare “il più prezioso degli abiti” e avvicinarsi alla cultura orientale.

Ambra Ciardulli
Ambra Ciardulli
Descrivere me stessa è arduo, non mi conosco abbastanza bene. Mille passioni, milioni di idee che nella mia mente viaggiano costantemente senza sosta e che si riflettono nel mio carattere sfaccettato. "Sei strana" mi dicono continuamente parenti, amici, conoscenti. L'unico modo per riordinare i miei pensieri è attraverso la scrittura, il minimo comune denominatore della mia vita. Un modo per condividere le mie esperienze, per non dimenticare e non essere dimenticata in un mondo dove ormai si sfreccia senza lasciare traccia del proprio passaggio.