Covid 19 o coronavirus, il virus dell’ignoranza fa il giro del mondo.

Covid-19 è il nome della malattia del coronavirus, l’ “arma batteriologica” più potente di questo ultimo periodo. Questa epidemia sembra essere più veloce di Jackie Chan, meno di 80 giorni per fare il giro del mondo. Ha svuotato anche Shangai, e la Cina vede milioni di persone chiuse in casa. Ma il virus che si sta diffondendo con più rapidità è quello dell’ignoranza e del razzismo.

Covid-19, prossima destinazione?

Il Covid-19 è arrivato anche in Africa. È stato individuato in Egitto il primo caso. Ma di chi si tratta? L’individuo in questione è uno straniero, ora ricoverato in ospedale. Il ministero della Salute egiziano ha subito informato l’Oms di tutte le misure preventive adottate per prevenire che il virus si diffonda ancora.

Nel frattempo, in questi giorni, Niccolo, fino ad oggi ancora trattenuto in Cina, è pronto a rimpatriare. Il ragazzo diciassettenne, rimasto bloccato a Whaun a causa delle febbre, è risultato negativo agli accertamenti per quanto riguarda il contagio. Arrivato in Italia con un aereo militare e verrà subito portato allo Spallanzani, dove rimarrà in quarantena.

Una diffusione di razzismo

Ma quali sono le cose più strane che stanno succedendo?

Stranger Things, perchè è proprio di cose strane che si parla, da quando questa epidemia ha preso il sopravvento. Terrore e ansia sono all’ordine del giorno tra le strade Wuhan, in Vietnam una intera città è in quarantena. L’isteria è ovunque, insomma il terrore percorre le strade di tutto il mondo. Ma non è solo l’individuo infetto a fare paura! Ahimè, in Italia si sono verificati degli episodi di razzismo verso la comunità cinese. L’ignoranza porta alla cattiveria.

“Siete il virus!”

E’ questa la frase che echeggia tra le strade di diverse regioni d’Italia.

Torino, zona Madonna di Campagna: è qui che abitano Chen e Ye, rispettivamente 28 e 25 anni. Una vita tranquilla dal 2016, anno in cui si sono trasferiti, fino a poco tempo fa. Una banda di italiani li ha aggrediti di notte, poco lontano dalla loro abitazione.

Chen, il ragazzo, è stato gravemente ferito al sopracciglio destro. Lesione causata da bottiglie di vetro che gli si sono scagliate contro mentre si sentiva dire: “Avete il Coronavirus, dovete andarvene da qui!”
Ha addirittura rifiutato il ricovero in ospedale per paura di subire avvilimenti da altre persone. I soccorritori del 118 hanno infatti medicato Chen sul posto, subito dopo l’aggressione ricevuta. Per la cronaca, non era affetto da Covid-19.

La campagna social

Il coronavirus si sta diffondendo giorno per giorno e in maniera alquanto rapida. Tutto il mondo è spaventato e crea pregiudizi sulla comunità cinese.

E’ proprio riguardo a questo che Lou Chengwang, una giovane francese di origine cinese, lancia la campagna social per combattere questo pregiudizio. Ha dato inizio così alla condivisione dell’hashtag #JeNeSuisPasUnVirus, tradotto letteralmente in “Io non sono un virus”.

Covid-19 il coronavirus un cinese tiene davanti al viso con gli occhi scoperti un foglio con scritto je ne suis pas un virus

L’hastag è diventato virale (scusate il gioco di parole), una denuncia aperta all’ignoranza e al pregiudizio. Un pensiero che si diffonde su internet e non solo. A Roma è comparso un murale per dire no alla psicosi da contagio.

Quanto ancora si dovrà vedere, sentire o subire prima che l’essere umano impari a convivere con le proprie paure? Quanto razzismo si dovrà ancora combattere, malgrado il nuovo millennio e la globalizzazione?

Diceva bene Albert Einstein: Gran brutta malattia il razzismo. Più che altro strana: colpisce i bianchi, ma fa fuori i neri.

Covid-19 coronavirus un murale che rappresenta una cinese con un fumetto che dice "c'è in giro un'epidemia di ignoranza dobbiamo proteggerci"
Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.