Che la parola mosaico derivi dal latino musaicum opus: opera sacra alle Muse, le protettrici delle arti, deve essere un concetto molto ben chiaro a Monica Licini, artista di Inzago.
“I miei quadri sono realizzati con una tecnica inventata da me. Stampo una fotografia dell’opera, normalmente un dipinto famoso, con il formato scelto. Dopodiché con la ghiaia colorata, granellino per granellino ricopro tutto, aiutandomi con del vinavil. Mentre creo mi piace vedere che, poco alla volta, e con tanta pazienza il mosaico si crea“. Spiega l’artista.
Perchè l’effetto finale è proprio quello di un mosaico. Non può esserci che tanta passione per fare questi quadri, altrimenti si perde facilmente la pazienza. L’idea nasce dal mio bisogno di attività e di manualità. Oltre che da un desiderio di riflessione e di calma.”
La tecnica classica del mosaico
Ma cerchiamo di capire come avviene in modo classico la costruzione di un mosaico. Si parte da un disegno a grandezza definitiva su un cartone.. Il cartone viene quindi riportato sulla superficie che ospiterà il mosaico Qui, alle linee e ai colori del disegno si sostituiscono le tessere. Le tessere vengono:tagliate e disposte con inclinazioni differenti per determinare diversi effetti di riflessione della luce.
Dando particolare risalto alle zone dorate, e per sottolineare l’andamento di panneggi, barbe e capigliatura. Queste tesserine sono poi fissate via via su piccole sezioni di superficie intonacata, di modo che questa resti sempre fresca fino al completamento dell’opera.
La realizzazione di un mosaico richiede competenze diverse. Dal pictor imaginarius, che disegna la composizione, al pictor parietarius, che riporta e adatta il disegno sul muro. Infine occorre il pictor musivarius, che colloca le tessere su uno strato cementizio.
Monica Licini
E Monica è tutto questo insieme, nelle sue creazioni. Da Hope di Klimt, alla Ragazza con turbante di Vermeer , alla Notte stellata di Van Gogh. La maggior parte dei lavori viene eseguita personalizzandola secondo il gusto del cliente e dell’ambiente in cui sarà collocata. D’altra parte l’artista arriva dall’Accademia delle Belle Arti di Milano, NABA, e da circa quindici anni è a contatto con l’arte. La Licini segue e cura l’intero progetto: disegno, esecuzione del mosaico e studio del del gusto.Il mosaico, nell’intento di questa artista diventa un’ arte antica che guarda al futuro.
Si può ben dire, in conclusione, che questa frase di Jean Rostand riassuma il lavoro i questa giovane promessa artistica in cui classicismo e originalità danno vita a una creazione singolare che parte da materiali usuali e quotidiani. “Tutta la diversità umana è il prodotto della varietà quasi infinita delle combinazioni di geni. Noi tutti siamo formati della stessa polvere cromosomica, nessuno di noi ne possiede un solo granello che possa rivendicare come suo. È il nostro insieme che ci appartiene e ci fa nostri: noi siamo un mosaico originale di elementi banali“.