Psicosi collettiva e Coronavirus. L’Italia in panico, ma perchè?

Pensavo che il coronavirus fosse un epidemia che colpisce le vie respiratorie, cioè un’influenza, e invece constato che è un virus che colpisce la psiche umana. Una psicosi collettiva che è esplosa all’improvviso domenica sera. Per la precisione, sembra più un episodio psicotico, spero temporaneo. Per definizione, trattasi di un episodio “durante il quale la mente dei singoli spettatori è stata attraversata da una paura enorme, un terrore completamente irrazionale che ha azzerato la capacità di lettura della realtà”. A dirlo non sono io ma lo psicoterapeuta Luciano Peirone, in occasione degli eventi relativi alla finale di Champions League del 2017. La definizione è perfettamente trasferibile a quanto si vede da ieri sera.

Coronavirus: effetti collaterali

Scuole chiuse. Divieto di aggregazione di qualsiasi forma e circostanza. Musei, discoteche, locali di intrattenimernto chiusi, concerti e mostre annullate. Intere cittadine isolate e messe in quarantena. L’ingresso a Milano è presidiato dall’esercito. A Torino si stanno montando tende di soccorso davanti agli ospedali.

Non è un film, ma lo scenario che si presenta all’alba di un lunedi nel nostro paese. Ma non è un lunedi qualunque, è il day after di una domenica memorabile, quella in cui l’Italia apprende le misure cautelari disposte dal Ministero della Salute, per tutelare gli italiani e contenere il contagio da Coronavirus o Covid-19.

Fino a ieri tutto era tollerabile, c’era un rischio collettivo di contrarre questa terribile influenza, ma, a parte qualcuno che girava con la mascherina, il massimo della prevenzione era evitare il sushi per un pò. Ma ieri è successo qualcosa che in Italia è inammissibile e che risveglia le coscienze. Hanno annullato ben quattro partite del campionato di calcio di serie A e questo fa la differenza e attira l’attenzione in maniera plateale. Sinceramente, sembra che non siano i 4 decessi del weekend a stupire davvero. Sembra piuttosto che la gente pensi che se fermano un campionato, allora vuol dire che è proprio grave.

Infatti, fino a quel momento, non si erano verificati comportamenti anomali delle folle. Ma andiamo con ordine.

Venerdi 21 febbraio. Giorno 1

Dopo i riscontri positivi in Lombardia, muore una donna residente a Casalpusterlengo E’ il secondo caso in 24 ore. Il primo era residente a Vo Euganeo, nel Veneto. Entrambi anziani, sono deceduti per insufficienza respiratoria dovuta al coronavirus.

I casi positivi al tampone sono diversi e le due città vengono messe in quarantena. Nessuno può uscire o entrare, ma una famiglia nella notte scappa verso il meridione.

Sabato 22 febbraio. Giorno 2

Conferenza Stampa del Presidente del Consiglio che annuncia l’entrata in vigore di un decreto legge che prevede tutte le misure cautelari attuate per la prevenzione della salute degli italiani. Tali provvedimenti riguardano esclusivamente i due comuni considerati focolai dell’epidemia del coronavirus. A livello nazionale l’unico provvedimento preso è lo stop alle partite di calcio in calendario nelle regioni Lombardia e Veneto.

E’ mezzanotte e tutto va bene.

Domenica 23 febbraio APOCALYPSE NOW

Alle 11 il Prefetto della città di Torino annuncia che anche la partita Torino-Parma viene rinviata a data da destinarsi. La cosa che stupisce immediatamente è che non vengono però sospese le altre manifestazioni e non vengono chiusi musei e teatri. Intanto a Venezia, che è in Veneto, sfila il Carnevale.

L’ordinanza in merito arriva alle 17. La regione Piemonte, unitamente a Lombardia e Veneto, sono oggetto di restrizioni rigide e di provvedimenti cautelari. Quelli citati all’inizio.

Ed è subito panicopaura. Come già detto sopra. Una psicosi di massa. Intanto diciamo che Umberto Galimberti definisce psicologia delle masse “lo studio del comportamento di gruppi non organizzati o che presentano un’organizzazione provvisoria dove i singoli individui agiscono in modo simile senza avere significativi rapporti tra loro”.

Una folla che agisce senza responsabilità né razionalità, guidata da istinti incontrollabili e imprevedibili. Una psicosi collettiva. Ma perchè?

La reazione della massa è: assalto ai supermercati in tarda notte e di domenica. Mascherine esaurite. Il costo dell’amuchina triplica. Il centralino del 112 impazzisce. Caccia al cinese e linciaggi in pubbliche piazze. E’ di stamattina la notizia di un anziano cinese aggredito da due giovani, e non è l’unico caso. Iniaziano le bufale sul web. La cosa peggiore, sono quelli che hanno iniziato a presentarsi a casa, soprattutto di anziani per fare tamponi gratis, sostenendo di essere della Croce Rossa. NON APRITE! Sono dei delinquenti sciacalli. Le ASL NON FANNO TAMPONI GRATIS A DOMICILIO

Quando il mal comune non è mezzo gaudio, ma diventa psicosi

Mi rifaccio ad un’intervista realizzata dal collega Niccolò Gaetani, giornalista professionista, che ha incontrato il professor Luciano Peirone, qualche anno fa. Rileggendola ritrovo intatte, seppur per situazioni diverse, le risposte alla psicosi di massa avvenute ieri sera.

In sintesi, Peirone da una spiegazione semplice e lucida. Sostiene che la persona che cede a un’isteria collettiva non ha avuto una preparazione adeguata ad affrontare situazioni eccezionali di emergenza. La popolazione non ha nozioni adeguate di psicologia, fondamentali per identificare le emozioni di base come la paura, l’angoscia e il terrore. Di conseguenza non sa controllarle.

E aggiunge che andrebbe fatto un discorso di prevenzione da parte degli amministratori pubblici, ma qui cito testualmente:”È un discorso di prevenzione e, appunto, di resilienza della comunità. Gli amministratori pubblici dovrebbero in qualche modo costruire questa ‘corazza’ attraverso un intervento psicologico, anche minimale, che sia però rivolto a tutti”.

Nel suo libro Psicologia delle folle, Gustave Le Bon scrivevanel lontano 1895: “In determinate circostanze, e soltanto in tali circostanze, un agglomerato di uomini possiede caratteristiche nuove ben diverse da quelle dei singoli individui che lo compongono”. In sostanza, la personalità individuale svanisce e tutti gli individui che compongono la massa prendono emozioni e sentimenti comuni, in un’unica psicosi collettiva. “Si forma così un’anima collettiva, senza dubbio transitoria, ma con caratteristiche molto precise”. Il comportamento diventa irrazionale ed emotivo tornando ad uno stadio primitivo.

Freud docet

In Psicologia delle masse e analisi dell’io, Freud, già nel 1921, parlava di situazioni dove l’individuo abbraccia le condotte collettive, allontanandosi dal proprio senso di responsabilità. “Le emozioni emergono, il Super-io che fa riferimento alla norme e alla regole, si indebolisce e l’individuo si lascia andare in modo repressivo. In questo modo quando il panico e la paura prendono il sopravvento le persone tendono a imitare le azioni di chi hanno vicino, senza ragionare razionalmente“.

Detto ciò, cercate di stare calmi. Sono inutili certi allarmismi e il panico non aiuta certo ne allontana il rischio di contagio. Per quel che riguarda la città di Torino, inoltre, è la sindaca Chiara Appendino stessa, in un comunicato, a chiedere la calma e di non cedere a psicosi varie. Alla fine, il coronavirus è un’influenza, sono stati istituiti i numeri di emergenza, da usare in caso di necessità. Ripeto, in caso di reale necessità.

Foto copertina da Salerno.it – Reuters.com

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”