C’era una volta il cinema: da “La valigia dell’attore”, “l’ultimo pizzaiolo”.

L’ultimo pizzaiolo” non è l’ultimo artista dell’impasto al lievito di birra, ma la figura storica delle sale di proiezione di un cinema che non c’è più, raccontata in un documentario, all’interno della rassegna “La valigia dell’attore”.

A causa del Covid, il 2020 ha stravolto le abitudini di tutti noi. Non solo ci ha privato dei più bei passatempi, ma ha messo in ginocchio il mondo della musica, dell’arte, del turismo e anche del cinema. Sale cinematografiche costrette a chiudere e che ora fanno fatica a ripartire.

Ma il cinema, nel corso degli anni, com’è cambiato? Il cinema, ora, che ruolo ha?

C’era una volta…il cinema

Il cinema arriva in Italia nel 1896 grazie ai famosi fratelli Lumière. Dal cinema muto e in bianco e nero, in tempo di guerra il cinema si trasforma nel luogo dove si trasmette la propaganda politica oltre ad essere il luogo più comune per passare qualche ora di svago. Dal dopoguerra in poi diventa un punto d’incontro e di ritrovo. D’incontro, perché il cinema è il luogo che mette d’accordo tutti, e di ritrovo, perché è il punto della città che tutti sanno raggiungere. Fino alla fine degli anni Ottanta i cinema e le sale da ballo sono gli appuntamenti fissi della domenica.

I film venivano proiettati per molti mesi, in prima visione nei cinema più grandi e prestigiosi e poi in seconda visione in quelli più piccoli e di periferia. Non c’era Netflix né Sky, meno che mai lo streaming, inesorabile percorso che ha portato il cinema alla sua crisi attuale. Eppure, il cinema crea una vera e propria atmosfera quasi da sogno. Un po’ come quelle cose che “succedono solo nei film”. Il cinema, infatti, ha fin da sempre fatto sognare grandi e piccini. Il film è una dimensione dove tutto è possibile, che si tratti di un genere fantasy, thriller, horror, comico o romantico.

Ma vi siete mai chiesti qual è la magìa della proiezione di un film? Come fanno le immagini ad arrivare su quel telone bianco? Tutto comincia con una pellicola avvolta su se stessa su un supporto rotondo grande quanto una pizza.

Un salto nel passato

I nostalgici del “vecchio cinema” ricorderanno i “pizzaioli”, coloro che si occupavano di proiettare i film sul grande schermo. La sala di proiezione era il tempio di una produzione cinematografica, un enorme meccanismo faceva girare la pellicola e un proiettore rimandava le immagini sul telone in sala. L’audio veniva trasmesso da enormi altoparlanti distribuiti sulle pareti che circondavano le poltrone.

Tutto questo era affidato alle mani esperte di tecnici e montatori che erano un valore aggiunto nelle professioni riconosciute. Oggi la tecnologia ha asfaltato tutto questo. i “pizzaioli” sono considerati operai di secondo livello e maneggiano mixer, hard disk, computer e schede elettroniche. Il film non arriva più sotto forma di pizza ma è un anonimo file digitale.

Il cinema di oggi

Oggi il cinema ha tutto un altro sapore. Un cambiamento netto che ha portato a dire addio alla pellicola, per accogliere il digitale.

L’uscita di un film non ha più lo stesso valore. Il cinema con il passare del tempo è stato sovrastato dalle videocassette, dalla nascita dei Blockbuster, dalla possibilità di guardare i film su Internet per arrivare fino ad oggi in cui i film, poco dopo l’uscita al cinema, vengono trasmessi in TV. La magia sembra essere proprio sparita perché si è data più importanza al film in sé, anziché a tutto quello che c’era intorno. E il cinema inteso in senso stretto, ha perso la sua autorevolezza sostituito dalle multisale sparse nei centri commerciali.

I “pizzaioli” non esistono più ma qualcuno si ricorda ancora di loro.

l'ultimo pizzaiolo , la locandina con un veccvhio proiettore da cinema

La valigia dell’attore e l’ultimo pizzaiolo

Proprio in loro memoria, ha inizio la XVII edizione della manifestazione “La valigia dell’Attore”, diretta da Giovanna Gravina Volontè, figlia del grande Gian Maria Volontè, e Fabio Canu. La manifestazione ha lo scopo di coinvolgere le diverse generazioni di interpreti nell’ambito della produzione artistica. La proiezione di questi film vede, all’inizio e alla fine, una serie di incontri di presentazione. Gli attori, infatti, dopo aver visto alcuni frammenti tratti dalle opere, raccontano la loro esperienza cercando di trasmettere allo spettatore il lavoro dell’attore.

“La valigia dell’attore” inizierà lunedì 27 luglio, alle ore 21.15 a La Maddalena (Fortezza I Colmi) “L’ultimo pizzaiolo” inaugura l’edizione 2020 del Festival “La Valigia dell’Attore”, manifestazione diretta da Giovanna Gravina Volonté e Fabio Canu, in programma fino al primo agosto. “L’ultimo pizzaiolo”.

L’ultimo pizzaiolo

Un viaggio all’interno delle sale cinematografiche della Sardegna. Una raccolta di memorie e aneddoti raccontati da tre “pizzaioli” dell’epoca. Non un ricordo nostalgico e patetico, ma una rivisitazione di un mestiere caduto in disuso ma che ha fatto epoca. L’ambientazione scelta è la Sardegna, ma è portavoce di tante realtà sparse per l’Italia. Una sorta di viaggio nel tempo, quando le cose avevano un valore diverso, una durata diversa e, forse, godevano anche di un rispetto più sublime.

Il cortometraggio, della durata di 52 minuti, è stato scritto e diretto da Sergio Naitza. Una produzione Karel film production e communication, con il contributo di Fondazione Sardegna, la collaborazione di Società Umanitaria-Cineteca Sarda e Arionline e il cast composto da Pino Boi, Luciano Cancedda, Dante Cadoni e Mario Piras. Un film accompagnato dai suoni di Roberto Cois e dalle colonne sonore di Arnaldo Pontis. Un’opera resa possibile grazie al lavoro di Maurizio Abis, operatore di ripresa, Valeria Masu, assistente alla regia, Emmanuel Cossu, assistente di produzione ed infine Nicola Murenu, assistente operatore.
Fotografie di Luca Melis con il lavoro di Davide Melis nell’ambito del montaggio e sound design. “L’ultimo pizzaiolo” è in accordo con Ficc, Anec, Cinema Greenwich, Cinema Odissea, Sardinia Film Festival ed Europa Cultura.

I titoli di coda sono accompagnati dal brano “Signora Illusione”, cantata dalla voce di Lia Origoni.

Per chi c’era, un tuffo nel passato, per le nuove generazioni, un’eredità da conservare in memoria delle origini. Sicuramente per tutti un prezioso contributo al tempo che ha fatto la storia.

cinema l'ultimo pizzaiolo la valigia dell'attore - il disegno di una valigia vecchia e rotta
Arianna Pino
Arianna Pino
Autrice del libro “Resta almeno il tempo di un tramonto” e di “Quando fuori piove”, finalista al concorso letterario “Il Tiburtino”. Iscritta all’ Università delle scienze e tecnologia del farmaco. Dice di sé:“Sono nata in città ma vivo col mare dentro. Ho occhi  grandi per guardare il mondo, ogni giorno, con colori diversi. Ho la testa tra le nuvole ma cammino su strade fatte di sogni pronti a sbocciare, mi piace stupire come il sole, quello che la mattina ti accarezza il volto e ti fa ricordare che c’è sempre un buon motivo per alzarsi. Amo la pizza, il gelato e la cioccolata calda perché io vivo così, di sensazioni estreme, perché a vent’anni una cosa o gela o brucia. Mi piace vivere tra le parole che scrivo, che danno forma alla mia vita come i bambini fanno con le nuvole”.