Transfiguration, la materia si trasforma camminando in solitudine.

Tutto ciò che è bello si definisce arte. Non importa con quale tecnica o tecnologia venga realizzato. Se è armonico, affascinante, sorprendente, insolito e cattura l’attenzione è arte. Come Transfiguration, l’animazione di Universal Everything. Un video dove la materia si trasforma. Camminando in solitudine.

Una riflessione profonda sulle interconnessioni della materia, che a ben guardare forse sono anche un poco le nostre. Una figura dalle sembianze umane percorre, in un silenzio solo scandito dai suoi passi, e dal rumore della materia di cui man mano è composta, una strada continua, verso una invisibile meta. E si trasforma. Costantemente, continuamente.

Transfiguration, siamo fatti di materia

Aqua, pietra, aria, fumo, ghiaccio, fuoco, diamante, fiori, vegetazione, pelliccia. Poi di nuovo acqua. Sei minuti e ventiquattro secondi di trasformazioni spettacolari, traslucide. Effetti avvolgenti , quasi ipnotici in cui tutto ha il senso del mutamento. Ma non del mutamento repentino, spaventoso, precario. In questo video si percepisce che la trasformazione è inevitabile, ma fluida, armonica, la diretta conseguenza dello stato precedente. Senza traumi.

Un remake del 2011

Transfiguration 2020 è il remake di un lavoro omonimo dello studio Universal Everything, fondato da Matt Pyke, e esposto per la prima volta nel 2011. La figura che cammina in continua evoluzione, viene e quindi mostrata per la prima volta durante una mostra personale. “Super Computer Romantics” al museo d’arte digitale La Gaite Lyrique di Parigi.

Parto sempre dal disegno, e poi continuo finché l’idea si affina al punto da uscire dalla pagina e diventare digitale. Non so programmare o usare software 3D, li vedo come limitazioni alla mia immaginazione. Preferisco collaborare con talenti straordinari che sanno dar vita alle mie visioni“. Spiega Pyke

Un mutamento necessario

Transfiguration 2020 è anche una metafora del profondo cambiamento a cui siamo stati sottoposti in quest’anno dominato dal Coronavirus. Un periodo di transizione e trasformazione in cui ci siamo trovati a camminare da soli. Sempre avanti però, come la figura del video, in una strada che non sapevamo dove avrebbe portato e che probabilmente non sappiamo tutt’ora.

Transfiguration, la materia si trasforma camminando in solitudine.

Consapevoli però , come amava dire Churchill che “Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.”

Universal Everything, lo studio che non esiste

Universal Everything è un collettivo di artisti guidato da Matt Pyke. Nulla di stratecnologico, un semplice studio in legno costruito nel giardino di casa a Sheffield. Il gruppo di lavoro varia da due a quattro persone e non esiste uno studio fisico per incontrare i clienti. È tutto virtuale, come la realtà che Universal Everything, UE, crea con i suoi video.

Questo studio di arte grafica inusuale e anticonvenzionale ha prodotto video e installazioni immersive per grandi marchi e gruppi musicali. Apple, Radiohead, Coldplay, Chanel, Nike, Audi, Hyundai, Warp Records, MTV

Matt Pyke fondatore di Universal Everything

Matt Pyke nasce nel 1975 a Swindon, Gran Bretagna. Studia illustrazione botanica e tecnica, poi graphic design. Lavora a Designers Republic dal 1996 al 2004. Nello stesso anno fonda Universal Everything a Sheffield.Ma Pyke non è un esperto di programmi digitali, inizia realizzando copertine di dischi e progetti grafici per il mondo della musica.

Trovare quiete è un lusso

Viviamo in ambienti visivamente rumorosi e che ci disturbano. Trovare quiete, spazi vuoti e concentrazione è ormai un lusso raro. Dal momento che la Silicon Valley è modellata sul consumo della nostra attenzione, dobbiamo combattere contro questo flusso di distrazione e dipendenza dai media per fare un lavoro davvero significativo!” Spiega Matt.

Bozzetti a matita

“Personalmente, ho fatto grandi passi avanti per bloccare questo rumore, usando un telefono muto, usando carta e matita, abbandonando i miei profili social. E poi stiamo sviluppando prodotti digitali che aiutano le persone a focalizzare maggiormente l’attenzione nella loro vita”.

Significativo come la tecnologia diventi un sostegno per disintossicarsi da essa stessa.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".