Degas, le ballerine e l’Operà. Un delicato equilibrio di movimento

Hilaire Germain Edgar de Gas, meglio conosciuto come Edgar Degas, pittore, scultore e disegnatore (1834-1917), è noto per essere il “pittore delle ballerine”. Anche se in realtà Degas, lamentandosi un giorno con l’amico e gallerista Ambroise Vollard affermò: «Non capiscono che per me la ballerina è un pretesto per rappresentare il movimento». La passione di Degas per le ballerine, infatti non coincideva con una passione dell’artista per la danza. Molto più pragmaticamente all’epoca, i dipinti raffiguranti giovani danzatrici andavano di moda e più facili da vendere. 

Le sue modelle preferite sono le piccole allieve della scuola di danza dell‘Operà di Parigi. Comparse, ballerine di fila, con un allenamento duro ed estenuante. Degas assiste alle prove dei balletti, per poi rappresentare nelle sue opere ciò che accade nel foyer. Una sistemata al nastro tra i capelli, un massaggio ai piedi o alle caviglie, uno stiracchiamento. Volti stanchi e sguardi annoiati rubati nei momenti di pausa, insieme a cicalecci e risate. Attimi di atteggiamenti veri, molto discordanti dalla grazia perfetta esibita nel momento del ballo.

Degas Edgar Répétition 1874 licenza CC

Degas e l’Operà

All’Operà Degas studia, osserva, abbozza. Imbastisce degli schizzi che poi finisce nel suo atelier. Amico di Jules-Joseph Perrot, un celebre coreografo di balletti ottiene l’accesso alle prove di danza e alle esibizioni dell’Opera di Parigi. Figlio dell’epoca impressionista anche lui fissa impressioni e emozioni. Ma in un modo completamente sui generis. Si rifiuta infatti di dipingere en plein air. Riformula la realtà del teatro all’interno del suo studio cedendo alle preoccupazioni estetiche donando alle sue tele l’essenza della pittura: l’arte che emerge da un estremo coinvolgimento soggettivo di fronte a scene vissute. Inoltre riempie i suoi quadri di bianco, colore che, insieme al nero, era definito non colore dagli impressionisti dell’epoca.

la classe di danza

Le pose imperfette del movimento

La sua attenzione per il movimento è maniacale e spasmodica. Il centro è sull’attenzione per le gambe, che nell’Ottocento non venivano mai mostrate in pubblico. Degas si concentra su ciò che avviene dietro le quinte. Si definisce realista piuttosto che impressionista, anche se poi la critica dell’arte lo definirà come tale. Insiste sulle prove, sui momenti di riscaldamento e di rilassamento. Fissa l’attimo in cui gli arti si assestano e assumono posizioni disarmoniche. Coglie in maniera realistica la drammatica realtà dei corpi che, stanchi, cedono la grazia alla fatica. Indaga la gestualità sorpresa nel movimento quotidiano e i volti colti in smorfie insolite. Un’impietosa osservazione di pose imperfette. L’artista dissacrante della grazia classica.

Spesso protagonista delle tele, insieme alla ballerine, Jules Perrot, inquisitore e indagatore di ogni passo di danza delle ragazze. Oggi tali dipinti ci appaiono deliziosi. Agli spettatori dell’Ottocento, invece, risultano strani e perfino scioccanti.

La classe di danza Musèe de l’Orsay licenza CC

Il crudele mondo del balletto

Attraverso le sue opere Degas descrive il mondo crudele del balletto. Le ballerine dell’Operà non sono le figlie dell’aristocrazia parigina. Provengono dai quartieri più poveri e vedono la danza come una possibilità di riscatto sociale, un sogno di una carriera sulle orme di poche, grandi dive. In ogni caso un modo per vivere in maniera dignitosa e sostentare economicamente la famiglia.

La vita di una ballerina dell’Ottocento, non è solo palco lustrini e applausi. Dietro ci sono rivalità, fatica fisica, rigore e molte volte anche sfruttamento sessuale. Il balletto è , per lo più finanziato da uomini d’affari e aristocratici parigini, che, in cambio, hanno accesso esclusivo alle ballerine: dietro le quinte e alle prove. Pare infatti che ci fosse una sala dietro il palcoscenico dell’Operà di Palais Garnier, dove le ballerine potevano incontrare i signori che desideravano socializzare e fare loro proposte più o meno indecenti. C’è un quadro, L’attesa che riassume quante aspettative le famiglie meno abbienti ponessero nell’avere una figlia all’Operà. L’attesa del verdetto schiaccia mamma e figlia in un attimo di angoscia senza tempo.

L’attesa licenza CC

Un lascivo sottobosco

Edgar Degas ritrae questo sottobosco nascosto dietro le quinte. Osserva questo rituale di uomini anziani con ballerine adolescenti. Nei suoi quadri, infatti, si possono individuare uomini in abiti e cappelli neri che oziano ai bordi del palco con intenzioni lascive. Queste relazioni di sfruttamento sono così radicate nel corpo di ballo che quasi tutte le ballerine erano sospettate di aver scambiato favori sessuali con abiti, favori, appartamenti, avanzamenti di fila. Purtroppo per alcune di loro i sogni da étoile finivano nei bordelli di Parigi.

Anche Degas, seppur sia noto che non abbia mai avuto rapporti sessuali con le danzatrici, spesso approfitta della loro posizione di debolezza per obbligarle ad estenuanti sessioni di posa. ” Forse le ho trattate come animali troppo spesso “, dirà.

Prova di balletto licenza CC

Marie van Goethem

Intorno al 1880 Edgar Degas si avvicina alla scultura considerandola un’esperienza da aggiungere alle altre. La ragazzina che posa per la sua opera più famosa: Ballerina di quattordici anni, realizzata tra il 1879 e il 1881, è la sua modella preferita, Marie van Goethem. Rappresenta una ballerina in attesa. Mani dietro la schiena, busto eretto, sguardo e mento in alto,la gamba destra avanzata col piede ruotato a squadra. La statua è in cera, alta 98 cm e collocata su una base di legno come i parquet delle scuole di danza. Alla sua prima esposizione, l’opera, per la fisionomia scimmiesca e il volto quasi mummificato, è bersaglio di critiche feroci.

Ma Marie è ricordata anche per la sua triste vicenda. Nasce a Parigi nel 1865 da un umile sarto e da una lavandaia alcolizzata nel degradato quartiere di Notre-Dame de Lorette. Marie sogna di diventare una ballerina e nel 1878 il suo sogno diventa realtà. Debutta all’Operà con La Korrigane. Lì Marie incontra Edgar Degas che le propone di diventare, sotto compenso, sua modella. Da quel momento in poi Marie trascura la danza fino ad essere cacciata dall’Operà per le troppe assenze.

Il suo sogno di diventare una stella del balletto svanisce nell’alcol e nei bordelli. Viene arrestata per aver tentato di derubare uno dei suoi clienti. Il suo nome è cancellato dai registri dell’Opéra di Parigi. Non si sa come e dove abbia concluso i suoi giorni. Splende ancora oggi, forse suo malgrado, nei quadri di Degas.

La danceuse ballerina di 14 anniBy Andraszy – Own work, CC BY-SA

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".