Tampone errato per Lamorgese: ma allora, quanto sono affidabili i numeri dichiarati?

Notizia dell’ultima ora: Lamorgese non è più positiva al Covid-19. Il risultato positivo del tampone era errato e la verifica con due ulteriori tamponi molecolari ha dato esito contrario. Lo ha annunciato l’Ansa oggi pomeriggio alle 14.43 (clicca qui).

Soprassediamo sul fatto che la Lamorgese è riuscita a fare tre tamponi in due giorni, mentre c’è gente che aspetta anche una settimana per farne uno.

E soprassediamo anche sul fatto che, citiamo testualmente l’Ansa “prima di quello di stamattina ne ha fatti almeno altri dieci”.

La domanda è: quanti “casi Lamorgese” si sono verificati a nostra insaputa? Quanti tamponi hanno dato un falso positivo, andando a finire nel calderone degli “impestati” quotidiani?

Ma soprattutto: quanta gente è stata messa in stato di isolamento dichiarata “asintomatica” (come sottolinea sempre l’Ansa, in merito alla ministra Lamorgese, nell’articolo dell’8 dicembre che dava la notizia della positività), sulla base di un tampone non verificato?

Il caso dei tamponi difettosi in Svezia


Di questo argomento, ne aveva già parlato a suo tempo la nostra collaboratrice Maria Grazia De Luca. In un suo articolo (clicca qui), secondo Reuters, un’importante agenzia di stampa britannica, i kit realizzati in Cina producono falsi positivi. Lo dimostrano due diversi laboratori.

La De Luca scriveva ancora: “Circa 3.700 persone in Svezia sono state dichiarate infette da Coronavirus, ma è stato un errore. Lo ha comunicato l’Agenzia di sanità pubblica svedese. Tutto a causa di un “difetto” nei kit di tamponi COVID-19 prodotti in Cina. Purtroppo, i tamponi difettosi sono stati distribuiti non solo in Svezia ma in tutti i Paesi del mondo“.

Da dove vengono i nostri tamponi?

I conti non tornano

Il conteggio dei casi continua ad essere un argomento discutibile. I conti non tornano. Non tornavano con la prima ondata e continuano a non tornare anche oggi.

Ma sulla base di questi numeri si decidono restrizioni e limitazioni. Non solo. Il problema più grave è che ogni giorno, ogni sera, siamo bombardati dalla conta delle vittime e dei casi positivi. Uno stress psicologico che non aiuta a vivere con equilibrio questo già difficile periodo.

Non si vuole sminuire certamente la gravità della situazione. Ma certamente non aiuta sapere che i risultati possono essere errati e non aiuta neanche sapere che esiste la possibilità per pochi eletti di avere tamponi su tamponi per verificare la reale positività o meno, mentre ci sono persone che sono già fortunate se riescono a farne uno.

Un tracciamento che non risulta essere veramente sotto controllo, un’app IMMUNI che non funziona come dovrebbe e la mancanza della possibilità per tutti di vedere confermato o riveduto il risultato del tampone eseguito.

Speriamo davvero finisca presto questo incubo.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”