Raccolta plastica o chirurgia plastica?

Ciao Margherita…ti ho sempre guardata la domenica sera in Tv…eri una donna molto affascinante. Per me sei simpaticissima e così ho continuato a seguirti. Hai sempre lo stesso bellissimo sorriso ma si vede che è passato assai tempo perché sei diversa nell’aspetto, cioè si vede che il tempo è trascorso… parlo di rughe e altri segni. Anche io da giovane ero bella, poi adesso che ho 60 anni sono come te, infatti sto pensando di andare da un chirurgo estetico ma ho un po’ paura. Tu cosa pensi della chirurgia plastica? Perché tu non te la fai? Franca, Ceglie

Cara Franca, la tua email mi ha fatto morire dal ridere! Candidamente, mi hai dato dell’anziana, della rugosa, della “segnata” e di una che avrebbe bisogno di una piallatina! Ahahaha! Sai, Franca, io sul mio aspetto sono sempre stata molto autoironica. All’inizio della mia carriera accettavo le parti “da brutta” e forse quella è stata la mia fortuna perché ho potuto ben presto iniziare il mio percorso artistico. Poi certo, anche io quando mi guardo allo specchio noto che diverse cose sono cambiate; però questo non costituisce un gran problema per me. Mi accetto, mi voglio bene, mi coccolo come sono perché…sono felice di esistere!

Per quanto riguarda la chirurgia estetica, a me non è mai interessato “rifarmi” ma per farti capire il mio pensiero, ti faccio un copia e incolla di una risposta che ho dato in una intervista di qualche anno fa alla domanda sul perché io non vi avessi mai fatto ricorso:«[…] come mi ha insegnato il mio papà, bisogna avere il massimo rispetto per la volontà delle persone e quindi lungi da me il voler criticare. Penso che ognuno debba fare tutto quello che sente per sentirsi meglio nella vita. Quindi se una persona decide di ricorrere al chirurgo plastico per sentirsi meglio, fa benissimo.

Per me non è importante il fatto estetico; penso che le rughe facciano parte della nostra vita e che ognuna di esse abbia una storia. Se sorridi di più avrai le rughe che vanno all’insù e se, invece, sei stato molto infelice avrai le rughe all’ingiù. Sono un po’ lo specchio del nostro passato e il viso non è una lavagna che si possa facilmente cancellare. Secondo me, è bello vedere sul volto di una persona le espressioni che la vita, nel suo incedere, le ha donato».

Diceva Anna Magnani al suo truccatore: “Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele venire”

Un simpatico abbraccio

Nonna Margherita (ahahahah!)

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Margherita Fumero
Margherita Fumero
Attrice teatrale televisiva e cinematografica. Allieva di Macario, ha lavorato per anni in coppia con Enrico Beruschi. Tra le sue partecipazioni più famose: Drive In di Antonio Ricci e Camera Cafè nel ruolo della stagista Wanda. Dice di sè: Descrivermi? Io? Già è difficile descrivere una persona che si conosce da diverso tempo, figuriamoci se stessi, ma...ci proverò! Anche perché non è così scontato che un individuo si conosca in tutte le sue sfaccettature, nonostante sia in “compagnia di se stesso” da tutta una vita. Infatti, ci sono parti di noi che ci sfuggono, altre che sono sotterrate negli strati più profondi del nostro animo, oppure altre che semplicemente non vogliamo vedere. Io, complice il lavoro che faccio, ho dovuto scavare dentro di me, anche per fare arrivare al pubblico l'emozione che deriva dall'essere in una particolare situazione. In più – e lo dico per chi non conosce la mia formazione – ho frequentato l'Accademia di arte drammatica, non di “arte Comica”! Fu Macario che mi consigliò di dedicarmi al comico, attraverso la frase che cito in tutte le interviste dove mi chiedono dei miei esordi: “con quella faccia lì, devi far ridere”, mi disse. Tuttavia, non si deve pensare che essere attori comici significhi per forza conoscere solo il lato divertente della vita; anzi! Si dice che i più grandi comici della storia siano stati dei depressi; un po' come i clown che, in alcune scuole di mimo e recitazione, vengono presentati come personaggi in realtà tristi. Io, in realtà, a parte qualche triste e naturale accadimento – come quelli che la vita riserva più o meno ad ognuno di noi – non posso sicuramente dire che sia o sia stata una persona infelice. Al contrario: la mia “voglia di far ridere” deriva da quella serenità che ho sempre respirato in famiglia. Mia mamma Luisa era un po' come me: ironica, sorridente e con la battuta pronta. Il mio papà Gino era più riflessivo, più incline alla saggezza, ma sempre sereno. Io ho fatto un bel frullato di queste caratteristiche, ci ho aggiunto quello che la natura mi ha regalato attraverso il temperamento et voilà: signore e signori, questa è la Fumero! Una signora buffa ma dignitosa; un soggetto autoironico ma profondamente rispettoso degli altri; una donna che può interpretare mille personaggi, pur rimanendo sempre se stessa. Una persona che finge sul palcoscenico ma che è profondamente vera nella vita reale.