Responsabilità medica ai tempi del Coronavirus: Presentato un emendamento sulla sanità a seguito del decreto Cura Italia, che riguarda la responsabilità professionale dei medici
Devo necessariamente premettere che, a scanso di ogni equivoco, questo articolo non vuole rappresentare alcuna critica nei confronti della categoria dei medici, alla quale non possiamo che essere eternamente grati per il lavoro svolto in questo periodo di emergenza sanitaria che li vede costantemente in prima linea esposti, insieme a tutto il personale sanitario, ai rischi del contagio di questo nemico invisibile che si chiama coronavirus.
Emendamento sulla Sanità al Decreto Cura Italia
Tra i vari emendamenti presentati a seguito del decreto Cura Italia, attira la nostra attenzione quello che riguarda la responsabilità professionale del medico in questo particolare momento storico, ovvero la responsabilità medica ai tempi del Coronavirus.
Nessuna responsabilità del medico
Tale emendamento richiede che per tutta la durata dello stato d’emergenza epidemiologica da COVID-19, in deroga alle disposizioni normative di cui alla legge 8 marzo 2017 n. 24 e in deroga alle altre disposizioni normative che la prevedono, la responsabilità degli esercenti la professione sanitaria e delle strutture sanitarie, pubbliche e private, sia limitata alle sole condotte dolose.
Medici stremati e colpe
Si fatica ad immaginare chi possa in una situazione così grave muovere accuse nei confronti dei medici e degli infermieri, sottoposti a turni massacranti, spesso privi delle protezioni necessarie per evitare il contagio ed alle prese con urgenze ben superiori a quelle normalmente affrontate prima di tale inimmaginabile situazione.
Fondazione Italia in salute
In ogni caso la Fondazione Italia in Salute nella persona del Presidente dott. Federico Gelli, relatore della legge 24/2017, ha chiesto ai Ministri Bonafede e Speranza, rispettivamente Ministri della Giustizia e della Salute, un nuovo modello di responsabilità sanitaria “che sappia rispondere in maniera adeguata all’emergenza in atto”. In sostanza limitare per tutto l’attuale periodo di pandemia la responsabilità medica ai soli casi di dolo o di colpa grave intesa però come la violazione dei principi basilari regolanti la professione medica.
E i diritti dei pazienti?
Ciò non toglie che pur comprendendo e giustificando la richiesta della categoria dei medici, questa entra in conflitto con i legittimi diritti dei pazienti ad essere curati ed assistiti in maniera adeguata e nel rispetto dei protocolli e delle linee guida.
Ovviamente non parliamo dei pazienti Covid-19, anche perché allo stato non esiste una cura definita ed il personale sanitario si trova ad affrontare un nemico fino ad oggi mai visto e contro il quale si procede per tentativi riuscendo comunque, pur nel dramma degli oltre 10 mila morti, a salvare altrettante, ed anzi superiori, vite umane.
Nessuna colpa per qualunque patologia?
Ci si domanda, però, se la richiesta avanzata dai medici, poiché generica nel testo, riguardi solo i malati di Coronavirus o anche gli altri pazienti che necessariamente affollano gli ospedali.
Un milione di interventi chirurgici rimandati
Anche se, notizia di oggi, oltre un milione di interventi chirurgici, quelli meno urgenti naturalmente, sono stati posticipati a data da destinarsi stante il sovraffollamento delle strutture ospedaliere e la tutela del paziente stesso da eventuale contagio.
Danni o decesso del paziente No covid
Ma cosa accade se un paziente, per così dire no Covid, ricoverato in questo periodo in ospedale muore o subisce danni irreversibili a causa di una presunta colpa medico sanitaria?
Medici dall’Estero e neo laureati
Comprendiamo come oggi molti medici siano costretti dall’emergenza in atto ad occuparsi di pazienti affetti da patologie non rientranti nelle rispettive specializzazioni, di fornire assistenza in reparti diversi da quelli ove solitamente prestano la loro attività e, quindi, di essere ancora più vulnerabili dal punto di vista della responsabilità del loro operato. Senza dimenticare l’esercito di neo assunti, spesso neo laureati, nonché medici in aiuto da altri Paesi.
Aggressioni fisiche e denunce – una piaga sociale
E’ vero che da qualche tempo a questa parte i medici sono stati oggetto di una sorta di caccia alle streghe e le denunce contro di loro nonché le aggressioni fisiche e le richieste di risarcimento per vere o presunte colpe siano diventate quasi una routine tanto da far si che molti sanitari abbiano deciso, per evitare i costi troppo elevati delle assicurazioni, di spogliarsi di ogni loro avere.
Dolore e rancore come unici alleati
Personalmente sono sempre stato e rimango fortemente contrario a questa ignobile e accanita ricerca del colpevole a tutti i costi, molto spesso, infatti, le richieste di risarcimento contro le ASL ed i medici risultano frutto della rabbia e del dolore da parte dei parenti della vittima. Spetta in tal caso all’avvocato una analisi attenta della situazione che non può prescindere dal parere illuminato di un altro medico che deve indirizzare chi intende procedere giudizialmente verso una lucida e corretta visione della situazione.
Resta però il dubbio che solleva l’emendamento in questione.
Dubbio legittimo e che, ad avviso di chi scrive, deve essere chiarito per evitare ogni tipo di fraintendimento.
A chi dare la colpa in caso di errore
Ma una domanda sorge spontanea, se non posso fare causa al medico in un periodo eccezionale come quello che stiamo vivendo, potrò fare causa allo Stato che ha ridotto a brandelli la Sanità?

