Reclab Studios presenta “Rec it be”, un omaggio ai Beatles

8 maggio 1970: i Beatles pubblicano “Let it be”, ultimo album della loro discografia, quasi un album postumo, visto che i “baronetti”, già il 10 aprile, avevano annunciato lo scioglimento della band. 8 maggio 2020: esce ufficialmente “Rec it be”, lavoro che vuole celebrare gli undici anni di attività degli studi di registrazione milanesi “RecLab Studios” di Larsen Premoli, riproducendo fedelmente il celebre album dei Fab Four.

Let it be

Un disco travagliato, “Let it be”, dalla genesi complicata: registrato precedentemente alle sessioni di “Abbey Road” (1969), venne pubblicato solo successivamente. Litigi, discussioni, porte sbattute, hanno caratterizzato il prequel dell’album, quando la band era ormai solo un ricordo. Insoddisfatti del risultato finito, cioè delle registrazioni in presa diretta, i Beatles, o quel che ne rimaneva, diedero a Phil Spector tutto il materiale, per la post produzione.

Il produttore statunitense stravolse gli arrangiamenti, aggiungendo parti orchestrali, archi e cori, tanto da provocare l’ennesimo litigio in seno alla ormai ex band. Ma la strada era tracciata, e il disco venne pubblicato l’8 maggio 1970.

Disco memorabile, per altro, una pietra miliare della storia della musica contemporanea, anche a distanza di cinquant’anni.

P.I.D. (Paul is dead)

Memorabile anche la copertina di “Let it be”, punto a favore dei sostenitori della teoria “P.I.D.” (Paul is dead), ovvero della presunta morte di Paul Mc Cartney avvenuta nel 1966. Una delle prime e tra le più note teorie del complotto nel campo della musica: leggenda metropolitana, “almost true” mi viene da dire, secondo la quale il bassista-cantante dei Beatles sarebbe deceduto in un incidente stradale, e sostituito da un sosia, il mitico “Billy barattolo”.

Sulla copertina del disco, Paul guarda in direzione diversa dagli altri ed è l’unico ad apparire su sfondo rosso (interpretato come un riferimento al sangue). In più, se si ascolta al contrario il ritornello della title-track, sembrerebbe possibile percepire la frase: «He’s been dead» (“lui è morto”); e se il ritornello di “Get back” viene fatto scorrere al rovescio, si potrebbe altresì sentire: «I need some wheels! Help me! Help me!» (“aiuto, aiuto, ho bisogno di copertoni!”), un supposto riferimento all’incidente stradale.

Almost true”, come ho già detto: una delle tante leggende che accompagnano i “Fab Four”.

Rec it be

Il progetto Rec It Be prende vita ufficialmente ai RecLab Studios il 12 settembre 2019,con l’inizio delle sessioni di registrazione, che si protraggono fino a ridosso di Natale. Seguirà una meticolosa post-produzione con ricercate apparecchiature vintage dell’epoca. Le tracce rispecchiano seguendo la perfetta linea temporale dei brani originali, per mantenerne il feeling rispettando le parti musicali e gli strumenti utilizzati dai Beatles nel 1969. Gli arrangiamenti si ispirano alla versioneNaked pubblicata nel 2011, quindi senza le aggiunte orchestrali e corali volute da Phil Spector nella versione originale del 1970.

La track-list è identica a quella originale con un bonus: “Don’t let me down”, pubblicato nel 1969 come lato B del singolo “Get back”, brano diventato memorabile anche e soprattutto grazie all performance live, tenutasi sul tetto della Apple Corps, il 30 gennaio 1969. Ultima apparizione dei Beatles.

Sgt. Pepper’s Only RecLab’s Band

Il progetto ha visto la partecipazione disettantatre artisti nazionali, tutti frequentatori dei celebri studi di registrazione milanesi, che per l’occasione hanno dato vita a un grande gruppodenominato “Sgt. Pepper’s Only RecLab’s Band“.

Gli artisti sono, in ordine sparso: Lorenzo Morra, Pier Panzeri, Paolo Longhini, Jody Brioschi, Andrea Dominoni, Marlon Bergamini, Massimo “Maffo” Vignali, Ruben Minuto, Carlo Ozzella, Alessio Maraschio, Domenico Vena, Riccardo Quagliotti, Federico Cavaliere, Maurizio “Dr. Feelgood” Faulisi, Simone Leoni, Federico Cataleta, Riccardo Grillo, Giulio Petrella, Roberto Binetti, Pacho, Alex Rossi, Sergio Cerina, Davide Taccagni, Federico Paulovich, Matteo Balani, Ralph Salati, Massimo Bontempi, Paolo Colavolpe Walter Calloni, Orazio Nicoletti, Davide Calloni, Marco Venturini, Michele Spadaro, Carlotta Baroni, Fracesco Saracino, Marco Battistella.

Si prosegue con Zimo Cristriani, Lorenzo Martelli, Giulia Osservati, Riccardo Berticelli, Mattia Frassinetti, Alessandro Passera, Simone Vaccaro, Jacopo Martignoni, Erica Spozio, Roberto Paladino, Marco Parenti, Roberto Ferrante, Riccardo Di Paola, Luca Pasqua, Salvo Vinci, Giuly Jackson, Maria Vittoria Boemi, Elisa Trovato, : Deneb Bucella, Loris Bersan, Lorenzo Pasquini, Gianluca Bonelli, Vanni Antonicelli, Max Castellani, Lorenzo Mari, Davide Scopazzi, Mattia Dambrosio, Riccardo Mari, Gabriele Civitarese, Luca Stasi, Giovanni Mori, Antonio Magrini, Luca Cirio, Alessio Premoli, Tania Tiozzo, Davide Mancini, Leonardo Barbierato, Larsen Premoli.

RECLAB STUDIOS L’8 MAGGIO ESCE REC IT BE un omaggio ai Beatles. Nella foto i musicisti al completo con una foto che ricorda la copertina di un vecchio disco dei baronetti

Anche riguardo alla copertina originale di “Sgt pepper’s lonely hearts club band“, ci sarebbe parecchio da dire, sempre riguardo all’argomento P.I.D. ma ve lo risparmio, forse vi ho già annoiato abbastanza. Però sono tutte leggende legate alla band più famosa, e più innovativa della storia della musica contemporanea. Perdonatemi la divagazione.

Save the date

L’intero costo del progetto è finanziato da RecLab Studios e ogni ricavo (biglietti del concerto, CD, merchandising, offerte) sarà donato all’associazione no-profit Oscar’s Angels Italia, che opera con volontari in tutte le principali strutture oncologico pediatriche per portare assistenza, aiuto e momenti di gioia ai bambini e ragazzi affetti da gravi patologie, nonché sostegno ai genitori e alle famiglie.

Rec it be” è disponibile in digital download da venerdì 8 maggio, e in formato fisico sullo shop online.

Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.