Parmigiano Reggiano: Tecnologia p-Chip commestibile per una Tracciabilità ineguagliabile

Un micro-transponder p-Chip commesitbile, dalle dimensioni inferiori a un chicco di sale ma di straordinaria resistenza, integrato nell’etichetta di Caseina, è destinato a rivoluzionare l’autenticità e la tracciabilità del Parmigiano Reggiano DOP.

Nel cuore delle colline emiliane, tra tradizione e maestria artigianale, nasce uno dei tesori culinari più amati e pregiati al mondo: il Parmigiano Reggiano DOP. Questo formaggio straordinario, conosciuto anche come “il Re dei formaggi”, incarna secoli di passione, cura e dedizione alla produzione di eccellenza.

La storia del Parmigiano Reggiano affonda le radici nel XII secolo, quando i monaci benedettini iniziarono a sviluppare le tecniche di produzione nelle abbazie della regione dell’Emilia-Romagna, in Italia. Nel corso dei secoli, il processo di produzione è stato tramandato di generazione in generazione, mantenendo intatta l’essenza di un prodotto che è diventato sinonimo di eccellenza gastronomica.

Il Parmigiano Reggiano DOP è molto più di un semplice formaggio: è un’autentica eredità di eccellenza culinaria. La dedizione degli artigiani che lavorano secondo metodi tradizionali e il legame profondo con il territorio rendono il Parmigiano Reggiano una testimonianza vivente di una cultura culinaria che si è mantenuta inalterata nel corso dei secoli. Quindi, quando gustiamo un pezzo di Parmigiano Reggiano, stiamo assaporando non solo un formaggio, ma anche un pezzo di storia e passione italiana.

Per questo, tutto il mondo ha sempre cercato di imitarlo e le contraffazioni alimentari reiterate hanno portato l’azienda a decidere per una tracciabilità sicura e ineguagliabile, affidandosi alla tecnologia.

Un micro-transponder p-Chip edibile, dalle dimensioni inferiori a un chicco di sale ma di straordinaria resistenza, integrato nell’etichetta di Caseina.

La Nuova Etichetta Digitale per Autenticità e Tracciabilità

E’ destinato a rivoluzionare l’autenticità e la tracciabilità del Parmigiano Reggiano DOP. Il Consorzio afferma che questa nuova tecnologia digitale è un passo significativo verso una maggiore sicurezza per l’intera catena di distribuzione, dai produttori ai consumatori finali, passando per tutti i fornitori, i negozi e i supermercati.

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano, in partnership con Kaasmerk Matec e p-Chip Corporation, sta, infatti, lanciando un’innovativa etichetta digitale per rendere ancora più accurata e sicura la tracciabilità del Parmigiano Reggiano DOP. Una sorta di sistema di tracciamento che, di fatto, garantisce l’autenticità del prodotto artigianale italiano.

Non è la prima volta che il Consorzio si affida alla tecnologia per tutelare l’originalità del parmigiano reggiano DOP nel mondo.

Dal 2002, ogni forma è identificata da una placca di caseina commestibile, realizzata con proteine del latte. Contiene un codice alfanumerico unico e progressivo per ogni forma. Come se non bastasse, le forme dispongono anche di un qr code che è, in pratica, la carta d’identità non solo del formaggio, ma della stessa forma. In questo modo, chiunque può risalire alla data e al luogo di produzione.

Un sistema di tracciabilità del Parmigiano Reggiano che, a quanto pare, ha comunque avuto bisogno di un “rinforzo”, o meglio, di un’evoluzione, per garantire l’autenticità del prodotto finito.

Il caso del “Parmesan”

Per fare un piccolo passo indietro, proprio lo scorso autunno si parlava tanto di dazi e del Parmesan. La questione aveva focalizzato maggiormente l’attenzione sui formaggi, ma mentre prodotti come il parmigianito argentino e la mozzarella sono vere imitazioni, il Parmesan ha una storia tutta sua. Il formaggio del Winsconsin è una forma piccola, del peso di circa 20 kg, dalla pasta morbida e la crosta nera, molto diverso da quello cui il consumatore italiano è abituato, ma altrettanto simile all’originale Parmigiano.

Quello del Winsconsin corrisponde, infatti, al parmigiano prodotto in Pianura Padana fino alla seconda guerra mondiale. Nella storia dei caseifici americani si leggono cognomi di origine nostrana, come Magnani e Rossi, che avvalorano la tesi secondo cui il prodotto, prima di evolversi in quello che conosciamo in Italia, avesse le caratteristiche del formaggio italiano degli anni ’20-’30, oggi conservate nell’esempio oltreoceano.

Non è possibile che qualcuno confonda il Parmesan con il nostro Parmigiano, perché sono due prodotti completamente diversi. Quello americano non è un esempio di Italian Sounding, ma la creazione di produttori padani trapiantati negli Usa“. Commentava così all’epoca Alberto Grandi, strenuo sostenitore del libero scambio, professore all’Università di Parma e autore del libro “Denominazione di origine inventata”.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”