Analisi del sangue e visite rimandate: ora che faccio?

Il lockdown ha interessato anche e soprattutto la regolarità dello svolgimento di esami e diagnostica dei pazienti.Quanti di voi hanno analisi del sangue e visite rimandate? Con la fase 2 e la ripresa sanitaria, come potremo ricominciare a prenderci cura della nostra salute?

Coronavirus e Co.

Attualmente andare in ospedale è vivamente sconsigliato, se non proibito. Si ha l’obbligo di stare a casa se si ha febbre e di contattare i numeri dedicati al Covid-19. Ma la febbre è un sintomo anche di altre patologie e non è che il coronavirus ha annullato tutte le altre malattie. Sono tantissimi gli esami di routine che sono stati sospesi in questi mesi di emergenza sanitaria dove le strutture sono arrivate al collasso. Anche i centri di diagnostica hanno subito un forte calo di lavoro, molti sono rimasti chiusi, accessibili solo per urgenze.

Tutti coloro che hanno o svilupperanno patologie diverse dal coronavirus, sono costretti a pazientare sperando che non si aggravi la loro salute. La cosa è ben più grave di quanto sembri.

Visite di controllo

Vero è che il lockdown permetteva le valutazioni diagnostiche per le patologie oncologiche, ma non gli esami di controllo riservati alle persone con età a rischio. Per capirci, se si ha già una patologia oncologica conclamata è permesso eseguire esami e accertamenti, ma gli screening di controllo no.

Lo screening che ha lo scopo di escludere una malattia, gli accertamenti clinici, cioè quell’insieme di esami al fine di capire la natura di un disturbo, in questo momento diventano un serio problema sanitario.

Oltre quanto previsto dal decreto, bisogna tenere in considerazione il timore delle persone di recarsi in una struttura ospedaliera. Timore più che giustificato che ha portato molti alla rinuncia spontanea della visita o esame. E’ comprensibile che in questo momento nessuno abbia fiducia nel recarsi in un reparto ospedaliero, meno che mai eseguire un esame che richiede un day hospital. Paura del paziente in sala d’attesa, paura dell’operatore sanitario. Una diffidenza più che giustificata e non c’è mascherina che tranquillizzi.

Pertanto, la maggior parte delle persone che manifestano dei sintomi, diversi da quelli da coronavirus, contattano il proprio medico, che non riceve se non per casi urgenti, e attendono, sperando che non sia qualcosa di grave. Attendono si, ma fino a quando?

Le prenotazioni

Cosa succederà adesso? Piano piano potremo di nuovo uscire, ma effettuare degli esami clinici sarà un’impresa. La riapertura è prevista anche qui con cautela e solo su prenotazione, anche per gli esami del sangue.

Ora, avete presente un qualsiasi ambulatorio che fa i prelievi, dalle 7 del mattino alle 10, in un qualsiasi ospedale italiano? Anche su appuntamento, quale criterio verrà effettuato per le prenotazioni? Come si gestiranno le comunque ed inevitabili file di attesa?

Stessa sorte per esami ginecologici e la consegna dei campioni biologici.

Altra complicanza: con lo stato di emergenza, sono rimasti in standby, a data da destinarsi, tutti quegli esami di controllo e le prenotazioni già effettuate, di qualsiasi genere. Prenotazioni che dovranno essere rimesse in agenda e al più presto.

Quello che l’italiano sa bene, è che prenotare una qualsiasi visita con il sistema sanitario prevede già dei tempi biblici. La cosa che non si capisce ancora oggi è perchè se si prenota con il sistema sanitario i tempi sono lunghissimi, mentre a pagamento in due giorni si ottiene la prenotazione, ma questo è un dettaglio ed è un’altra storia.

Il ritardo diagnostico può avere serie ripercussioni sulla salute di un individuo o sul potenziale sviluppo di una patologia grave, come ad esempio il cancro al seno.

La visita senologica è solo una dei tanti esami diagnostici che le donne devono fare, superata una certa età. Ci sono poi tutte quelle patologie che prevedono visite specialistiche, come quelle neurologiche, reumatologiche, chirurgiche, tac, risonanze magnetiche, che non possono non essere effettuate con giusta cadenza. Basta pensare a chi ha delle patologie legate allo stomaco, all’intestino, all’esofago, e quindi gastroscopie, colonscopie o, in alcuni casi, esami sierologici, importanti per tenere sotto controllo alcuni valori che determinano lo stato di una malattia.

Fase 2 e ripresa sanitaria

La prima domanda che si pongono tutti è: analisi del sangue e visite rimandate, già prenotati da tempo, si manterranno tali o subiranno degli slittamenti, a causa di tutte quelle prenotazioni da rigestire sull’agenda del singolo ambulatorio, ospedaliero o di centro diagnostico?

Non ci crederete, ma non lo sanno neanche gli ambulatori stessi.

Al di là dei Covid Hospital, come saranno organizzate le strutture per tutelare i pazienti? Ci saranno ingressi dedicati e sicuri?

A quanto pare si. Il piano è di creare delle zone dedicate al Covid, come stanno già facendo in molti ospedali per permettere agli ambulatori di riprendere le loro normali funzioni.

Resta da capire come sarà gestito l’approfondimento diagnostico da ospedali, cliniche, ambulatori e altri presidi. Chi e come garantirà che il personale sanitario non è un veicolo di contagio.

Poichè tutto il calendario esami sarà strutturato su prenotazione, e purtroppo ben sappiamo i vari ritardi delle agende, come saranno gestite le sale di attesa?

Ambulatori pubblici e privati avranno un protocollo dettato da una linea guida nazionale?

Per queste risposte, che dire…aspettiamo il prossimo decreto.

Analisi del sangue e visite rimandate una tac con un paziente sul lettino
Analisi del sangue e visite rimandate: ora che faccio?
Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”