50 sfumature di Sanremo: l’arancione “rinforzato” non piace ai commercianti

Ormai è un arcobaleno di colori. Le zone non sono più “a semaforo” ma personalizzate da contrasti e toni, a seconda del giorno e della situazione. Il Festival ha portato colore nella città dei fiori un colore che piace poco ai commercianti che si ritrovano da tre settimane a vivere 50 sfumature di Sanremo, prima arancione, poi giallo, poi giallo scuro e ora arancione ma rinfozato.

50 sfumature di festival

Lo chiamano Festival, ma quest’anno ha ben poco delle denotazioni folkloristiche del termine.

L’opinione comune è che questo non è un Festival. Chi vive Sanremo da residente, sa bene quali sono le dinamiche che ruotano intorno al Festival, non solo per quella settimana, ma durante tutto l’anno. Il lockdown che ha penalizzato tutta l’Italia è un male comune e non un mezzo gaudio.

Realizzare comunque l’evento Sanremo, senza laboratori, palchi sparsi per le piazze e artisti nei dehor dei bar, non fa di questa manfestazione un festival.

Senza giornalisti e fotografi che si aggirano frenetici per la città, da un’intervista all’altra, non è Festival.

E le case vacanze che ospitano tutto l’indotto sono vuote. Un danno economico enorme per chi vive di affitti turistici.

Vero Mario?

Mario è un’istituzione a Sanremo. Personaggio eclettico, muscista e cantante anche lui, da qualche aqnno è “l’angelo custode” di noi giornalisti. E’ lui che ci trova le soluzioni abitative più idonee alle nostre esigenze per farci “bivaccare” in Sanremo durante il festival. Imprenditore, intermediario immobilire che gestisce le locazioni degli appartamenti per turisti.

Poichè è anche un amico, lo abbiamo incontrato e abbiamo raccolto la ua testimonianza

50 sfumature di arancione!

Nel caso specifico della popolazione sanremese, oltre il danno, ora è arrivata pure la beffa.

Certo, erano tutti preparati a non avere l’affluenza di pubblico che invade le strade e i carrugi durante lo svolgimento della kermesse canora, ma la speranza era quella di poter almeno aver un minimo di introiti derivanti dall’essere in zona gialla.

Invece, i commercianti e, in particolari il ristoratori, si sono ritrovati nnuovamente come a San Valentino: frighi pieni di merce deperibile e tavolini vuoti.

Bene o male, anche se non è arrivata la marea di gente degli scorsi anni, la città è comunqu frequentata dagli addetti ai lavori RAI, tecnici, elettristi, autisti, tutta l’organizzazione dell’emittente televisiva che da qualche parte dovrà pur mangiare e prendere un caffè.

50 sfumature di Sanremo

Invece no. Anche qui, come per l’esclusione/riammissione di Irama, fatto il regolamento, trovato l’inganno e i piani cambiano in corsa.Ce lo “svela” Maurizio, titolarre del bar Maya, un accogliente locale che si trova proprio di fronte al Palafiori. Tra le 50 sfumature di Sanremo lui non rientra tra quelli che oggi possono accogliere clienti in sala. Si perchè, se i ristoranti lavorano d’asporto, le mense possono ospitare i clienti a i tavoli.

Ma qual è l’umore generale tra i commercianti? Come stanno vivendo questo festival? E cos’è questa storia delle “mense”?

Lo abbiamo chiesto a Maurizio. Sentite un pò…

Maurizio è uno dei tanti che stamattina ha di nuovo messo il tavolino davanti all’ingresso del suo locale e che servirà brioches e cappuccino ma solo d’asporto.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”