Mortalità Coronavirus: numeri e contraddizioni. Qualcosa mi sfugge

I numeri relativi alla mortalità coronavirus e le loro contraddizioni. Qualcosa mi sfugge

Eppure fin dall’inizio di questa pandemia sono stato contrario alle tesi complottistiche sollevate da alcuni e rimbalzate nei vari siti social che volevano la Cina protagonista di questa sorta di spy story per vendicarsi delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti.

Pipistrelli e complotti

Ho sempre preferito pensare che questo virus derivi dal mondo animale, dai pipistrelli, dai rinoceronti, dalle zecche o anche dai cavalli lipizziani ma che non fosse un virus creato nei laboratori.

Tuttavia qualcosa mi sfugge.

Mi sfuggono i numeri di questa emergenza sanitaria, sempre che siano veri quelli che giornalmente ci propinano, perché se fossero realmente questi i conti, relativi a mortalità coronavirus, non tornerebbero.

Lutti dolorosi e incomprensibili

Cercherò, quindi, di evitare, almeno per quanto sarà possibile, opinioni personali e mi limiterò ai freddi numeri così come risultano dal sito dell’ISTAT e dalle interviste rilasciate dal suo presidente dott. Gian Carlo Blangiardo a capo dell’istituto di statistica dal 4 febbraio 2019 e prima docente di Demografia alla Bicocca di Milano.

Voglio altresì sottolineare la volontà di tentare un’analisi meramente statistica senza perdere la consapevolezza che elencando numeri so bene di parlare di persone e che le perdite affettive sono sempre dolori immensi che ognuno di noi temo abbia vissuto da vicino.

Mortalità per malattie fonte ISTAT

In un articolo apparso su Avvenire.it lo scorso 2 aprile, il dott. Blangiardo afferma come nel mese di marzo 2019, quindi un anno fa, ci siano stati in Italia 15.189 morti per polmoniti varie. Per inciso nello stesso mese del 2018, sempre a causa di polmoniti varie, ci furono 16.220 decessi.

Nel mese di marzo 2020, in piena emergenza Coronavirus, i morti da Covid-19 sono stati 12.352, che salgono a 12.428 se includiamo il periodo 21 febbraio-31 marzo.

Azioni e restrizioni

Qualcosa mi sfugge.

Non ricordo che nel 2018 ci siano state chiusure di attività o si sia stati costretti a rimanere tappati in casa. Anche se le morti sono state superiori a quelle odierne di quasi 4.000 unità!

Ma c’è di più, nel 2015 si sono registrati quasi 68.000 morti in più rispetto al 2014, con un incremento dell’11% e con un picco del 13% nei primi tre mesi dell’anno.

Lo stesso dott. Blangiardo, all’epoca docente all’Università Bicocca, lanciò un grido d’allarme. Il Fatto Quotidiano.it riporta nella sua pagina la dichiarazione dell’illustre professore “Un numero così alto di decessi non si registrava dalla Seconda Guerra Mondiale”.

Numeri indecifrabili

Sempre secondo il dott. Blangiardo nei primi sette mesi del 2015 ci fu un surplus di morti pari a 39.000 unità rispetto all’anno precedente. Secondo l’odierno Presidente dell’ISTAT il picco fu correlabile al picco dell’epidemia di influenza che quell’anno, come detto, fu particolarmente virulenta.

Eppure non ricordo la chiusura delle scuole, dei bar, dei ristoranti, delle fabbriche, non ricordo il distanziamento sociale, le mascherine, i guanti.

Qualcosa mi sfugge

Lo stesso dott. Blangiardo in una recentissima intervista serale in uno degli innumerevoli programmi che parlano solamente del virus, ha affermato che l’incremento della mortalità del 2020 rispetto all’anno precedente dovrebbe attestarsi sulle medesime percentuali del 2015 rispetto al 2014.

Ogni anno nel nostro Paese muoiono all’incirca 650.000,00 persone.

In media 1.800 persone al giorno, 54.000 al mese.

230.000 circa per problemi legati al sistema circolatorio, quindi infarti, ictus, problemi cardiovascolari, 180.000 per tumori, 53.000 per problemi respiratori, di cui 13.500 per polmonite, 26.000 per diabete (circa 73 morti al giorno di media). Forse nessuno lo sa.

Errori, mancanze, casualità

Muoiono ogni giorno per Coronavirus circa 500/600 persone, a parte i giorni del picco dove le morti giornaliere sono arrivate a 800/900, per lo più con due/tre patologie pregresse.

Qualcosa mi sfugge.

Attualmente i decessi in Italia per Coronavirus sono 18.279, (tasso di letalità pari al 12,73%) con 96.877 positivi, 143.626 casi dall’inizio dell’epidemia, 54.802 nella sola Lombardia, e 28.470 guariti (dati al 9 aprile 2020 ore 18 fonte Sole24ore).

Un’analisi approfondita, relativa alla mortalità Coronavirus, è già in corso per valutare i gravi errori evidentemente commessi dalla regione Lombardia i cui numeri spiccano rispetto alle altre vicine regioni.

L’intero Veneto, per esempio, ha un numero di casi totali quasi uguale alla sola città di Milano. (fonte Sole24ore)

Mortalità coronavirus: età più colpite

Un milione e mezzo di contagiati nel mondo e 90.000 morti totali secondo i dati ufficiali.

Il 31% dei morti in Italia aveva un’età compresa tra gli 80 e gli 89 anni, il 26% superava i 90 anni, il 23,4% tra i 70 ed i 79 anni, il 9% tra i 60 ed i 69 anni (fonte Il Sole24ore).

Ovviamente è ancora presto per tirare le somme visto che siamo ancora in piena emergenza e che i numeri dei decessi sono purtroppo ancora destinati ad aumentare.

Prima di poter avere un quadro chiaro di quanto è accaduto in questo tristissimo inizio di anno

Però qualcosa mi sfugge.

Meglio i pipistrelli che i complotti

Una volta quando si voleva far rinascere l’economia si faceva una guerra, la guerra diminuiva la popolazione, ma il sistema produttivo ripartiva, l’industria bellica, l’edilizia, il commercio e la ricostruzione portava benessere.

Oggi una guerra mondiale con i carri armati e le bombe è impensabile perché porterebbe alla distruzione dell’umanità.

Sono sempre stato contrario alle tesi complottistiche, preferisco pensare che il virus l’abbiano portato i pipistrelli.

Ma qualcosa mi sfugge.

Avv. Luciano Zagarrigo
Avv. Luciano Zagarrigo
Avvocato dal 1997, Cassazionista dal 2016 Dice di sè :“Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare” diceva Sir Winston Churchill… Nella vita come nel lavoro resta sempre un buon consiglio, e nella mia professione spesso ti salva la vita. In questo incredibile mestiere, si incrociano molte storie, coppie che si separano, bambini confusi, aziende che falliscono e lavoratori in difficoltà, ma anche famiglie che nascono così come imprese che si creano. Qualunque sia la divergenza da risolvere, la lite da sedare, non si deve mai dimenticare che al centro di ognuna di queste storie, ci sono persone, donne, uomini, bambini, imprenditori, persone che a volte hanno solo sbagliato il tempo, il tempo giusto per parlare o quello per ascoltare…Oltre 20 anni di professione con l’entusiasmo di chi vuole sempre immaginare, costruire ed osservare, cosa accadrà nei prossimi 20...”